Le sue spiegazioni non hanno convinto il pm Marzia Castiglia, che ora chiede di processarlo per una serie di contestazioni, tra le quali spicca quella più grave di tentato omicidio della moglie. Dovrà comparire dinanzi al gup, infatti, il tarantino S. N., di 59 anni, chiamato a rispondere dell’aggressione avvenuta sul ponte punta Penna a marzo dello scorso anno, dopo uno schianto con la macchina. Quattro i capi di imputazione che il pm ha ritenuto di contestare al tarantino che ora rischia di finire sotto processo. Proprio lui, dopo la notifica del canonico avviso di conclusione delle indagini preliminari, aveva chiesto un confronto con il pm inquirente per fornire, nuovamente, la sua versione dei fatti. E cercare di ridimensionare la grave contestazione di tentato omicidio. Ad aprile, infatti, l’’imputato, che è difeso dall’avvocato Luca Balistreri, è stato interrogato ed ha avuto modo di ribadire come quell’accusa in realtà sia il frutto di un equivoco.
L'incidente
Quel giorno di marzo dello scorso anno i due coniugi erano a bordo della Ford dell’imputato e stavano discutendo animatamente, mentre l’uomo era al volante.
La versione del marito
Nel suo interrogatorio, però, l’imputato ha fornito una versione del tutto diversa. Quei passanti, a suo dire, avrebbero equivocato il suo comportamento dopo lo schianto della vettura sul guard rail. L’uomo ha sostenuto di essersi avvicinato alla moglie per rianimarla, ma i soccorritori avrebbero frainteso le sue intenzioni. E lui si sarebbe allontanato per evitare la reazione violenta dei passanti. Una versione che non ha convinto la vittima e soprattutto il pm che ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio con le quattro imputazioni, compresa quella di tentato omicidio aggravato dall’aver agito in danno del coniuge. La richiesta di processare il tarantino a breve passerà al vaglio del gup Pompeo Carriere.
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