Aumento tassa d'imbarco, Aeroporti di Puglia avverte: «Favoriremo gli altri scali»

Passeggeri in fase di imbarco nell'aeroporto di Brindisi
Passeggeri in fase di imbarco nell'aeroporto di Brindisi
di Oronzo MARTUCCI
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Domenica 24 Luglio 2022, 05:00

I vertici della società Aeroporti di Puglia, guidata dal presidente Antonio Maria Vasile, sono stati chiari nella nota riservata inviata al sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, nel sottolineare che l’aumento della tassa di imbarco sui passeggeri in partenza dallo scalo del Salento di 1 euro nel 2023 e di 2 euro nel 2024 determinerà in modo evidente: un danno ad AdP, in termini di costi aggiuntivi non recuperabili (in quanto i contratti con le compagnie aeree sono di durata pluriennale e “a costo fisso”); un danno diretto ed indiretto al territorio, andando a depotenziale tutti i positivi effetti moltiplicativi dell’economia.

La minaccia

E in conseguenza di ciò si determinerà “un riposizionamento dell’azione strategica di sviluppo di AdP, volta a favorire gli altri scali pugliesi, a discapito di Brindisi, che saranno più convenienti per gli accordi con le compagnie aeree”. Dunque la società Aeroporti di Puglia ha spiegato che si potrebbe trovare a compiere scelte necessarie per evitare di subire danni dall’aumento della tassa di imbarco, soprattutto se si considera che quell’aumento serve solo a riequilibrare i conti del Comune di Brindisi. E che per evitare aggravi di costi potrebbe spostare o trovarsi costretta a spostare qualche volo su altri scali della rete aeroportuale pugliese, visto che il decreto Aiuti (e l’aumento della tassa di imbarco) non riguarda in alcun modo gli aeroporti di Bari, Foggia e Grottaglie (dove per ora non ci sono voli civili).

Meno competitività

“Ogni incremento del prezzo del biglietto (in quando l’addizionale in questione viene pagata dal passeggero insieme alle cosiddette tasse aeroportuali) si traduce in un riduzione della domanda effettiva e potenziale”, hanno fatto sapere i vertici di Adp al sindaco, ribadendo che l’aumento della tassa di imbarco comporterà: una riduzione della domanda di trasporto aereo, soprattutto per il Salento, area a vocazione turistica e con bassa dotazione infrastrutturale, soprattutto ferroviaria e stradale, con aumento del gap di connettività e di accessibilità; un incremento dei costi per gli operatori turistici e degli Enti territoriali che dovranno intervenire finanziariamente per difendere e consolidare i flussi turistici incoming. Tenuto conto che lo sviluppo dell’offerta di trasporto aereo nel mercato europeo ha dimostrato di poter mettere in concorrenza i territori, prima degli aeroporti, per lo sviluppo del turismo incoming e dell’economia in generale”.

I benefici per il bilancio

L’aumento dovrebbe permettere al Comune di Brindisi di incassare 1,4 milioni di euro nel 2023 e 2,8 nel 2024 (con l’aumento di 2 euro), mentre nel 2021 l’incasso è stato di circa 150 mila euro.

Ma questo balzello provocherà comunque “la riduzione della domanda, con un effetto depressivo dell’economia dell’intera area salentina, posto che il settore del trasporto aereo e, in particolare, gli aeroporti hanno un peso notevole nella crescita sociale ed economica delle aree in cui operano”.

Gli effetti sull'economia

I vertici di Adp hanno ricordato al sindaco Rossi che “un recente studio di Aci Europe, realizzato su un campione di 125 aeroporti europei, che rappresentano il 71% del traffico passeggeri, dimostra che i posti di lavoro direttamente generati dall’attività aeroportuale variano da circa 800 a 1.200 unità per ogni milione di passeggeri”. E hanno aggiunto che “nel 2015 la Cassa Depositi e Prestiti ha condotto uno studio sull’impatto della rete aeroportuale italiana sul Pil, stimato intorno al 3,6%. Lo stesso studio dimostra che la presenza di scali aeroportuali e collegamenti aerei efficienti rileva nella definizione delle scelte di investimento e di localizzazione delle sedi centrali delle grandi multinazionali. Si stima che una crescita del 10% dell’offerta di trasporto aereo determini un aumento degli investimenti diretti esteri pari al 4,7% per quanto riguarda l’Ide (Investimento Diretto Estero) in entrata e dell’1,9% per quelli in uscita. Un’adeguata connettività aerea, inoltre, influenza anche le scelte di localizzazione degli impianti e delle sedi operative da parte delle grandi multinazionali: un aumento del 10% dell’offerta di servizi aerei produce un aumento del 3% del numero di impianti localizzati in prossimità degli scali aeroportuali”. Anche l’Università di Bari ha calcolato l’incidenza del traffico aereo, sottolineando che “in alta stagione, la spesa media giornaliera sostenuta per il soggiorno dei passeggeri per lo scalo di Brindisi è pari a 926,57 euro,mentre in bassa stagione la spesa media giornaliera dei passeggeri per lo scalo di Brindisi è di 300,85 euro. Utilizzando questi dati si possono ottenere delle stime molto attendibili delle grandezze relative all’indotto aeroportuale stimolato dalle politiche di promozione del territorio attuate mediante la connettività aerea”.

Conseguenze negative 

In conclusione “Aeroporti di Puglia Spa sta attuando un piano di ripresa e di sviluppo, individuando le misure reattive più idonee al fine di salvaguardare gli investimenti effettuati fino ad oggi ed i livelli occupazionali, nonché per garantire la connettività con i Paesi più importanti dal punto di vista economico e turistico”. Ma se il Comune di Brindisi dovesse introdurre aumenti della tassa di imbarco tali da provocare danni alla società, tutti i piani potrebbero essere rivisti, con scelte a favore degli altri scali, ritenuti più convenienti anche dalle compagnie low cost.

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