Crisi governo, diretta. Draghi, mercoledì voto di fiducia prima al Senato. La Lega: «Basta giochini Pd-M5s». Crippa sotto accusa

Gli aggiornamenti della situazione a due giorni dalle "comunicazioni" del premier in Parlamento

Crisi governo, la diretta
Crisi governo, la diretta
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Lunedì 18 Luglio 2022, 19:22

Crisi governo Draghi, le notizie in diretta. In attesa del D-Day di mercoledì, quando il premier si presenterà alle Camere, prosegue la fibrillazione nei partiti. Tra i pontieri che spingono per cercare di ricompattare una maggioranza attorno a Draghi, il Movimento 5 Stelle (che torna a riunirsi in conclave nel pomeriggio) vicino a una nuova scissione tra "contiani" e "governisti", e il centrodestra che continua a ventilare l'ipotesi del voto la situazione continua ad essere incerta. Giorgia Meloni«La sinistra fugge dalle urne». Intanto è ufficiale: Draghi si presenterà alle Camere mercoledì con un iter che prevede comunicazioni e voto di ficudia.

Crisi governo, la giornata in diretta

Ore 17.55 -  Il leader della Lega Matteo Salvini sta parlando con i dirigenti della Lega, come fatto costantemente soprattutto negli ultimi giorni. Oggi Salvini si è confrontato anche con associazioni di categoria, imprese, lavoratori. Lo riferisce il partito. In serata, alle 20,30, Salvini vedrà tutti i parlamentari della Lega, con appuntamento alla Camera.

Ore 17.10 - «Seguirò la decisione del mio capo politico», ha detto in assemblea M5S la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone, secondo quanto apprende l'Adnkronos.

Ore 17.05 - Saranno i senatori i primi ad ascoltare le comunicazioni del premier Mario Draghi, mercoledì prossimo. È quanto hanno concordato il presidente di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati e il presidente della Camera, Roberto Fico. Sarebbe stato scelto infatti di seguire la prassi che prevede come le comunicazioni del premier vengono rese nel ramo del Parlamento dove il governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all'apertura della crisi. A Montecitorio, questa mattina, durante la Capigruppo, M5S e Pd, avevano chiesto che Draghi si recasse in primo luogo a Montecitorio, dove si sarebbero manifestati i primi segnali di crisi per la decisione del Movimento Cinque stelle di non partecipare alla votazione finale sul Dl Aiuti. Richiesta che aveva visto il centrodestra contrario. Nel pomeriggio il confronto tra Casellati e Fico ha sciolto il nodo sulla strada da seguire, con il presidente della Camera che ha confermato a sua volta la linea indicata già in capigruppo.

Ore 17.00 - A quanto si apprende da fonti di Palazzo Madama le comunicazioni di Draghi alle Camere avranno luogo prima al Senato, poi alla Camera. Il presidente del Consiglio è atteso per mercoledì 20 in Parlamento. Draghi riferirà inizialmente a Palazzo Madama, secondo la prassi in base alla quale le comunicazioni vengono rese nel ramo del Parlamento dove il Governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all'apertura della crisi. Successivamente il premier depositerà il testo del discorso alla Camera.

Ore 16.13 - Visto che il M5s ha sempre detto che non era un voto sulla fiducia, tanto che alla Camera l'ha votata, non si capisce perché non dovrebbe votarla di nuovo. In base a quanto si apprende, è il senso dell'intervento del capogruppo del M5s alla Camera, Davide Crippa, in assemblea congiunta. Per Crippa il M5s deve rimanere dentro il governo per vedere i decreti, rimediare agli errori, come quelli sul superbonus, e dare risposte ai cittadini.

Ore 15.37 - Durante l'assemblea congiunta dei gruppi M5s di Camera e Senato, in corso via Zoom, alcuni parlamentari hanno chiesto al capogruppo a Montecitorio Davide Crippa di spiegare perché, durante la capigruppo alla Camera, si è tentato di far in modo che il premier Mario Draghi tenga le sue comunicazioni, in programma mercoledì, prima dalla Camera e poi al Senato. Anche il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha chiesto di intervenire in assemblea, riferendo di non essere stato informato. È quanto si apprende da alcuni parlamentari che stanno partecipando all'assemblea.

Ore 15.30 - ll primo "non voto" M5S sul dl Aiuti si è verificato alla Camera, per questo motivo sembrava più logico e corretto chiedere con il Pd le comunicazioni di Draghi prima alla Camera e poi al Senato: questa, apprende l'Adnkronos, la motivazione fornita in assemblea dal capogruppo M5S alla Camera Davide Crippa, a chi gli chiedeva delucidazioni per aver appoggiato la richiesta, avanzata da Iv e dal Pd durante la conferenza dei capigruppo della Camera, di chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi di rendere mercoledì le sue comunicazioni inizialmente a Montecitorio e non al Senato.

Ore 15.18 -  Silvio Berlusconi interrompe le vacanze in Sardegna e vola a Roma per seguire da vicino gli sviluppi della crisi del governo Draghi in vista della comunicazioni del premier mercoledì in Aula, al Senato.

Ieri a Villa La Certosa il Cav ha visto Matteo Salvini per definire una strategia comune come centrodestra di governo. L'ex premier è a Villa Grande sull'Appia antica, la magione che apparteneva al regista Franco Zeffirelli, ora nuovo quartier generale azzurro a Roma dopo l'adddio storico alla sede di palazzo Grazioli. Ieri ha sentito Antonio Tajani e i capigruppo Paolo Barelli e Annamaria Bernini, oggi, in serata, li vedrà in presenza nella Capitale. Con lo stato maggiore del partito Berlusconi farà il punto della situazione. Allo stato, non si sa se l'ex premier incontrerà i ministri azzurri e vedrà anche i parlamentari.

Ore 14.55 - «Siamo alla farsa. Ora Pd e M5S chiedono a Draghi di comunicare prima alla Camera e poi al Senato solamente perché Conte è più debole alla Camera. Giochini vergognosi che vanno contro la prassi che vuole che le comunicazioni del Presidente del Consiglio siano fatte nella camera di prima fiducia o dove si è generata la crisi. In entrambi i casi, quindi, al Senato. Gli italiani meritano rispetto, serietà e certezze». Così i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

Ore 14.30 - È iniziata, in videoconferenza, l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5S.

Ore 13.31 - Saranno «comunicazioni fiduciarie» quindi con intervento del Primo ministro, discussione e voto nominale su risoluzioni di fiducia, quelle che terrà Draghi lla Camera e al Senato mercoledì. Lo ha chiarito il presidente della Camera Roberto Fico alla conferenza dei capigruppo. La riunione è stata aggiornata a domani alle 16.30 dopo quella del Senato, per decidere gli orari. I presidenti dovranno decidere in quale delle due Camere si svolgerà prima il voto di fiducia.

Ore 12.58 -  Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, renderà comunicazioni alle Camere con voto fiduciario con chiama. È quanto emerso dalla Conferenza dei capigruppo della Camera, che tornerà a riunirsi domani, alle 16.30, per stabilire tempi e modalità del dibattito, alla luce delle decisioni che verrano prese Senato. Draghi infatti dovrebbe riferire inizialmente a Palazzo Madama, secondo la prassi in base alla quale le comunicazioni vengono rese nel ramo del Parlamento dove il Governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all'apertura della crisi. Successivamente il premier depositerà il testo del discorso alla Camera. La scelta definitiva dell'Assemblea dove inizierà il dibattito arriverà dopo una consultazione tra i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico, visto che durante la Capigruppo M5S e Pd, trovando la contrarietà del centrodestra, hanno chiesto che Draghi si recasse in primo luogo a Montecitorio, dove si sarebbero manifestati i primi segnali di crisi per la decisione del Movimento 5 stelle di non partecipare alla votazione finale sul Dl Aiuti.

Ore 12.29 - «Dopo Draghi ci sono le elezioni. Lavoriamo perché il presidente Draghi possa continuare il suo lavoro. C'è un Paese che gli sta chiedendo di restare, per difendere gli interessi dell'Italia». Lo dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati, Ettore Rosato, a margine della relazione annuale dell'Antitrust. «È essenziale - spiega Rosato - approvare i provvedimenti che sono in Parlamento e rappresentano un pezzo imprtante del Pnrr, tra questi il ddl concorrenza». «La nostra petizione - sottolinea - ha superato 90mila firme in due giorni con una adesione trasversale, ampia, e le sollecitazioni che ci arrivano dall'estero tengono conto del ruolo, centrale, che il nostro Paese ha negli equilibri mondiali di oggi».

Ore 11.46 - «Ogni partito/sindacato che si presenta con una proposta di spesa o spiega come coprirla o verrà gentilmente accompagnato alla porta senza alcuna rispostà. Così la finiamo con questo spettacolo indecoroso delle proposte stile 'Miss Universò. Questo è l'unico modo per stanare i populisti e chi si accompagna a loro. E forse allora vedremo formarsi un ampio Fronte Repubblicano nel paese e in parlamento composto da chi si è profondamente rotto le balle di una politica ridotta a cialtronopoli. Daje Draghi». Così Carlo Calenda, leader di Azione, su twitter.

Ore 11.40 - «Appelli, ripensamenti, suppliche e giravolte: per paura di esser sconfitta, la sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il ritorno al voto. Possono fuggire quanto vogliono, arriverà presto il giorno in cui dovranno fare i conti col giudizio degli italiani». Così su Facebook la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Ore 11.27 - «Mentre là fuori c'è un'Italia in preda ad una crisi economica e sociale senza precedenti, c'è chi si riunisce in conclave e tiene sotto scacco il Paese per meri calcoli elettorali». Così il senatore e presidente nazionale Udc Antonio De Poli.

Ore 11.09 -  Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme a sei ministri, è appena atterrato ad Algeri per il IV Vertice intergovernativo italo-algerino. Dopo la deposizione di una corona di fiori al Monumento del Martire, la delegazione italiana si sposterà al Palazzo presidenziale «El Mouradia» per l'incontro con il presidente della Repubblica algerina Abdelmadjid Tebboune e i ministri algerini. Dopo i bilaterali attorno a mezzogiorno si terrà la sessione plenaria del vertice, cui seguirà la cerimonia di adozione delle dichiarazioni finali e la firma di una serie di accordi e di protocolli di intesa, al termine della quale Draghi e Tebboune rilasceranno dichiarazioni congiunte alla stampa, prima del pranzo nella Residenza di Stato del Presidente.

Ore 10.50 - «Basta con l'indegno teatrino di 5Stelle e PD che, come spiegato giovedì dal Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno "il patto di fiducia" su cui era nato questo governo. Il Parlamento è ormai completamente delegittimato: basarsi su transfughi e maggioranze ballerine non garantisce stabilità ed è in contrasto con quanto desiderato esplicitamente dal premier che non vuole cambiare in corsa le forze che lo sostengono. A questo punto, diamo agli italiani la possibilità di scegliere un nuovo Parlamento che finalmente, e per cinque anni, si occupi di lavoro, sicurezza e salute degli Italiani, altro che droga libera, Ius Soli o Ddl Zan». Così il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana.

Ore 10.43 - Riprenderà alle 14 la riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato del M5s. E' quanto si apprende da fonti parlamentari. L'incontro, che si tiene via zoom, si era chiuso ieri con una sospensione e un rinvio a oggi.

Ore 10.18 - Il mondo dell'associazionismo lancia un «appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi e alle forze politiche che l'hanno sostenuto affinché venga scongiurata una crisi di Governo». Esprimendo «profonda e sincera preoccupazione», sottolineano che «la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse». Il documento è firmato da Acli, Arci, Azione Cattolica, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l'Unità, ed è aperto ad altre sottoscrizioni.

Ore 9.59 - «Quando Mario Draghi si è dimesso sembrava tutto finito. E invece noi non molliamo! In tutta Italia chi non si rassegna al disastro grillino ha deciso di far sentire la propria voce. La maggioranza silenziosa ha detto basta al masochismo dei Cinque Stelle. E' nata così la nostra petizione: siamo quasi a quota 100mila firme. Ci date una mano per condividerla? Vi chiedo di firmarla e se l'avete già firmata di inviare questo link a 5 amici. Serve un tam tam dal basso per tenerci Draghi premier e rimandare i grillini nel dimenticatoio. I sindaci di tutti i colori politici stanno firmando un appello al premier, le categorie si stanno mobilitando, arriveremo a mercoledì con una forte ondata popolare. Oggi alle 18.30 manifestazioni spontanee in tante città d'Italia, da Milano a Roma, da Torino a Firenze, a Trento. Sì allo statista Draghi, no allo stagista Conte. Nel mio piccolo, io ci sto provando pancia a terra». Lo scrive il leader di Iv Matteo Renzi nella sua Enews.

 

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