In stato vegetativo da due mesi, per lui non c'è posto in nessun Centro Risvegli

L'ingresso dell'ospedale "Perrino"
L'ingresso dell'ospedale "Perrino"
di Lucia PEZZUTO
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Giovedì 21 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 14:36

In coma vegetativo da quasi due mesi, un 37enne non trova posto in una struttura di lunga degenza, l’appello della mamma: «Aiutateci a dare una speranza al mio Sergio». Sarà un Natale difficile la famiglia Corrado di Latiano che in queste settimane combatte per dare una possibilità di riabilitazione al proprio ragazzo.

Il dramma

Era il 25 ottobre scorso quando a causa di un arresto cardiaco Sergio Corrado, agente immobiliare 37enne di Latiano, fu portato d’urgenza presso l’ospedale Perrino di Brindisi. Al momento del ricovero il giovane era in condizioni critiche, gli organi principali erano collassati ed i sanitari disperavano di salvarlo. C’è voluta tanta attenzione e professionalità per stabilizzarlo e consentire al 37enne di recuperare la funzionalità dei parametri vitali. Nonostante questo i medici hanno rilevato gravi danni cerebrali ed il giovane resta ad oggi in stato vegetativo. «Siamo disperati - dice la mamma del 37enne, Teresa Tapperi - mio figlio era un ragazzo pieno di vitalità. Lavorava tanto, era un agente immobiliare, molto conosciuto per la sua professionalità e per la sua disponibilità. Non immaginavamo che potesse accadere una cosa simile».
Da quel 25 ottobre la famiglia del 37enne vive in un limbo. Le condizioni di Sergio sono stabili ma lo stato di coma permane. «Nel reparto di Rianimazione i medici e gli operatori sanitari tutti sono stati straordinari - dice, ancora, mamma Teresa - noi vogliamo ringraziarli non solo per il lavoro e le cure che dedicano a mio figlio ma anche per l’affetto con il quale lo assistono. In quel reparto è coccolato e seguito con grande dedizione, per questo ringrazio anche il primario, il dottore Calò che ci è sempre tanto vicino. Ora però, viste le sue condizioni, Sergio dovrebbe essere trasferito in una struttura di lunga degenza ma non riusciamo a trovare nessuno che lo accolga».

Il problema è serio tanto quanto le condizioni di Sergio. Il 37enne , infatti, potrebbe lasciare l’ospedale Perrino ed essere trasferito in un centro specializzato per il risveglio e la riabilitazione. 

La famiglia


«Grazie alla professionalità e alle tempestive cure del reparto di Rianimazione dell’Ospedale Perrino - prosegue Teresa- le condizioni di nostro figlio risultano stabili da ormai quattro settimane circa tanto da permettere il trasferimento in un centro specializzato per il risveglio e la riabilitazione. Tale trasferimento non è ancora avvenuto a causa dell’attuale indisponibilità ad accogliere nostro figlio nei vari centri di riabilitazione esistenti sul territorio nazionale. Questo è il sistema sanitario nazionale, così farraginoso, da rendere difficoltoso e quasi impossibile garantire e permettere a nostro figlio di usufruire di un’adeguata assistenza riabilitativa per il recupero». 
Per quanto la famiglia di Sergio si stia impegnando a superare questo ostacolo anche con un trasferimento fuori regione la politica sanitaria non consente loro di muoversi , da qui l'appello disperato di mamma Teresa. «Nessun centro risulta disponibile ad accoglierlo- dice la donna- ed ogni giorno che passa riduce le possibilità di recupero neurologico, per cui è necessario agire tempestivamente. Tutto questo nonostante il nullaosta dal centro di Rianimazione del Perrino all’attivazione del trasferimento presso un centro idoneo ai bisogni attuali e la nostra disponibilità a trasferirlo lungo tutta la penisola, anche in regime di solvenza». In parole povere la famiglia di Sergio è disponibile a farsi carico di tutte le spese di trasferimento se necessario pur di dare una speranza di recupero al giovane ma il sistema sanitario nazionale non lo consente perchè si tende a trasferire i pazienti dapprima nel luogo di residenza più vicino ma nel frattempo le risposte che arrivano dai centri di lungo degenza del territorio non lasciano molte speranze. «Alcuni hanno risposto che non c'è posto, non hanno disponibilità di posti letto- dice mamma Teresa- altri , senza farsi troppi problemi, mi hanno detto che le condizioni di mio figlio non lasciano molti margini di ripresa e che quindi non avrebbe senso il ricovero presso la loro struttura. Ma chi di noi è disposto a perdere le speranze quando c'è ancora una possibilità, un margine di recupero»

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