Omicidio Daniele ed Eleonora, le motivazioni della sentenza. De Marco scriveva: «Uccidere è facile, avrei potuto rifarlo»

Omicidio Daniele ed Eleonora, le motivazioni della sentenza. De Marco scriveva: «Uccidere è facile, avrei potuto rifarlo»
di Roberta GRASSI
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Venerdì 12 Maggio 2023, 21:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 14:11

«Questo omicidio è la cosa che più mi spezza, una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta...sì! Felice di aver dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse una partita a Gta». È lo stralcio di uno scritto di Antonio De Marco, lo studente 24enne condannato all’ergastolo per l’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta (massacrati di coltellate nel settembre 2020, in via Montello), contenuto nelle motivazioni della sentenza d’appello che sono state depositate nelle scorse ore. I giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno confermato la decisione di primo grado, con l’aggiunta dell’isolamento diurno per tre anni. E hanno spiegato le ragioni per cui non hanno ritenuto di disporre una nuova perizia psichiatrica, ritenendo l’imputato perfettamente in grado di intendere e volere. Nella sentenza sono riportati stralci di pensieri posti nero su bianco dopo i fatti, in carcere, o in sede di consulenza psichiatrica. 
«È facile per me uccidere», dice De Marco. «La cosa peggiore è che sento che se fossi all’esterno, il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato all’Eurospin a comprare patatine e schifezze varie. È facile per me uccidere, magari non lo è stato da un punto di vista logistico, ma da un punto di vista emotivo è facile». 
I giudici (presidente Vincenzo Scardia, a latere Luca Colitta) hanno ripercorso le fasi del delitto, e riepilogato lo svolgimento del processo.

Il nodo centrale dell’appello è stata la capacità di intendere e volere dell’imputato, perché su essa verteva il ricorso delle difese Giovanni Bellisario e Andrea Starace, che ora potranno eventualmente impugnare la decisione e discutere ancora della vicenda dinanzi alla Corte di Cassazione. 

Nessun vizio di mente

Disturbi di personalità, senza alcun dubbio, secondo i periti. Ma nessun vizio di mente. Così, nel febbraio scorso, si è giunti a comminare la pena dell’ergastolo a De Marco, con l’isolamento diurno per tre anni. 
Nel dispositivo sono confermate tutte le statuizioni civili già determinate in favore dei parenti delle vittime. La provvisionale di 100mila euro ai famigliari dei due ragazzi costituitisi parte civile con gli avvocati Mario Fazzini e Renata Minafra, (legali del padre di Daniele, Fernando De Santis, della madre Floreana Rita Rossi, nonché delle sorelle Antonella e Valentina De Santis), Luca Piri (per il padre di Eleonora, Quintino Manta), Stefano Miglietta (per la madre di Eleonora, Rossana Carpentieri e per lo zio Cosimo Carpentieri) e Fiorella d’Ettorre (per la nonna Luce Apollonio). E la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.
 

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