Si appropriava del denaro destinato al servizio: interdetto commissario di Polizia

Si appropriava del denaro destinato al servizio: interdetto commissario di Polizia
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Giovedì 19 Maggio 2022, 22:11 - Ultimo aggiornamento: 22:31

Un sostituto commissario della Polizia di Stato, in servizio fino all'estate del 2020 nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Trani, si sarebbe appropriato indebitamente di emolumenti di cui aveva la disponibilità in ragione delle sue funzioni. Questa mattina gli è stata notificata una misura cautelare interdittiva dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, insieme agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Barletta Andria Trani, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica sempre della stessa città.

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Le ipotesi di reato

Deve rispondere delle ipotesi di reato di peculato, truffa aggravata, falso ideologico, attività finanziaria abusiva, nonché di rivelazione di notizie coperte dal segreto d'ufficio.

Tra i suoi compiti c'erano quelli del possesso e della disponibilità di risorse economiche destinate alla gestione del monte ore delle prestazioni di servizio in regime di straordinario. L'agente avrebbe attestato nelle proprie scritture di servizio, secondo gli inquirenti contrariamente al vero, l'effettuazione di prestazioni di servizio straordinarie ed assistite da specifiche indennità.

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Le indagini e l'incrocio dei dati

L'esecuzione del provvedimento cautelare deriva da un'indagine svolta dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari su delega della Procura della Repubblica attraverso l'incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dai tabulati telefonici, dall'ascolto di persone informate sui fatti, dalla documentazione sottoposta a sequestro a seguito delle perquisizioni locali eseguite, nonché dall'attività di osservazione, controllo e pedinamento. Secondo l'ipotesi investigativa condivisa dal gip del Tribunale di Trani, le attività contestate riguardano condotte appropriative, la comunicazione a terzi di informazioni apprese in ragione delle funzioni svolte, il prestito non autorizzato di somme di denaro. 

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