Amina, l’abbraccio con la mamma. «Ora voglio andare al mare»

Amina, l’abbraccio con la mamma. «Ora voglio andare al mare»
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 3 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 17:47

«Sono libera, wow». Sono le prime parole di Amina. Scandisce quel termine, “libera”, in italiano. Parla con accento salentino, del resto ha vissuto a Lequile, la sua città, negli ultimi dieci anni. Amina è italiana a tutti gli effetti, non solo per la cittadinanza. E il primo pensiero, una volta entrata in auto, è per la nazione che tanto le è stata vicina negli ultimi giorni: «Grazie all’Italia, al ministro Antonio Tajani e al governo. Ringrazio tutti», dice. Più felice che commossa, con un sorriso raggiante e contagioso, nonostante la stanchezza e la fame. Il primo desiderio è stato quello di andare a cena fuori, esaudito dal legale Alibek Sekerov e dalla mamma, Asia. Poi una chiamata a Sergio, il papà, che ha seguito la vicenda dall’Italia con enorme apprensione. 

 

Le parole


«Ora sto bene», ha detto mentre entrava in auto con la mamma. «Sono libera del tutto, non sono ai domiciliari», chiarisce al telefono, quando le viene chiesto cosa sia successo. Non riesce neppure a spiegarsi del tutto quello che è successo tra la tarda mattinata di ieri e il pomeriggio. «È accaduto tutto all’improvviso - racconta -, a un certo punto un agente mi ha detto di prendere i miei vestiti e di andare via. Per me è stata una gioia incredibile». Sulla partenza per l’Italia non può sbilanciarsi: «Non so quando potremo ripartire per tornare a casa, dobbiamo ancora completare delle cose», commenta. «Ci sono stati momenti drammatici durante la mia prigionia.

Ora non vedo l’ora di tornare in Italia. Mi manca la mia famiglia, il mio migliore amico. E mi manca il mare», dice quando ritrova un po’ di lucidità, tra la gioia del momento e la sensazione di aver ripreso in mano la propria vita. 

I bigliettini


In carcere comunicava con l’esterno tramite la mamma, con numerosi bigliettini consegnati ad Asia durante i colloqui, che avvenivano dal lunedì al venerdì per 15 minuti. Amina incontrava la madre, alla quale consegnava dei messaggi anche per gli amici, oltre che per la stampa, con cui la famiglia e il legale hanno avuto un’interlocuzione importante durante tutto il periodo di prigionia.
Vuole tornare al mare, in Salento. E poi frequentare nuovamente la scuola, il Liceo artistico interrotto prima del diploma. Da quelle mura sono arrivati numerosi messaggi. Ieri ha avuto una breve chiamata anche con Marco, il migliore amico, con cui era rimasta in contatto nei 114 giorni di carcere. Ha parlato anche con Donatella, la mamma di Marco. 
Ringraziamenti al «governo italiano e al ministro Antonio Tajani» anche da parte dei genitori della 18enne. «È merito loro e della diplomazia italiana se oggi possiamo gioire per la liberazione di nostra figlia. I nostri ringraziamenti vanno anche al ministro Raffaele Fitto per il quotidiano supporto che ci ha dato e con lui all’onorevole Mauro D’Attis e a tutte le persone che ci sono state vicine in questi 113 giorni», aggiungono Sergio Milo e la moglie che poi evidenziano e ringraziano anche Donatella Fiorentino e Mimma Antonaci. Sono state loro due, due amiche di famiglia, ad accendere un faro mediatico sulla vicenda. Asia ne parla come «le nostre mediatrici che hanno fatto da collante tra il Salento, Roma e il Kazakistan». «Vogliamo ringraziare anche la stampa, i giornali, le tv per quanto fatto. Questa nostra felicità è merito di tutti», dice la mamma della ragazza, con Amina sempre al proprio fianco. 
Poi con l’avvocato Sekerov sono andate a cena. «Adesso devo solo rifocillarmi, rilassarmi, perché non ci riesco da troppo tempo», ha detto Amina. È la fine di un incubo e per capirlo basta guardare con quale cura scandisce la parola “libera”.
 

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