Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonio Casilli, uno degli indagati per cui era stata chiesta (ed è stata rigettata) la misura cautelare. Casilli, avvocato, era stato convocato dai pm di Potenza (si è occupato del fascicolo il procuratore della Repubblica, Francesco Curcio), ed è comparso al fianco dei suoi avvocati Francesco Vergine e Luigi Covella. In questa fase ha preferito il silenzio, in attesa di valutare gli atti. Sarà invece sentito venerdì prossimo, al fianco dell'avvocato Leonardo Pace, l'altro magistrato coinvolto, Alessandro Silvestrini, per cui pure era stata richiesta la misura cautelare dei domiciliari, rigettata dal gip.
Le contestazioni
Casilli risponde, in concorso con il giudice Pietro Errede e il compagno Alberto Russi, di aver cercato di costringere Saverio Congedo e Michele Macrì, amministratori giudiziari di Fersalento (e primi denuncianti), a proporre la sua nomina come coadiutore e di aver in questo modo eluso il divieto di ricevere nomine dal Tribunale di Lecce, essendo coniuge di un magistrato in servizio in quegli uffici (anche se in altra sezione).
Silvestrini, invece, risponde di concorso in corruzione in atti giudiziari con il commercialista Massimo Bellantone. Secondo le ipotesi accusatorie, Bellantone si sarebbe adoperato per sponsorizzare politicamente al Csm Silvestrini, interessato alla carica di presidente del Tribunale.
Infine il capitolo "subappalti" di consulenze.
Il procedimento
Scadevano intanto ieri i termini per la Procura per presentare appello, come annunciato il giorno dell'esecuzione dell'ordinanza, e impugnare i diversi rigetti opposti dal gip ad alcune richieste. Si saprà se vi è stata effettivamente una impugnazione qualora dovesse essere fissata (e comunicata) dal Riesame l'udienza in camera di consiglio. Vale la pena di specificare che la decisione dei giudici della Libertà non sarà comunque esecutiva fino al passaggio in giudicato. E quindi, presumibilmente, l'ultima parola spetterà alla Corte di Cassazione. Le difese degli altri indagati sono sostenute dagli avvocati Donatello Cimadomo e Michele Laforgia; Roberto Rella; Amilcare Tana; Luigi Suez; Luigi Maria Vetere e Alberto Gatto; Enrico Chirivì; Giancarlo Raco ed Enrico Gargiulo.
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