Statale 16, bocciata la realizzazione della nuova strada. Le carte: «Allargare l’attuale»

Statale 16, bocciata la realizzazione della nuova strada. Le carte: «Allargare l’attuale»
Statale 16, bocciata la realizzazione della nuova strada. Le carte: «Allargare l’attuale»
di Domenico DICARLO
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 13:52

La sezione paesaggistica della Regione Puglia per la realizzazione della nuova statale 16 preferisce “Alternativa 1”, cioè l’allargamento in sede. Lo si evince dalle 27 pagine della relazione con la quale il Dipartimento smonta il dossier di Anas su “Alternativa 3”.

Uno degli stralci principali del dossier di Anas dice: «L’adeguamento in sede nel tratto Torre a Mare-Mola non è fattibile non solo per l’ingombro fisico dell’infrastruttura, ma anche per il vincolo derivante dal territorio costiero, cioè il vincolo dei 300 metri dalla linea di costa. Non è possibile, secondo questo vincolo, adeguare infrastrutture esistenti derogando al suddetto limite».

Le motivazioni

Tra le motivazioni che hanno portato ad abbandonare l’opzione dell’adeguamento in sede sempre in termini di paesaggio c’è il vincolo del Pptr riferito ai territori costieri ed alle trasformazioni nella fascia di 300 metri dal litorale che verrebbe intaccata anche soltanto prevedendo l’allargamento dell’infrastruttura esistente verso l’entroterra con il mantenimento del margine esistente verso il mare. La replica della sezione paesaggistica della Regione Puglia è chiara: «Si ritiene non corretta e pertinente tale considerazione, perché l’allocazione della infrastruttura in ampliamento in sede (Alternativa 1) insiste su un territorio totalmente trasformato ed antropizzato e, ancorché ricadente nella fascia costiera, la sua realizzazione non ne compromette i caratteri paesaggistici degni di tutela». 
Le interferenze relative all’Alternativa 1, di cui parla Anas, «sono sicuramente meno impattanti rispetto alle nuove interferenze, nel senso che esistono e con le nuove si sommano; tale elemento valutativo – si legge ancora nella relazione - negli indicatori non è stato correttamente strutturato e rappresentato con la conseguenza che il calcolo ha determinato differenze insignificanti.

Tra le alternative “inammissibili” dalla pianificazione paesaggistica, ma tutte tecnicamente realizzabili, deve essere selezionata la meno impattante dal punto di vista paesaggistico», che, secondo la sezione paesaggistica della Regione Puglia, è inequivocabilmente “Alternativa 1”, cioè l’allargamento in sede.

Ora, cosa accadrà alla luce di questo parere? Interpellata ieri mattina, Anas ha preferito non commentare il parere negativo del dipartimento. Inevitabile che Anas e Comune di Bari siano rimasti spiazzati. Al termine della valutazione d’impatto ambientale richiesta da Anas (nella quale ricade anche il parere della sezione paesaggistica della Regione), verrà convocata la conferenza dei servizi alla quale parteciperanno tutti gli enti preposti, da Anas a Regione Puglia, dai Comuni ai rappresentanti del ministero. Obiettivo della conferenza dei servizi sarà l’approvazione del progetto esecutivo, e dopo, via alla gara d’appalto. In quella sede, Noicattaro e Triggiano hanno promesso battaglia. Secondo gli step progettuali, i lavori dovrebbero iniziare entro la fine del 2025 per concludersi nel 2028, per un importo complessivo di circa 400 milioni di euro. Ma sono tempi stimati prima del macigno espresso dal Dipartimento regionale: adesso, sarà da valutare se Anas deciderà di rivedere il progetto o andare in conferenza proponendo ancora “Alternativa 3”. Sino a qualche giorno fa, la strada sembrava decisamente in discesa: un po' tutti erano convinti che il commissario (richiesto dallo stesso Emiliano in sede di approvazione del progetto definitivo, molto diverso da quello esecutivo) inviato direttamente dal ministero avrebbe consentito di accelerare l’iter, annullando anche la forte opposizione dei Comuni di Noicattaro e Triggiano. Ma questo parere, sulla carta non vincolante, potrebbe rimettere tutto in gioco. E aprire anche a ricorsi al Tar in caso di approvazione dell’alternativa 3.

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