Lecce, Silvestrini tace davanti ai pm in attesa del Riesame

Lecce, Silvestrini tace davanti ai pm in attesa del Riesame
di Roberta GRASSI
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Sabato 10 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:26

Ha preferito il silenzio anche il magistrato Alessandro Silvestrini che ieri, dinanzi ai pm di Potenza che lo avevano convocato per interrogarlo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. E non ha ancora depositato alcuna memoria difensiva, considerato l’appuntamento del 20 giugno, quando si discuterà l’appello dei pubblici ministeri che hanno chiesto i domiciliari per lui e per il consulente Giuseppe Evangelista e il carcere per il collega magistrato della Fallimentare, Pietro Errede, per il compagno di quest’ultimo, l’avvocato Alberto Russi, per il commercialista Massimo Bellantone (tutti ai domiciliari) e per l’avvocato Antonio Casilli, che si trova in stato di libertà.

Le richieste della Procura

Sono coloro per i quali la Procura, nell’ambito dell’inchiesta su presunti favori e regali in cambio di incarichi, su uno sfondo di procedimenti che sarebbero stati pilotati, aveva invocato la misura restrittiva che il gip Salvatore Pignata ha concesso in forma più leggera. Riqualificando, per altro, alcuni capi d’accusa. 
L’audizione di Silvestrini (difeso dall’avvocato Leonardo Pace) era stata inizialmente fissata per lo scorso lunedì, come quella di Antonio Casilli (al fianco del legale, Francesco Vergine), che pure si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice civile, che al momento non ricopre alcun incarico in Tribunale, essendo stato inserito nella commissione per il concorso notai, ne aveva chiesto il differimento per un impedimento.

Ha scelto il silenzio. Due sono le contestazioni che gli vengono mosse. Entrambe raccontano di una presunta corruzione in atti giudiziari. Soltanto per una delle due è stata invocata la misura. 

Le accuse

Per la contestazione che gli viene attribuita in concorso con Bellantone. In concorso, sostengono i quattro pm che indagano (il procuratore della Repubblica Francesco Curcio, il procuratore aggiunto Maurizio Cardea, i sostituti Vincenzo Montemurro e Anna Piccininni), avrebbero stretto un accordo finalizzato per Silvestrini «a ricavare utilità indebite dall’esercizio delle funzioni giurisdizionali», e per Bellantone teso ad «acquisire e consolidare una posizione di preminenza negli incarichi direttamente o indirettamente attribuiti dal Tribunale di Lecce». 
In particolare Silvestrini, «in qualità all’epoca dei fatti di presidente della Sezione fallimentare ed Esecuzioni immobiliari del Tribunale di Lecce, in vista di future nomine e dopo avere incaricato Bellantone in alcune procedure», avrebbe concordato con il professionista, «bene inserito nei circuiti politici cittadini e nazionali», scrivono i pm, «la promessa di favori e utilità». Sponsorizzazioni al Csm, dice l’accusa, per raggiungere l’obiettivo di divenire presidente del Tribunale. «L’utilità promessa a Silvestrini da Bellantone - vanno avanti i quattro pm - su base pattizia, consisteva nell’impegno assunto da Bellantone, senza obblighi di risultato, di sponsorizzare, dunque di esercitare influenza sul versante dei membri laici del Csm eletti dal Parlamento, in favore della candidatura di Silvestrini nell’ambito del concorso diretto ad assegnare all’ufficio di presidente del Tribunale di Lecce (pratica ancora in corso dinanzi al Csm), aspirazione massima di Silvestrini, in relazione alla quale aveva impegnato e sta impegnando tutto se stesso».

Il pesce in regalo 

L’altro capo di accusa riguarda una consegna di pesce in cambio di un presunto beneficio concesso a un privato, attraverso un consulente, in una procedura fallimentare. 
Il resto dell’inchiesta, ancora in corso, condotta dai militari della guardia di finanza del nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce è incentrata sulla figura di Errede, del compagno, e di altri professionisti: si parla di tentativi di concussione, di corruzione in atti giudiziari, e anche di turbativa d’asta. Anche per la vicenda riguardante l’acquisto all’asta di una casa, destinata secondo gli accertamenti investigativi alla sorella del giudice Errede, è stata ribadita la richiesta di misura cautelare. 

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