Una vera questione minorile. Emergenza per l’incremento dei reati, ma non solo. Per una serie di conseguenze psicologiche che gli esperti, riconducono anche ai due anni di pandemia da Covid che ha probabilmente avuto un impatto particolare sulla fascia di età di cui si parla, gli under 18: adolescenti già alle prese con una propria fase di transizione. Ma anche all’emulazione di serie tv particolarmente violente.
La fotografia di ciò che è accaduto nell’ultimo anno e dell’incremento notevole dei reati commessi dai minori e delle richieste d’aiuto giunte dai più giovani è contenuta nella relazione annuale del procuratore della Repubblica del Tribunale per i minorenni Simona Filoni, confluita nel report complessivo del procuratore generale presso la Corte d’Appello, Antonio Maruccia: «Gli effetti della pandemia e del periodo di lockdown hanno esplicato i loro effetti soprattutto tra i più giovani, attraverso condotte devianti o costituenti espressione di grave disagio personale e relazionale. Numerosi infatti sono stati gli interventi presso le abitazioni in aiuto a minori in preda a crisi di sconforto, culminate nella manifestazione di propositi di suicidio (di cui uno consumatosi in ambito scolastico e prontamente sventato)», scrive Filoni.
La droga
Da qui, il contatto con le sostanze stupefacenti: «In alcuni casi - va avanti - tra i ragazzi più grandi, di età compresa tra i 16 e i 17 anni, l’oppositività è risultata essere accompagnata anche da improvvise fughe da casa e dal consumo abituale di sostanze stupefacenti quali marijuana, hashish e cocaina». Poi ci sono le devianze, i comportamenti violenti. Anche questi aggravati dalla situazione di isolamento prolungato, secondo la procura per i minorenni di Lecce (che ha competenze sulla provincia salentina e sul brindisino) ma anche da altre forme di disagio.
Nel settore penale si registra un aumento «di condotte devianti e illecite connesse alla pandemia ed al post pandemia», che si sono manifestate con la «commissione di reati attraverso l’impiego della violenza in danno della persona, spesso per futili motivi o in assenza di motivi, sia dal singolo individuo che dal gruppo e da agiti costituenti espressione di frustrazioni, di fallimenti e di opposizione alle regole ed al sistema».
Le baby gang
Si tratta di baby gang, su cui per altro c’è un problema di procedibilità nel caso in cui ad agire siano ragazzini minori di 14 anni. In generale il numero dei procedimenti penali minorili di questo anno è superiore rispetto a quello del periodo precedente.
In aumento risultano anche i reati commessi e subiti dai più piccoli sul web. Cyberbullismo e abusi sessuali. Segnalato inoltre un incremento di reati, anche gravi, commessi da giovanissimi, di età compresa tra i 12 ed i 13 anni, per un totale di 689 indagati rispetto ai 465 della scorsa rilevazione per quel che riguarda i minori imputabili e di 56 indagati non imputabili rispetto ai 49 della precedente; con un numero di 638 indagati di sesso maschile e 107 indagati di sesso femminile. Infine l’analisi: «Sulla situazione generale - è riportato - ha comunque influito negativamente oltre alla citata notevole crisi economica delle famiglie, acuita dal perdurare della emergenza sanitaria in atto e dalla esasperazione dei rapporti familiari già compromessi, anche la disattenzione e inadeguatezza educativa nei confronti dei figli, spesso precocemente adultizzati, sessualizzati e con una scarsa capacità di rispettare le regole e di comprendere i valori basilari del vivere civile».
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