Salento, nel Parco naturale strage di orchidee: si farà un parcheggio

Salento, nel Parco naturale strage di orchidee: si farà un parcheggio
di Pierangelo TEMPESTA
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Sabato 29 Aprile 2023, 18:49

«Quest'anno nel Parco naturale regionale Litorale di Ugento non vedremo fiorire le Anacamptis palustris. E forse non le vedremo fiorire più». Inizia così la denuncia della guida ambientale Francesco Chetta, nelle scorse ore testimone del diserbo chimico di un'area in pieno parco regionale: un'azione che ha distrutto diverse piante di orchidea. «Quelle poche che stanno tentando di fiorire - spiega - mostrano fiori deformi, raggrinziti, morenti». Il fatto risale al 28 aprile: «Ero in compagnia di un amico esperto di orchidee spontanee proveniente dal Nord Italia, presso un'area umida che in estate, purtroppo, si trasforma nel parcheggio di un noto lido. L'area è nota per essere la stazione più cospicua del Parco dell'orchidea di palude, Anacamptis palustris, inserita nella Lista Rossa Nazionale».

Lo stato dei luoghi

All'arrivo, i due esperti si sono subito accorti che la vegetazione palustre era rinsecchita, «segno inequivocabile di danno da diserbo chimico. Le aree umide, specialmente ricadenti in area Parco, sono habitat prioritari, quindi zone protette».

Il diserbo chimico, spiega, oltre ad essere dannoso e vietato nelle aree protette, favorisce la diffusione di specie infestanti molto più difficili da eliminare. «Abbiamo immediatamente contattato chi di competenza, nella speranza che vengano presi seri provvedimenti». Purtroppo, chiude, «la carenza di controlli, la mancanza di corretta informazione, il menefreghismo e spesso anche l'omertà da parte di istituzioni, esperti e gente comune, può portare a serie problematiche all'interno dei nostri già sofferenti, e poco o per nulla controllati, parchi naturali».

Interviene anche il naturalista ed esperto conoscitore del Parco di Ugento Roberto Gennaio: «Resto sempre allibito - afferma - per quello che di negativo l'uomo riesce a fare sulla natura. Sono azioni deleterie che stanno dilaniando un Eden. Rimango sorpreso anche per come viene gestita l'area: in trent'anni di studi e sopralluoghi non è cambiato nulla. Dove sono i controlli? E la vigilanza degli enti preposti? Che fine hanno fatto le associazioni ambientaliste che scendono in piazza per le varie Giornate della terra o della biodiversità? Perché non prendono posizione dinanzi a questi fatti concreti?». In questo modo, continua Gennaio, «muore un Parco naturale, sotto lo sguardo di tutti, tra il menefreghismo dei cittadini, la noncuranza delle istituzioni e la predazione di una ricchezza da parte di pochi. Nella comunità, purtroppo, non c'è ancora la consapevolezza del valore che il territorio di Ugento ha grazie alla presenza del Parco. È un ulteriore volano per tutta l'economia territoriale. Se non ci fosse il Parco, Ugento sarebbe solo uno dei tanti Comuni rivieraschi».

La posizione delle autorità del Parco

La vicenda è stata portata all'attenzione del direttore del Parco, Giuseppe Scordella: «Appurerò quanto segnalato - spiega - perché è doveroso approfondire la questione con i diversi soggetti preposti». Scordella spiega poi le diverse azioni attuate per il controllo e la tutela dell'area: «È in essere una stretta collaborazione con Arif: il Comune ha concesso l'uso di un bene sottratto alla criminalità per creare un presidio stabile. Dalla prossima settimana raddoppieranno unità e mezzi. Sono installate anche le fototrappole e si sta perfezionando un accordo con la Regione per l'acquisizione di un drone, che sarà un ulteriore strumento di controllo del territorio. Lottiamo ogni giorno contro l'abbandono di rifiuti. E anche per la presenza dei cumuli di Posidonia, per la prima volta i balneari hanno presentato un unico progetto per la rimozione delle biomasse spiaggiate e la loro collocazione ai piedi della duna, in base alle linee guida ufficiali. Grazie anche alle segnalazioni ricevute, siamo intervenuti con azioni correttive quando necessario».

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