Agguato in stile mafioso nel Salento: 42enne ucciso sulla porta di casa. Almeno dieci i colpi

Ancora ignoto il possibile movente del killer. Sul posto 118 e carabinieri per i rilievi del caso

Via Donizetti, dove si è consumato l'agguato
Via Donizetti, dove si è consumato l'agguato
di Andrea TAFURO
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Martedì 13 Giugno 2023, 22:39 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 19:05

Almeno dieci i colpi di pistola, probabilmente una semiautomaticasparati contro Luigi Guadadiello, 42enne vittima di un agguato ieri a Squinzano. Due quelli che lo hanno raggiunto. Indubbio, quindi che i sicari volessero ucciderlo, e lo abbiano atteso sotto casa per colpirlo.

Dai rilievi dei carabinieri emerge che la vittima ha mosso alcuni passi, prima di crollare a terra in fin di vita. Proseguono senza sosta le indagini sull'Omicidio commesso Salento. I fatti si sono verificati nella tarda serata di martedì 13 giugno in via Donizetti. Secondo quanto accertato dai carabinieri l'uomo sarebbe stato freddato sulla porta di casa. 

La vittima

Non sono chiare le ragioni di quello che appare a tutti gli effetti come un agguato. Non si esclude un regolamento di conti. La vittima è Luigi Guadadiello. Il 42enne aveva scontato una condanna a 23 anni per l'omicidio del presunto stupratore della fidanzata.

Secondo quanto emerso aveva ucciso a coltellate Abdelghani Khadda, ritenuto colpevole di aver violentato la sua compagna in una casa di Brignano D’Adda, in provincia di Bergamo. In passato, nel 2013,  colpi di pistola erano stati esplosi contro l'abitazione che divideva con il fratello.


La dinamica


Non è chiaro se ieri Guadadiello stesse rientrando a casa o uscendo. O se stesse raggiungendo qualcuno, forse proprio il sicario che potrebbe avergli dato appuntamento. Sarebbe stato atteso dal killer che lo ha poi colpito a distanza ravvicinata. All'arrivo dei sanitari del 118 era ancora vivo, è stato tentato un disperato trasporto all'ospedale ma all'arrivo non c'era più nulla da fare. Dal referto dei medici dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, emerge che un proiettile lo ha raggiunto tra il collo e il torace, un altro a una gamba. Mortale, certamente, il primo. 

Un precedente inquietante


Venerdì scorso alle due di notte, proprio a Squinzano almeno otto spari, erano stati esplosi contro un'abitazione, nella zona nord-ovest del Comune. E si era subito compreso che la criminalità indigena stava alzando il tiro. Un altro episodio particolarmente inquietante era avvenuto durante il periodo delle festività natalizie, quando ricomparvero le armi: i famigerati kalashnikov. L'arma, quella sera, tuonò contro un 36 enne del posto, detenuto in permesso premio: contro di lui fu sparata una raffica di colpi mentre questi era intento a fare rifornimento alla sua auto, presso un distributore di benzina. Il malcapitato riuscì a sfuggire all'attentato, rimanendo colpito solo da un proiettile al piede. Rimasero illesi, per fortuna, i suoi familiari, che erano a bordo dell'auto.

Le indagini


Tornando all'omicidio, le indagini sono andate avanti per tutta la notte. La zona è stata transennata dal nastro bianco e rosso dei carabinieri e sul posto si è recato anche il pm di turno presso la Procura di Lecce. I militari dell'Arma si sono occupati dei rilievi e di recuperare eventuali bossoli. Sarà importante stabilire con esattezza il numero di colpi, anche per comprendere se l'intenzione di chi ha premuto il grilletto fosse quella di uccidere, come è apparso sin dai primi istanti. Si sta verificando se in zona ci siano telecamere di videosorveglianza che possano aver ripreso la scena e se eventualmente le immagini siano nitide. Alcuni testimoni sono stati ascoltati fino a notte fonda dagli uomini in divisa.

Il profilo della vittima

Luigi Guadadiello era un volto noto alle forze dell'ordine: aveva finito di scontare una condanna a 23 anni di reclusione per l'omicidio del presunto stupratore della fidanzata. Secondo quanto emerso nel 2008 aveva ucciso a coltellate Abdelghani Khadda, ritenuto colpevole di aver violentato la sua compagna in una casa di Brignano D'Adda in provincia di Bergamo. In seguito, nel 2013, colpi di pistola erano stati esplosi contro l'abitazione che divideva con il fratello.

I carabinieri stanno ascoltando diverse persone ed eseguendo perquisizioni. L'episodio potrebbe inquadrarsi nellambito delle turbolenze che, negli ultimi tempi, hanno caratterizzato e caratterizzano il Nord Salento dove - a quanto rilevano gli investigatori - vi è uno scontro tra diversi gruppi per la gestione della piazza della droga.

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