Giustizia e favori, ricorso al Riesame: tre indagati chiedono la libertà

Giustizia e favori: tre indagati chiedono la libertà
Giustizia e favori: tre indagati chiedono la libertà
di Roberta GRASSI
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Lunedì 12 Giugno 2023, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 08:06

Chiedono la revoca della misura, o una attenuazione. La libertà, insomma. Hanno formulato ricorso al Riesame le difese di Alberto Russi, avvocato e compagno del giudice Pietro Errede, e dei commercialisti Massimo Bellantone e Marcello Paglialunga. Sono tutti coinvolti nella maxi inchiesta sul Tribunale di Lecce, in particolare sulla sezione Commerciale e Fallimentare e sono finiti agli arresti domiciliari il 29 maggio scorso con accuse a vario titolo contestate di tentata concussione, corruzione in atti giudiziari, tentata estorsione e turbativa d'asta. Ai domiciliari anche il commercialista Emanuele Liaci.

A piede libero altre cinque persone, per alcune delle quali la Procura di Potenza ha ribadito, con un appello al rigetto del gip, la richiesta di misura: il giudice Alessandro Silvestrini(per cui sono stati invocati i domiciliari), il consulente Giuseppe Evangelista (domiciliari) e l'avvocato Antonio Casilli (carcere).

Per gli appelli, il l'udienza in camera di consiglio è stata fissata per il 20 giugno prossimo.

Anche i ricorsi, ma si tratta al momento solo di un'eventualità, potrebbero essere discussi nella stessa circostanza. Ad occuparsene sono gli avvocati Roberto Rella (per Russi), Amilcare Tana (per Bellantone) e Luigi Maria Vetere e Alberto Gatto (per Paglialunga, che ha ottenuto dal gip l'autorizzazione a recarsi a lavoro una volta a settimana e di condurre la propria attività professionale in smart working).

Il procedimento

Quanto al procedimento, ancora aperto e con verifiche in pieno corso da parte dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Lecce, l'elenco delle contestazioni parte da un presunto episodio di tentata concussione. Pietro Errede, Alberto Russi, avrebbero cercato di imporre la nomina di un coadiutore agli amministratori giudiziari di Fersalento. Pietro Errede, poi, avrebbe nominato come consulente Giuseppe Evangelista, in cambio di notizie riservate su un'asta giudiziaria per un immobile di via Parini. C'è quindi i il rapporto con l'altro consulente, Marcello Paglialunga, che in cambio di incarichi avrebbe provveduto a far pervenire al giudice Errede un iPad, come regalo di Natale, poi cambiato con un iPhone 13, e la nota collana tennis di brillanti da 12mila euro, comprata a 7mila euro attraverso una società di cui il magistrato gestiva una procedura giudiziaria.

Da Emanuele Liaci, altro consulente, avrebbe ricevuto il pagamento di una crociera in Grecia, in barca a vela, il pagamento dell'assicurazione dell'auto, per 290 euro, la promessa di un altro viaggio sempre in barca e un banchetto in un lido di Leuca, questi ultimi due eventi saltati per via delle perquisizioni di giugno. Quindi il ruolo di un altro professionista, Massimo Bellantone. Avrebbe garantito a Errede il reperimento di un Rolex Daytona, pagato 20mila euro, in cambio di nominei. Sempre Bellantone, metodo simile nella forma ma differente nel merito, stando all'accusa, si sarebbe adoperato per sponsorizzare politicamente al Csm un altro magistrato, Alessandro Silvestrini, interessato alla carica di presidente del Tribunale. Infine il capitolo "subappalti" di consulenze.

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