Tempo i Quaresima, i borghi si popolano di "streghe". Torna la tradizione delle "quaremme"

Tempo i Quaresima, i borghi si popolano di "streghe". Torna la tradizione delle "quaremme"
di Maria DE GIOVANNI
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Martedì 15 Marzo 2022, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:23

In tutto il Salento dopo il Mercoledì delle Ceneri spunta uno strano personaggio: la "quaremma". Una vecchia signora dalle sembianze di una strega, posta vicino alla porta di casa. Ma capita anche di vederla appesa a qualche filo sospesa in aria. Si tratta di una tradizione popolare della Pasqua nella Grecia Salentina innanzitutto: Martano, Martignano, Soleto, Sternatia. Tradizione che si rinnova anche a Cutrofiano, a Gallipoli e nei paesi limitrofi.

La tradizione delle Quaremme

Il pupazzo gigante raffigurante una vecchia: brutta, vestita di nero e trasandata, che si chiama – Quaremma-.

Viene esibita dal mercoledì delle ceneri e fino alla fine della Quaresima. Per dirla tutta, secondo la leggenda la vecchia, era sposata con “lui Paulino”, personaggio di Carnevale di cui si celebravano i funerali proprio il martedì grasso. "" Quest’anno il nostro fantoccio commenta – un abitante di Martano – lo abbiamo messo in bella vista sul balcone di casa, ben visibile, una tradizione che dura da anni nella mia famiglia.

Sette taralli, un'arancia e sette penne d'oca: il "conto alla rovescia" prima della Pasqua

La storia racconta che La “Quaremma” invitava tutti alla riflessione, con il suo aspetto e il suo abbigliamento triste, ad avere un atteggiamento più contenuto e consono al tempo di quaresima, durante il quale, la Chiesa impone di non mangiare carne i venerdì, ed addirittura il digiuno e l’astinenza in alcuni giorni specifici di questo periodo"" La leggenda racconta che la vecchia ha in mano un fuso, simbolo del lavoro femminile e del tempo che passa, e inoltre sette taralli oppure, in alternativa, un’arancia con sette penne d’oca: ognuno dei taralli o delle penne d’oca rappresenta una delle sette settimane che precedono la domenica di Pasqua. Ogni tarallo o ogni piuma d’oca, dovrà quindi essere tolto di settimana in settima, fino a quando, arrivata la Pasqua, anche la triste “Quaremma” toglierà il disturbo, lasciando spazio a nuovi e più gioiosi momenti. Da sempre La “Quaremma” si esponeva sulle terrazze o comunque davanti alle abitazioni e la tradizione più autentica voleva che, nell’ultimo giorno, il fantoccio venisse bruciato, proprio perché le fiamme purificatrici segnavano l’imminente rinascita della nuova stagione. Una curiosità di questa tradizione tutta salentina è un detto che poi è diventato scherzoso, dal momento che la vecchia somiglia molto a una strega brutta, pare che qualcuno usi ancora l’espressione spiritosa rivolta a qualche donna “pare na Quaremma”, che per il loro modo di pensare sia dall’aspetto burbero, di solito vestita con abiti neri lunghi. Nella tradizione popolare contadina comunque la figura di questa vecchia, serviva a scacciare morte e carestia, proprio alla fine dell’inverno quando le provviste per gli indigenti era quasi finite.

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