Benzina e diesel, pieno alle stelle: la rabbia di automobilisti e gestori

Pompe di benzina
Pompe di benzina
di Paola ANCORA
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Martedì 30 Aprile 2019, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 08:57
Chiunque abbia in programma di partire per questo ponte del Primo Maggio dovrà farsi bene i conti: benzina e gasolio hanno raggiunto prezzi record e le tariffe promettono di salire ancora. Dunque meglio infilare nel portafogli un paio di banconote da 100 euro, specie se la meta è distante e, per raggiungerla, sarà necessario anche un passaggio in autostrada. La vita per gli automobilisti, infatti non solo per i viaggiatori è diventata dura e non sono previsti miglioramenti nel breve periodo: se il Governo non interverrà per tempo e con misure ad hoc, i rincari proseguiranno.
Lo confermano anche i responsabili dei distributori di carburante della città: «Le compagnie petrolifere ci hanno avvisato, i prezzi cresceranno ancora». E se Atene piange, Sparta non ride di certo, anzi: come detto, fuori dai centri urbani, in autostrada in particolare, si sono registrati costi fino a 2 euro al litro, mentre nelle principali città il costo medio si aggira attorno agli 1,8 euro al litro per la benzina e agli 1,6 per il diesel.
Prezzi record sui quali ieri il Codacons che a Lecce ha confezionato un decalogo del risparmio destinato ai consumatori di cui vi rendiamo conto nell'articolo accanto ha presentato un esposto presso 104 Procure della Repubblica. Compresa quella di Lecce. Nell'esposto si chiede di «accertare se i repentini incrementi dei listini di benzina e gasolio degli ultimi giorni possano configurare il reato di aggiotaggio».
Il timore dei consumatori, insomma, è che l'impennata dei prezzi alla quale ci si trova oggi a far fronte non sia giustificata esclusivamente dalle quotazioni del petrolio e possa, invece, essere frutto di speculazioni. E, a mettere il carico da novanta sulle spalle di famiglie e consumatori più in generale, ci sono gli annunciati ritocchi al rialzo per le accise sui carburanti e per l'Iva, ritocchi previsti nelle clausole di salvaguardia del bilancio statale.
Un aumento che nessuno nel Governo, almeno fino a ora, ha smentito, nonostante poco più di un anno fa, nella campagna elettorale per le Politiche, proprio sulle accise della benzina si fosse sbilanciato il vicepremier Matteo Salvini, promettendo di eliminare le sette accise più vecchie già nel corso della prima riunione del Consiglio dei Ministri. Acqua o, meglio, benzina passata. Del tema non si parla più e ad occupare le pagine dei giornali economici e i pensieri dei cittadini che devono far quadrare i conti sono invece la guerra in Libia e le tensioni fra Stati e Iran, che contribuiscono in misura e maniera diversa a far alzare il prezzo del petrolio e, quindi, dei carburanti.
A Lecce i titolari delle stazioni di rifornimento ultimo anello della catena di distribuzione di gasolio e benzina si mettono le mani nei capelli: la batosta, infatti, colpisce indirettamente anche loro. «Per noi spiega Davide De Vitis, titolare con la famiglia di quattro stazioni dentro e fuori la città capoluogo il rincaro è penalizzante perché il nostro margine di guadagno è pro-litro, non percentuale». Cosa vuol dire? Vuol dire che all'aumentare del costo del carburante, il margine di guadagno è sempre lo stesso. «Così non siamo ancora arrivati a due euro al litro prosegue ma poco ci manca e il rincaro è di tutte le compagnie».
A novembre il prezzo del gasolio fra Agip, Eni, Ip ed Esso oscillava fra 1,459 e 1,499 euro al litro. La benzina, invece, da 1,519 a 1,589 euro per litro. Oggi, un litro di gasolio costa anche 1,509 euro e uno di benzina fino a 1,629 euro a litro. Un aumento dai 10 ai 20 centesimi circa per litro che, quando si fa il pieno all'auto, non sono di poco conto. Specie se a far quadrare i conti deve essere una famiglia, magari monoreddito.
Per questo, in molti sono corsi ai ripari. «C'è un evidente calo nei rifornimenti racconta un altro titolare di distributore, che chiede di restare anonimo - cercano tutti di usare meno l'auto e persino sulla tangenziale c'è meno traffico. Per non parlare poi degli autotrasportatori, chi li vede più. Loro hanno anche sconti particolari, ma in ogni caso preferiscono tutti le pompe bianche». Ossia distributori di carburante senza brand, non riferibili alle più note compagnie petrolifere come Eni Api, Ip, Esso e via dicendo che ritirano gasolio e benzina da dove preferiscono e, dunque, rivendono a prezzi decisi in autonomia. «Noi, invece chiudono gli operatori siamo già stati avvisati dalle compagnie del rincaro in arrivo, con i prezzi che dovremo esporre sulle colonnine e che sono al limite dell'assurdità».
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