Dj salentino trovato impiccato: aperto fascicolo per istigazione al suicidio

Ivan Navi
Ivan Navi
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Lunedì 4 Luglio 2016, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 16:04
RACALE - E' passato poco più di un anno da quando Ivan Navi, dj e cantautore 33enne del basso Salento fu trovato impiccato. Ora i genitori, Rita Bortone e Sergio Martella, di Racale chiedono che il corpo venga riesumato per tentare di dare una spiegazione diversa dal suicidio alla morte del figlio di cui ancora non si capacitano.
Ivan, figlio di Rita cui Martella ha fatto da padre sin da piccolo, conosciuto in arte come Ivan Navi, il 21 giugno dello scorso anno venne trovato impiccato ad un albero nelle campagne di Acquarica del Capo. I genitori non credono al suicidio e per questo hanno chiesto la riesumazione della salma perché venga effettuata l'autopsia che all'epoca non venne mai disposta. «Me lo devono - dice la mamma, Rita - anche se per per me sarà un doppio dolore. Sono sicura che dietro quella morte ci sia dell'altro perché Ivan non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Era pieno di vita, di progetti, con importanti impegni di lavoro per il giorno seguente, tra cui un'intervista al cantante Massimo Di Cataldo, per la radio dove lavorava. E poi - aggiunge - in camera da letto ha lasciato tutto come era solito fare quando doveva rientrare». Anche Sergio Martella è convinto che ci sia dell'altro. «L'unica cosa che attesta il suicidio - afferma - è una lettera di addio che i carabinieri hanno rinvenuto nella sua auto, scritta peraltro al computer senza data. Posso scommettere sulla mia vita che non l'ha scritta lui, persino la calligrafia che compare sulla busta abbiano avuto conferma che non è la sua, ma per i carabinieri invece non c'erano dubbi: si era trattato di un suicidio». La coppia ritiene che l'indagine - ora passata nelle mani del commissariato di Taurisano - sia stata condotta in modo lacunoso e teme che "fretta e incuria" possano avere compromesso prove importanti. Al momento il fascicolo d'inchiesta aperto dalla Procura di Lecce è a carico di ignoti per istigazione al suicidio ma Sonia Santoro, il legale a cui si è affidata la famiglia, assicura di aver raccolto in queste settimane degli elementi tali da far ipotizzare anche l'omicidio.
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