Si scava nei cellulari sequestrati a fine maggio al giudice Pietro Errede, al compagno e avvocato Alberto Russi, e ai due consulenti del Tribunale, Emanuele Liaci e Marcello Paglialunga.
È stato infatti conferito ieri dalla Procura di Potenza l’incarico a un consulente (Antonio Tamborino, di Lecce) per ottenere la copia forense delle memorie dei telefonini, e quindi visionare tutti i dati ritenuti utili per proseguire nella maxi inchiesta su giustizia e favori che ha riguardato il Tribunale fallimentare di Lecce dove in cambio di regali e vario genere di benefici, sarebbero stati pilotati incarichi e provvedimenti.
Il terremoto giudiziario
Un terremoto giudiziario che risale al 29 maggio scorso.
I legali
Queste le difese: Michele Laforgia e Donatello Cimadomo per Errede, Roberto Rella per Russi, Amilcare Tana per Bellantone, Francesco Vergine per Casilli, Luigi Covella e Leonardo Pace per Silvestrini, Enrico Chirivì e Amilcare Tana per Evangelista. Più di recente c’è stata poi una new entry tra gli indagati (che potrebbero essere numerosi ma non ancora svelati): si è aggiunto l’avvocato Mauro Calò, assistito dall’avvocato Cristiano Solinas.
Come noto sono contestate a vario titolo ipotesi di corruzione in atti giudiziari, tentata concussione, tentata estorsione e turbativa d’asta. I pm di Potenza, stanno proseguendo con gli approfondimenti ritenendo tra l’altro che dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare di maggio siano emersi elementi investigativi di valore. «Attività - hanno spiegato - che consentono di più specificamente delineare l’esistenza di un articolato e collaudato sistema di gestione illecita dell’assegnazione di incarichi ad amministratori giudiziari, curatori, consulenti legali e patrocinatori di curatele che si fonda non solo sulla corruzione del magistrato Errede, ma su una fitta trama di complicità che trasversalmente attraversa e rende sodali un nutrito gruppo di professionisti salentini che monopolizza gli incarichi giudiziari più remunerativi attraverso un illecito scambio di favori». Secondo l’accusa, infatti, oltre al resto: «Errede e Russi, in concorso e previo accordo fra loro e con altri curatori fallimentari ed amministratori giudiziari nominati da Errede, sistematicamente e costantemente pilotavano le nomine di amministratori giudiziari e curatori fallimentari, in occasione di fallimenti in cui l’attivo fallimentare era cospicuo».
La parte dell’inchiesta che riguarda Silvestrini e Bellantone, in cui si parla comunque di corruzione in atti giudiziari, invece, si riferisce a presunte sponsorizzazioni chieste da Silvestrini al commercialista per ottenere dal Csm la nomina a presidente del Tribunale di Lecce, incarico non ancora assegnato. La pratica è di recente tornata in commissione, dove per numero di preferenze ha prevalso l’attuale facente funzioni Roberto Tanisi. Si attende ora la fissazione del plenum.