Una 18enne salentina detenuta in Kazakistan: «Innocente, Tajani l'aiuti»

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Amina ha 18 anni e da tre mesi è rinchiusa nel carcere di Astana, capitale del Kazakistan. Senza capire una parola di russo o kazako, senza un traduttore, arrestata senza prove con l'accusa di traffico internazionale di droga. Amina parla solo italiano ed è sempre vissuta a Lequile, nel Salento: è stata sequestrata per 16 giorni dalla polizia kazaka e, oggi, rischia dai 10 ai 15 anni di carcere. La sua storia, rimasta per mesi sottotraccia, dipanatasi lungo il filo che ha sempre tenuto legata sua madre con la comunità di Lequile e del Leccese più in generale, in questi giorni è arrivata sul tavolo del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Perché mettendo in fila i buchi neri, le violenze e le svariate violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale consumatesi in questi tre mesi sulla pelle di una cittadina italiana appena 18enne, che Amina sia colpevole oppure no diventa un elemento secondario. Ciò che conta sono i fatti.