I fidanzati Eleonora e Daniele uccisi da 79 coltellate: al via oggi il processo in Assise al killer 21enne

I fidanzati Eleonora e Daniele uccisi da 79 coltellate: al via oggi il processo in Assise al killer 21enne
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 07:06

Settanta testimoni nel processo al via questa mattina alle 9.30 nell'aula bunker sulla strage di via Montello della sera del 21 settembre dell'anno scorso. In aula non ci sarà l'assassino reo confesso Antonio De Marco, 21 anni di Casarano. Una scelta che era nell'aria visto che nelle tante pagine scritte di suo pugno nella cella del carcere di Borgo San Nicola aveva sostenuto in almeno due occasioni l'inutilità del processo per dare per scontata la sua condanna all'ergastolo.


Farà il suo corso il processo davanti alla Corte d'Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Francesca Mariano ed i giudici popolari).

A cominciare dalle eccezioni preliminari che potranno sostenere il pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Consolata Moschettini, titolare dell'inchiesta condotta con i carabinieri del Reparto operativo e del Ros sull'omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, 33 e 30 anni, lui arbitro e lei funzionario della sede di Brindisi dell'Inps. Gli avvocati difensori Giovanni Bellisario ed Andrea Starace, nonché i legali dei familiari delle vittime che chiederanno di costituirsi parte civile: Fernando De Santis e Floreana Rita Rossi, padre e madre di Daniele, con l'avvocato Mario Fazzini; le sorelle di Daniele, Antonella e Valentina (avvocatessa Renata Minafra). Il padre di Eleonora, Quintino Manta (avvocato Luca Piri); la madre Rosanna Carpentieri (avvocato Francesco Spagnolo); lo zio Cosimo Carpentieri (avvocato Stefano Miglietta); e la nonna Luce Apollonio (avvocato Fiorella D'Ettore).


Settanta, come detto, i testimoni: 31 della Procura, tre della difesa e 36 delle parti civili. Possibile anche la richiesta di costituzione delle associazioni che tutelano le vittime di crimini violenti, tuttavia l'attesa è tutta sulla questione principe di questo processo: la richiesta della difesa di sottoporre De Marco ad una perizia psichica sulle capacità di intendere e di volere quando quella sera del 21 marzo indossò i panni del serial killer. Armandosi di coltello, sferrando 79 fendenti, coprendosi il volto con una calzamaglia con disegnati i contorni degli occhi e della bocca e portandosi dietro l'occorrente per immobilizzare le vittime, torturarle, compiere atti sessuali e farle a pezzi. I suoi ex conquilini, Eleonora e Daniele. Le vittime - ha scritto nel suo diario lasciato nella casa presa in affitto in via Fleming - per sfogare la sua frustrazione di non essere amato, di non riuscire ad avere una ragazza: «Un buon inizio», una delle dichiarazioni da brivido messe nero su bianco.
Che De Marco debba essere sottoposto ad una perizia lo hanno sostenuto gli psichiatri forensi Francesco Carabellese, Elio Serra e Michele Bruno, nella consulenza consegnata alla difesa e dopo averlo incontrato in carcere.


Se l'istanza dovesse essere accolta dalla Corte d'Assise, dopo avere sentito Procura e parti civili, il processo potrà riprendere quando sarà depositata la consulenza. Dopo due mesi almeno.

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