Tra l'onorevole e il sindaco è lite sul manifesto affisso e poi rimosso

Tra l'onorevole e il sindaco è lite sul manifesto affisso e poi rimosso
di Maria Gioia
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Domenica 3 Gennaio 2016, 18:05
CEGLIE - Nuovo capitolo della guerra Ciracì – Caroli. A Ceglie Messapica l’arrivo del nuovo anno non è riuscito a spazzare via l’antagonismo tra i due, che purtroppo continua. E ieri c’è stato un altro scontro, l’ennesimo.
Tutto ha avuto inizio in mattinata, quando sul maxi pannello pubblicitario, situato nei pressi della stazione, è stato affisso un manifesto, firmato dal gruppo dei Conservatori e Riformisti, guidato dal suo leader locale, l’onorevole Nicola Ciracì, che criticava l’operato dell’amministrazione comunale e del sindaco Luigi Caroli. Ma nel giro di pochi minuti lo stesso dipendente comunale che l’aveva sistemato, lo ha prontamente rimosso, su disposizione del Comune.
Cosa c’era scritto sul maxi manifesto? «Ceglie Messapica. Città delle tasse, terra delle auto bruciate e delibere copiate. Si ringrazia il sindaco Caroli per aver riqualificato il litorale, completato la passeggiata a mare e migliorato le strutture balneari della nostra Ceglie. Giunta Caroli bocciata». Un giudizio negativo messo nero su bianco e relativo all’aumento delle tasse, alla questione sicurezza e agli errori nelle delibere a causa dell’impiego del “copia e incolla”
«Noi abbiamo presentato una richiesta e pagato la tassa di affissione. Quanto accaduto è un fatto molto grave. Per questo abbiamo già presentato denuncia ai carabinieri: vogliamo capire di chi è la responsabilità della rimozione del manifesto», ha spiegato l’onorevole Ciracì.

Poi ha tuonato: «Ci siamo rivolti anche al comando della polizia locale e nessuno degli agenti ci ha saputo dire perché il manifesto è stato rimosso. Sappiamo bene che dietro alla rimozione ci sono precise direttive comunali. Il manifesto non conteneva ingiurie e la rimozione è inspiegabile. Siamo ai livelli della Corea. Qui si è perso il contatto con la realtà. Ma questa volta qualcuno si farà male, qualcuno dovrà chiedere scusa, stampare e riattaccare i manifesti».
Il deputato ha interessato la prefettura di Brindisi: «Ho parlato con il vice prefetto, a cui ho segnalato la vicenda. La stessa prefettura mi ha poi comunicato che sono riusciti a mettersi in contatto con il segretario comunale e il comandante della polizia locale, i quali hanno spiegato di non sapere niente dell’accaduto. Dal canto suo, lo stesso segretario comunale ha comunicato che avvierà un’indagine interna per capire cosa sia successo».
Infine, nel pomeriggio, è arrivato un comunicato stampa del gruppo di Ciracì: «Questa mattina, gli addetti ai lavori hanno provveduto ad affiggere un manifesto su uno spazio regolarmente pagato per nome e conto di Conservatori e Riformisti. Nonostante la regolarità del tutto, a seguito di una telefonata da qualche “ubriacato dal potere” , gli uomini ancora sulla gru, hanno immediatamente stracciato e rimosso il manifesto. Cosa avremmo mai potuto scrivere di non vero?».
E la spiegazione: «Il nostro era l’ulteriore tentativo rivolto innanzitutto al sindaco ed alla sua giunta a riflettere sulla situazione, ormai sotto gli occhi di tutti, ridicola e quindi negativa in cui stanno facendo sprofondare la nostra città».

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