Amina detenuta in Kazakistan, parla l'avvocato: «Gli agenti sono indagati per torture»

Amina, parla l'avvocato: «Gli agenti sono indagati per torture»
Amina, parla l'avvocato: «Gli agenti sono indagati per torture»
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Lunedì 30 Ottobre 2023, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 14:46

Alcuni poliziotti sarebbero indagati per torture nell'inchiesta che la Procura speciale di Astana, in Kazakistan, ha aperto per fare luce sugli abusi che la 18enne salentina Amina Milo ha denunciato di aver subito durante i giorni in cui sarebbe stata detenuta da alcuni agenti in un appartamento «segreto» dove sarebbe stata «maltrattata e picchiata», e dove avrebbe «subito dei tentativi di stupro».

Lo comunica il legale di Amina, Alibek Sekerov, precisando che in giornata «ci sarà un altro confronto in Procura con uno degli agenti indagati e con altri testimoni».

Le ricostruzioni

Amina, secondo quanto ricostruito dai suoi genitori e dal suo legale, è stata fermata a Astana dalla polizia il 18 giugno mentre era in giro con un coetaneo del posto.

Il ragazzo avrebbe avuto con sé dello stupefacente ma Amina - precisa il legale - «non sapeva nulla che il ragazzo avesse della droga».

E anche gli esami tossicologici non hanno evidenziato la presenza di alcuna sostanza nel sangue di Amina che quindi «è stata detenuta senza alcun motivo». Dopo il fermo, Amina - secondo quanto riferito - è stata portata dalla polizia in un appartamento privato dal quale poi un agente avrebbe chiamato sua madre, Assemgul Sapenova, chiedendole 60mila euro per il rilascio di sua figlia. La madre a quel punto, su consiglio dell'avvocato Sekerov, si è rivolta all'ambasciata italiana che ha ottenuto il rilascio della 18enne. Pochi giorni dopo, però, l'11 luglio, Amina è stata nuovamente convocata dalla polizia che l'ha arrestata per traffico internazionale di droga, dopo averle fatto firmare dei documenti che la giovane non comprendeva perché, vivendo in Italia da quando aveva otto anni, non parla né russo né kazako.

Il racconto

«Abbiamo chiesto la perizia di uno specialista qualificato per capire se come riteniamo c'è stata tortura». Alibek Sekerov, l'avvocato di Amina Milo Kalelkyzy, la 18enne detenuta in Kazakistan dalla metà di luglio, racconta la vicenda partendo dalla fine. «La Procura speciale di Astana adesso sta indagando e ha aperto un procedimento contro gli agenti di Polizia. Questo è avvenuto anche grazie alle tante testate giornalistiche del Paese che hanno parlato del caso. Ritengo che ci siano state numerose violazioni del codice di procedura penale, infatti ho chiesto l'esecuzione di un esame psichiatrico per mostrare a tutti le condizioni psicologiche della ragazza. A mio avviso sono stati violati diversi protocolli e vogliamo andare in fondo», spiega in inglese direttamente da Astana, dove con la mamma della giovane salentina segue la vicenda da vicino.

«Stiamo lavorando per permetterle di andare avanti e superare i traumi. Il suo stato psicologico è di depressione per tutto quello che le è successo nelle ultime settimane». Il legale conferma il doppio tentativo di suicidio di Amina. E racconta anche quello che è successo prima dell'arresto di metà luglio. A giugno, secondo avvocato e famiglia della giovane, lei sarebbe stata detenuta illegalmente in un'abitazione privata per 18 giorni. Un tentativo, a dir loro, di fare «violenza psicologica» nei confronti della famiglia, chiamata nel frattempo a pagare una cauzione di circa 60mila euro. Poi l'11 luglio è stata nuovamente chiamata in Caserma e qui è stata arrestata. Avrebbe anche firmato dei documenti «di cui lei non può essere a conoscenza - continua Sekerov - perché non capisce la nostra lingua e quindi senza l'aiuto di un interprete non avrebbe mai potuto leggere quello che c'era scritto. Un agente di Polizia l'ha presa in giro, secondo quanto mi ha raccontato, e lei anche per questo ha tentato nuovamente il suicidio».
Il legale è stato intervistato anche da più testate giornalistiche kazake, dove ha raccontato quanto è avvenuto per sensibilizzare l'opinione pubblica. Un'iniziativa che ha pagato, visto che nel giro di pochi giorni la storia è divenuta popolare anche lì. La ragazza è accusata di «detenzione di droghe vietate nel nostro Paese. Si tratta dell'articolo 297 del Codice penale del Kazakistan», precisa.

 

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