A Calimera cambia il nome della Piazza e scoppia la polemica

A Calimera cambia il nome della Piazza e scoppia la polemica
di Fernando DURANTE
2 Minuti di Lettura
Sabato 26 Novembre 2022, 18:35

La storica, centralissima, “Piazza del Sole” di Calimera, da sempre luogo di socialità, diventa “Piazza del Sole-Brizio Aprile”. Lo ha deciso la giunta comunale. La gente, come la politica locale, su quell’aggiunta, si divide. 
In contemporanea l’esecutivo ha intitolato i giardini pubblici ad un altro storico personaggio del luogo, Giannino Aprile. Entrambi sindaci parlanti grico (l’antica lingua che ancora oggi, orgogliosamente, si parla in paese). Brizio è stato anche assessore regionale al Personale. «Due personalità - per dirla con l’attuale sindaco, Gianluca Tommasi - che hanno dato lustro alla comunità». Divisi, però, dall’interpretazione e militanza politica. Brizio, Democratico Cristiano; Giannino, invece, comunista. Fu quest’ultimo a realizzare i giardini ed a deporre in un’aiola la stele Attica risalente al IV sec a.C, dono di Atene al paese. Era il 1960. Brizio, invece, fra roventi polemiche, volle quella piazza.

La polemica

Dall’opposizione in Consiglio comunale, “Buongiorno Calimera”, parte la prima bordata di contestazione.

Ricorda che, quand’erano loro in amministrazione, l’accusa ricorrente riguardava proprio la mancanza di interlocuzione con la popolazione. Oggi i ruoli sono cambiati ed anche gli atteggiamenti. Ora è la minoranza in Consiglio comunale che accusa l’amministrazione di arroganza per non aver ascoltato la gente, prima di prendere una decisione su quella che chiamano la “nostra piazza”, la piazza dei calimeresi. Perciò, chiede a gran voce il ritiro della delibera. Rilevando che per l’intitolazione dei giardini pubblici a Giannino Aprile, nessuno ha obiettato nulla. Mentre per l’aggiunta di quel nome sulla piazza si è diviso il paese. Il tutto, in un “ridicolo tentativo storico-politico”. In sostanza, per non scontentare nessun cittadino di opposta fede politica si sarebbe proceduto con una forma di baratto: una piazza a te ed un giardino a me. La nota conclude sostenendo che, «la questione merita più rispetto di una decisione unilaterale imposta ed irremovibile». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA