Vertice al ministero dell'Economia sul Piano di riequilibrio: via l'aumento della tassa d'imbarco aeroportuale

Passeggeri si imbarcano dall'aeroporto di Brindisi
Passeggeri si imbarcano dall'aeroporto di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 05:00

C’è speranza per una rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale del Comune di Brindisi che non comporti l’aumento della tassa d’imbarco che era stato previsto dalla passata amministrazione.

Il vertice al ministero dell'Economia e delle Finanze

Nella giornata di ieri, infatti, il sindaco Giuseppe Marchionna è stato a Roma, dove ha incontrato, insieme al deputato Mauro D’Attis ed al senatore Dario Damiani, il sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze Sandra Savino ed il dirigente generale dello stesso ministero Sabatino Valentino. In gioco, infatti, c’è il concreto rischio che, come già accaduto a Venezia per il medesimo motivo, compagnie low cost come Ryanair scelgano di andare via o quanto meno di ridurre drasticamente la loro presenza. Un timore fatto presente dall’opposizione già prima della campagna elettorale e ribadito, sostanzialmente, da tutti i contendenti alla carica di primo cittadino durante l’ultima tornata elettorale, eccezion fatta per il sindaco uscente Riccardo Rossi. Tra questi, anche Marchionna aveva evidenziato le possibili problematiche legate ad una scelta di questo tipo, annunciando che, in caso di elezione, avrebbe messo mano al piano facendo di tutto per eliminare questo aumento che, per molti, rischiava di mettere in pericolo l’economia turistica non solo brindisina ma di tutto il Salento.

La rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale

Sulla base di quanto previsto dal dl Aiuti, la ormai ex amministrazione comunale aveva deciso di aderire al cosiddetto “salvagente” del governo, il cui scopo era quello di rimodulare, proprio sulla base di un accordo con lo stesso governo nazionale, il piano di riequilibrio. Una possibilità alla quale il Comune aveva aderito non tanto a causa di difficoltà nell’applicazione del piano quanto a causa dell’aumento dei costi per le utenze, in particolare illuminazione e riscaldamento. Spese che avrebbero dovuto essere coperte, secondo le intenzioni della passata amministrazione, proprio con l’aumento della tassa d’imbarco aeroportuale per il 2023 ed il 2024. Decisione, come detto, contestatissima. Non solo dagli avversari politici ma anche dai vertici di Aeroporti di Puglia e perfino dalla stessa Ryanair.

La disponibilità e la comprensione nei confronti dei Comuni più piccoli

Da qui la necessità di entrare in contatto con il ministero per provare a trovare una soluzione alternativa. Incontro che per il Comune di Brindisi è stato ottenuto proprio dai due parlamentari di Forza Italia D’Attis e Damiani e che, per il sindaco, è stato cordiale e collaborativo. «Abbiamo esordito - riferisce Marchionna - riprendendo tutta la storia della vecchia bozza di accordo, dicendo che rispetto a quelle previsioni avevamo più di una perplessità, in particolare sull’aumento della tassa d’imbarco aeroportuale. Che è una perplessità antica, espressa da me in campagna elettorale, e che adesso è vieppiù confermata dalle vicende veneziane. Il dottor Valentino, tra l’altro, ha detto che non c’è solo Venezia ma anche Napoli. Non perché ci sia stato il ritiro da parte dei vettori di linea ma perché la delibera di consiglio comunale sull’aumento della tassa d’imbarco è stata impugnata davanti al Tar». A presentare il ricorso, in particolare, è stata Gesac, la società che gestisce l’aeroporto di Capodichino.
«I nostri interlocutori, con tutta la prudenza del caso, hanno sostanzialmente condiviso con noi - aggiunge il sindaco - l’estrema criticità dell’appostamento di queste somme, a partire dalle questioni del ticket. Ammesso e non concesso che non succeda niente, infatti, il rischio è anche quello di impantanarsi in contenziosi di fronte al Tar. Quindi, di fatto, abbiamo concordato che presenteremo una nuova bozza, nella quale non sarà previsto l’aumento del ticket aeroportuale».

In cerca di entrate alternative: vendita del patrimonio e recupero dell'evasione

Questo significa che bisognerà trovare delle soluzioni alternative. Che, almeno per il momento, non sono ancora state individuate con precisione. «Dovremo fare - ammette Marchionna - di necessità virtù e vedere di recuperare qualche altra posta. Però abbiamo avuto l’impressione che tutti siano molto consapevoli delle enormi disparità di trattamento tra le grandi città metropolitane come Torino, Napoli, Palermo e Catania, per il cui riequilibrio c’erano a disposizione due miliardi e 670mila euro, ed i 14 capoluoghi di provincia che devono fare la stessa operazione, con gli stessi schemi, a costo zero per lo Stato. Partendo da questi ragionamenti, come la criticità di alcune poste di dubbia esigibilità, più la situazione politicamente ancora non chiara, abbiamo chiesto di riproporre una bozza di accordo nella quale non sia previsto l’aumento della tassa d’imbarco. Il tutto trovando un meccanismo che garantisca gli equilibri, magari partendo lenti e recuperando successivamente con la vendita di patrimonio non necessario e con il recupero di evasione ed elusione». L’impressione, conclude il sindaco, «è che tengano conto delle grandi difficoltà nelle quali i piccoli Comuni si dibattono.

Siamo quindi ragionevolmente convinti di riuscire a sbloccare la vicenda in poco tempo, anche perché questa è preliminare all’approvazione del bilancio».

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