Gallipoli, confraternite in fermento per i riti di Pasqua

Gallipoli, confraternite in fermento per i riti di Pasqua
di Antonella MARGARITO
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Giovedì 10 Marzo 2022, 11:32

Tutto dipenderà dalla Conferenza Episcopale Pugliese. Si attende la fumata bianca dei vescovi per il via libera ai tanto attesi riti quaresimali: è previsto infatti per mercoledì 16 marzo l'incontro di tutti i vescovi pugliesi che dovranno decidere sulla sorte dei riti religiosi che accompagnano alla Pasqua.

I riti della Santa Pasqua


Il pathos, la suggestione, la compassione, la pietà popolare. Gallipoli e la sua religiosità, Gallipoli e i suoi riti quaresimali: una città col fiato sospeso nella speranza di poter vivere la quaresima con tutta l'emotività del sentimento religioso, così come il popolo del sud da sempre è abituato. È tempo di Quaresima, ormai da una settimana dopo il mercoledì delle ceneri si vive quel momento di fede in cui ci si preparava ai riti quaresimali che entravano nel vivo con il venerdì dell'Addolorata. Riti che sospesi ormai da due anni, ovvero con l'inizio della pandemia, si spera che quest'anno possano essere ripresi. Le confraternite intanto sono in fermento.

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«In ogni sodalizio del centro storico - afferma don Piero De Santis, parroco della cattedrale di Sant'Agata e padre spirituale delle confraternite - con la celebrazione del mercoledì delle Ceneri ha avuto inizio il tempo forte della Quaresima.

Sono stati riaperti tutti gli oratori confraternali e, nel rispetto delle norme anticovid, sono state avviate le consultazioni sinodali, le catechesi, appuntamenti formativi per i novizi e sono stati ripristinati i riti e le celebrazioni quaresimali, propri di ogni confraternita, che ci preparano alle celebrazioni della Settimana Santa. Come sempre c'è tanta partecipazione. Circa le processioni siamo in attesa delle indicazioni che saranno date dalla Conferenza Episcopale Pugliese».

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L'appello delle Confraternite


Riprendere. Questo si augurano le confraternite: «E che tutto possa tornare a svolgersi secondo le nostre tradizioni religiose - sostiene Francesco Zacà, priore della Confraternita del Crocefisso - nel momento in cui i vescovi decideranno probabilmente ci saranno delle indicazioni sulla sicurezza sanitaria e noi non ci tireremo indietro nel rispettarle. Noi eravamo pronti anche lo scorso anno ma proprio in quel periodo diventammo zona rossa».
«Il desiderio di ripartire con i nostri riti e tradizioni è fortissimo spiega Giuseppe Capoti, priore della Confraternita Santa Maria degli Angeli- e ci impegneremo a rispettare le disposizione che ci vengono date. Aspettiamo solo il via libera dei vescovi».


Intanto i confratelli in tempo di Quaresima si incontrano per elevare le loro preghiere all'Addolorata, «ma speriamo di riprendere quanto prima i nostri riti si auspica Cosimo Maggio, priore della Confraternita della Purità - in questi anni di pandemia si può dire che siamo stati solo i custodi dei nostri oratori. Ora speriamo di ritornare alla completa normalità. Secondo noi non c'è più ragione di non fare le processioni se solo si pensa che dopo una settimana dalla Pasqua vivremo il carnevale posticipato. Le processioni sono certamente più ordinate rispetto ad altre manifestazioni e siamo convinti che la gente, pur di riprenderle, sarà ancora più accorta e attenta. La stessa gente che ci assale, nel senso buono, perché vuole sapere notizie, vuole che riprendano i riti, sono tante le telefonate. Sarebbe davvero un paradosso non fare svolgere le processioni e mettere in piazza altre manifestazioni, ma pensiamo anche agli stadi. Abbiamo speranza e desiderio di riprendere perché noi, gente del sud abbiamo bisogno, sentiamo in modo forte questi eventi della pietà popolare che hanno scandito la nostra vita e le feste religiose. Ora non c'è Natale e non c'è Pasqua, il rischio vero è la gente si allontani dalla chiesa».
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