Il giudice e le «sponsorizzazioni» al Csm: ascoltato anche l'ex premier Conte

Il giudice e le «sponsorizzazioni» al Csm: ascoltato anche l'ex premier Conte
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:06

Politici, anche l’ex premier, come “persone informate sui fatti”. Ascoltati dalla Procura di Potenza sulla vicenda che coinvolge tra agli altri, anche il giudice del Tribunale di Lecce, Alessandro Silvestrini per cui sono stati invocati i domiciliari per una ipotesi di presunta corruzione in atti giudiziari. 
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce, su delega della Procura, hanno sentito nei giorni scorsi l’ex premier e attuale leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, il suo ex portavoce, Rocco Casalino, il senatore Roberto Marti (Lega), il senatore pentastellato ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco e il senatore della Lega, Andrea Paganella.

I verbali depositati al Riesame

I verbali sono stati depositati ieri nel corso dell’udienza fiume dinanzi al Tribunale del Riesame in cui si è discusso proprio dell’appello formulato dai pm ai rigetti opposti dal gip in sede di emissione di ordinanza di custodia cautelare. Lo scorso 29 maggio, come si diceva, sono stati arrestati e posti ai domiciliari il giudice Pietro Errede, all’epoca dei fatti in servizio nella sezione Fallimentare e commerciale del Tribunale civile di Lecce, il compagno e avvocato Alberto Russi, i commercialisti Massimo Bellantone, Marcello Paglialunga ed Emanuele Liaci. 
A piede libero altre cinque persone.

La procura di Potenza aveva invece chiesto il carcere per il magistrato Pietro Errede e per il compagno, l’avvocato Alberto Russi. Il carcere anche per l’avvocato Antonio Casilli (libero) e per il commercialista Massimo Bellantone, attualmente ai domiciliari. I domiciliari per il magistrato Alessandro Silvestrini e per il consulente Giuseppe Evangelista.

Il capitolo "Csm"

La sfilata di politici di caratura nazionale, in veste naturalmente di testimoni, è stata ritenuta necessaria dai magistrati per approfondire il capitolo “Csm”. Ossia le presunte sponsorizzazioni chieste da Silvestrini, secondo l’ipotesi accusatoria, a Bellantone e a Giancarlo e Paride Mazzotta (che rivestono il ruolo di denuncianti in questa indagine), per la corsa alla presidenza del Tribunale di Lecce. Sponsorizzazioni che sempre secondo le tesi della Procura sarebbero state “ripagate” con la promessa di consulenze al commercialista. 
Più tecnicamente, come riportato nel capo di imputazione, i due avrebbero stretto un accordo finalizzato per Silvestrini «a ricavare utilità indebite dall’esercizio delle funzioni giurisdizionali», e per Bellantone teso ad «acquisire e consolidare una posizione di preminenza negli incarichi direttamente o indirettamente attribuiti dal Tribunale di Lecce».

Le dichiarazioni spontanee di Silvestrini 

Sul punto, proprio il giudice Silvestrini che attualmente compone la commissione del concorso per notai, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio richiesto dai pm, ha deciso ieri di rendere dichiarazioni spontanee. È difeso dagli avvocati Luigi Covella e Leonardo Pace. 
Ha specificato, producendo documentazione, di non aver conferito alcun incarico a Bellantone in tempi recenti. Quello su cui si sono concentrati gli investigatori, secondo quanto riferito, sarebbe risalente nel tempo. Dato nel 2014, quando ancora non c’era alcuna partita aperta per la presidenza del Tribunale e quindi nessuna ambizione, neppure ipotetica. 
Ai politici i finanzieri hanno chiesto conferma dei presunti contatti e di un eventuale interessamento per le votazioni del Csm. Le risposte alle domande sono state depositate ieri al Tribunale del Riesame con la finalità di rafforzare l’impianto accusatorio sul tema dei gravi indizi di reato. 

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