Taranto, torna la Via Crucis. La celebrazione di ieri sera al Carmine. «C’è fiducia» - VIDEO

Taranto, torna la Via Crucis. La celebrazione di ieri sera al Carmine. «C’è fiducia»
di Domenico Palmiotti
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Lunedì 7 Marzo 2022, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 11:37

Con la celebrazione della prima Via Crucis nella serata di ieri, l’arciconfraternita del Carmine di Taranto e la chiesa del Carmine - due realtà storiche e fondamentali nella ritualità, non solo pugliese, della pietà popolare - hanno dato il via al percorso di avvicinamento ai Riti della Settimana Santa. Percorso che si snoderà per altre tre domeniche di Quaresima - 13, 20 e 27 marzo - per approdare poi, dopo la Domenica delle Palme, al clou del giovedì e venerdì Santo.

 

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Un'emozione che si ripete

 

I giorni che da sempre a Taranto sono i giorni dei perdoni, dei confratelli incappucciati - quelli del Carmine anche scalzi -, delle suggestive, lunghe processioni dell’Addolorata e dei Misteri. E la Via Crucis domenicale - che viene celebrata anche in San Domenico, in città vecchia, da parte della confraternita dell’Addolorata - se è sempre stata un momento atteso proprio perché porta nel cuore della Settimana Santa, quest’anno lo è ancora di più. Decisamente di più.  Perchè l’attesa, la speranza e l’auspicio di tutti, confratelli certo ma anche tarantini, è quello di poter svolgere i Riti e le processioni dopo due anni di blocco forzato a causa del Covid. Un augurio che, in avvio di Via Crucis, ha voluto esprimere il padre spirituale dell’arciconfraternita del Carmine, monsignor Marco Gerardo, parlando di “fiducia”. “Siamo fiduciosi - ha detto monsignor Gerardo dall’altare maggiore - che, terminato lo stato di emergenza a fine marzo, le processioni si possano fare.

Non vediamo al momento nessun ostacolo se l’emergenza, su decisione del Governo, finisce. A meno che non vi sia un pregiudizio verso le processioni ma questo non lo pensiamo, nè vogliamo pensarlo”.

 

L'attesa per il calendario delle celebrazioni

 

L’attesa guarda soprattutto il calendario, a metà marzo, quando una riunione della Conferenza episcopale pugliese deciderà il da farsi come ha ricordato anche l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, nel suo recentissimo messaggio per la Quaresima. Ha scritto infatti monsignor Santoro: «Mi auguro che la prossima Settimana Santa sia vissuta in tutta la sua bellezza, che nella città ed in ogni paese della nostra diocesi si possano vivere i riti che così caratterizzano il nostro popolo.. Per questo - ha aggiunto Santoro - nel nostro incontro con i fratelli vescovi di Puglia di metà mese, rifletteremo per prendere una decisione comune perché, rispettando le indicazioni sanitarie dello Stato, camminiamo insieme con quell’afflato di una fede fortemente identitaria che così tanto corrobora la nostra amata terra».

 

Papalia: ottimismo e fiducia

 

 

E di ottimismo e fiducia in attesa della decisione dei vescovi pugliesi, ha parlato con Quotidiano anche il priore dell’arciconfraternita del Carmine, Antonello Papalia, prima che si avviasse la Via Crucis.

«Abbiamo trovato delle forme sostitutive di pietà popolare per tutto il tempo in cui sono state proibite le manifestazioni pubbliche di fede come le processioni, prima dall’autorità civile ed ecclesiastica assieme, poi dalla sola autorità ecclesiastica” ha detto il padre spirituale dell’Arciconfraternita. “Abbiamo potuto far fronte all’ordinario della vita e a queste forme sostitutive perchè molte persone hanno generosamente donato alla Confraternita, anche le risorse economiche” ha proseguito monsignor Gerardo riferendosi alle iniziative, soprattutto di solidarietà - il Carmine da molti anni ha attiva una mensa per i poveri -, che sono comunque andate avanti malgrado la pandemia. “Due anni senza processione dei Misteri - ha detto ancora il padre spirituale - vuol dire per le confraternite due anni senza introiti. Eppure abbiamo fatto l’ordinario e anche di più. Un’amministrazione oculata e attenta della confraternita, in questi ultimi dieci anni, ha infatti creato un salvadanaio che ci ha permesso di andare avanti».

 

 

Tornando alla Via Crucis, l’esecuzione all’organo del Carmine, da parte del maestro Pierluigi Lippolis, della celebre marcia “A Gravame” del maestro Domenico Bastia, ha segnato l’ingresso, lungo il corridoio centrale della chiesa, dei tre confratelli nel tradizionale abito di rito: un portatore del crocifisso al centro e due, affianco, con la candela accesa. Le quattordici stazioni della Via Crucis sono state commentate dallo stesso monsignor Gerardo e cantate dal coro del Monte Carmelo diretto dalla professoressa Anna D’Andria Greco.

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