Crisi governo, la diretta. Senato, via libera alla fiducia con 172 sì. M5S non vota: «Difendiamo la nostra dignità». Draghi al Quirinale

La decisione di Conte potrebbe essere prodromica ad altri «strappi» dentro al Movimento, sancendo la rottura netta con l'esecutivo guidato da Draghi

Crisi governo, la diretta. Draghi pronto a salire al Colle dopo lo strappo del M5S
Crisi governo, la diretta. Draghi pronto a salire al Colle dopo lo strappo del M5S
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Giovedì 14 Luglio 2022, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:57

Il governo è ad un passo dalla crisi. E Mario Draghi già oggi potrebbe rassegnare le sue dimissioni. «Non siamo disponibili a concedere cambiali in bianco, le dichiarazioni di intenti non bastano», ha detto ieri in tarda serata Giuseppe Conte annunciando che il M5S non voterà la fiducia al decreto aiuti. L'ex premier, aprendo l'assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati al termine di una giornata convulsa e contraddittoria, ha precisato che in Senato i grillini non possono che «agire con coerenza e linearità» rispetto a quanto fatto alla Camera sul dl aiuti, poiché «i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa».

La decisione di Conte potrebbe essere prodromica ad altri «strappi» dentro al Movimento, sancendo la rottura netta con l'esecutivo guidato da Draghi. Senza un appoggio chiaro, avrebbe ribadito il premier direttamente a Conte nel corso di una telefonata, l'esperienza del governo è da considerarsi finita. Il Pd e la Lega lo mettono a verbale, qualsiasi strappo segnerebbe la fine dell'esperienza a Palazzo Chigi. E si andrebbe - avvertono Salvini e Letta - dritti verso nuove elezioni. Con il partito di via Bellerio che rimarca: «senza il voto dei pentastellati la maggioranza non c'è più». E Giorgia Meloni che aggiunge: «Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!».

 

Crisi governo, la diretta

Ore 15.54 - Il Consiglio dei ministri, inizialmente previsto alle 15.30, è in stand-by e potrebbe essere convocato in serata, viene spiegato, anche se al momento non risulta alcuna convocazione.

Ore 15.30 - Premier ha lasciato Palazzo Chigi subito dopo voto senato su dl aiuti.

Ore 15.20 L'Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5s non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama.

Ore 14.53 - «Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari...». Così il ministro per lo sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti intercettato dai cronisti nei pressi del Senato.

Ore 15.04 - «È troppo tardi, in questo caso non penso valga il 'meglio tardi che mai'». Così il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia ed ex esponente del M5s, commenta all'Adnkronos la decisione del M5s di non votare la fiducia sul dl Aiuti. «Sicuramente di motivazioni per non votare la fiducia a questo governo, sia il Movimento 5 Stelle, che gli altri partiti, ne hanno avute molte - osserva - Si pensi alla pubblicizzazione dell'acqua che non è avvenuta; alla riforma della Cartabia, che attraverso l'improcedibilità renderà inutile il lavoro dei tanti magistrati impegnati nella lotta alle mafie, come più volte ha ricordato il procuratore Gratteri; al bluff del ministero per la transizione ecologica in cui tanti iscritti del MoVimento 5 stelle sono caduti; al mercato del lavoro che riesce sempre più a fare accettare contratti precari e poco retribuiti. Questi sono solo alcuni esempi».

Ore 14.35 - Concluse le dichiarazioni di voto, nell'aula del Senato è cominciata la cosiddetta chiama dei senatori nell'aula del decreto Aiuti su cui il governo ha posto la questione di fiducia.

Ore 14.32 - «Dire che si indebolisce l'azione del governo, quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica, è falso. Bisogna rispondere al malessere sociale che sta montando, in maniera chiara e decisa. Gli irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese». Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl aiuti.

Ore 14.15 - Il governo ha convocato una riunione con le associazioni e le confederazioni delle imprese del commercio e dell'artigianato per giovedì prossimo, 21 luglio. Secondo quanto si apprende, con una lettera accompagnata stamattina da una telefonata sono state convocate Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza Cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra. All'incontro, che prevede la presenza di una sola persona per associazione per le limitazioni Covid, è stata preannunciata alle associazioni la presenza del presidente del consiglio Mario Draghi e dei ministri Franco, Giorgetti, Orlando, Brunetta e Patuanelli.

Ore 13:32 - «Il Pd vedendo il comportamento di Conte dice che fa fatica capire le ragioni della crisi. Anche noi. Ma vedendo il comportamento di Conte spero che abbiate capito le ragioni della crisi dello scorso anno». Così Matteo Renzi intervenendo in dichiarazione di voto sulla fiducia al dl Aiuti al Senato. «Il Pd può uscire dal tunnel della subalternità rispetto al punto fortissimo di riferimento dei progressisti. Tornate al riformismo che non potrà mai essere populismo».

Ore 13.01 - Se in Italia «non ci fosse un Governo di larghissima maggioranza, si tratterebbe di inventarlo in questo momento. Creare invece situazioni opposte» all'unità in questo momento «certamente non favorisce il nostro Paese». Lo ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, a margine della presentazione delle previsioni economiche d'estate. «Siamo in acque molto agitate e potremmo trovarci a dover fronteggiare una tempesta perché abbiamo una guerra in corso, rischi sulle forniture energetiche e un'inflazione molto alta.

Quindi è il momento della coesione nazionale, della stabilità e di fare fronte comune», ha evidenziato.

Ore 12.50 - Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto Aiuti, che è all'esame del Senato. L'ha riferito in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. Seguono le dichiarazioni di voto dei vari gruppi.

Ore 12.44 - «Siamo stupiti e preoccupati. Dopo un anno e mezzo di sostegno leale della Lega al governo in una fase di emergenza, siamo costretti a perdere tempo in Parlamento con i no dei 5 Stelle e una sinistra che si occupa di droga libera e cittadinanza agli immigrati. Non si può andare avanti così per mesi, con milioni di italiani che hanno problemi con stipendi, pensioni e bollette. Attendiamo le prossime ore, la Lega lavorerà per una scelta unitaria del centrodestra per il bene del Paese. Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani». Così fonti della Lega.

Ore 11.55 - Verrà posta intorno alle 12.30 la questione di fiducia sul decreto Aiuti al Senato. Così si apprende da fonti parlamentari.

Ore 12.11 - «I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5s. FI, in continuità con l'atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attende con rispetto le determinazioni del presidente Draghi e le indicazioni che darà il capo dello Stato. È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l'Italia saranno da attribuire unicamente all'atteggiamento irresponsabile dei 5S. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa: anzi siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il c.destra». Così Silvio Berlusconi.

Ore 11.42 - Rispetto all'evoluzione politica in Italia, io parlo spesso di acque agitate. In queste acque agitate con guerra, alta inflazione, rischi energetici, tensioni geopolitiche la stabilità è un valore in sé e penso che in questo momento serva coesione e non procurare instabilità e quindi noi seguiamo l'evoluzione della situazione italiana ovviamente con tutto il distacco del caso dal punto di vista ufficiale. Dal punto di vista personale il distacco è un pò più relativo, ma comunque la seguiamo direi con preoccupato stupore«. Lo ha detto il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni interpellato sulla possibile crisi di Governo.

 

Ore 11.41 - «Ci vediamo alle 13, in diretta dal Senato. Farò un appello a Mario Draghi: parli al Paese dicendo le cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini. Basta coi ricatti dei 5 Stelle, torniamo a correre». Così Matteo Renzi su Fb.

Ore 11.28 - «È chiaro a tutti che se oggi non votano la fiducia aprono la stagione del Papeete bis. Un marchio che non si toglieranno più. E da loro non accettiamo lezioni di coerenza». Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nell'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Italia per il Futuro, accusando «chi subì il Papeete 1 di fare adesso il Papeete 2».

Ore 11.16 - Il ministro Federico D'Incà ha avuto un confronto con il presidente Mario Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul Dl aiuti. La fiducia sarà posta al termine della discussione generale. Si apprenda da fonti di governo.

Ore 10.40«I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l'apertura di una crisi per mettere fine al governo draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale». Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso dell'assemblea congiunta del suo partito.

Ore 10.30«Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia». Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano.

Ore 09.42 - L'aula del Senato ha avviato la discussione generale sul decreto Aiuti, licenziato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama senza il mandato al relatore e già approvato dalla Camera. Secondo quanto si apprende, sono previste circa due ore di discussione, poi sarà posta la questione di fiducia e verso mezzogiorno dovrebbero cominciare le dichiarazioni di voto. La chiama dei senatori è prevista a partire dalle 13.30 e l'esito del voto dovrebbe arrivare tra le 14.30 e le 15.

Ore 09.21 - «I cinquestelle si dimostrano un partito irresponsabile. I nostri parlamentari hanno sempre sostenuto il Governo pur senza farne parte, per senso di responsabilità. Ora avanti con Draghi anche senza cinquestelle. Anzi...forse è pure meglio». Così il presidente della Regione Liguria e leader di Italia al Centro Giovanni Toti via twitter interviene sulla crisi di Governo.

Ore 09.01 - Vi è «una concatenazione tra le scelte che si assumono, la loro gravità e complessità e gli atti che ne scaturiscono. È evidente che quando il livello dei distinguo all'interno della compagine di governo, ovviamente legittimi in politica, arrivano al punto da mettere in discussione la stabilità e l'equilibrio del quadro politico ci sono poi delle conseguenze inevitabili». Lo dice in un'intervista a Il Messaggero il deputato Enrico Borghi, responsabile sicurezza del Partito Democratico.

Ore 08.43 - I venti di crisi di governo incidono subito sullo spread: il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni sale in avvio di scambi sui mercati telematici a 207 punti base contro i 199 della chiusura di ieri. Il rendimento del prodotto del Tesoro cresce di otto 'basis point' al 3,21%.

Ore 08.15 - «Non ho mai capito il M5S, è un mio limite dall'inizio della loro avventura. E conseguentemente non capisco Conte. Mettere in discussione il governo mentre si approva un decreto importante che si chiama per l'appunto Aiuti, alla vigilia di un provvedimento atteso come il salario minimo e l'apertura di un tavolo sociale, va oltre la mia capacità di comprensione. Mi sembra che Conte insegua un discutibilissimo interesse di bottega, con un comportamento non proprio all'altezza di un ex presidente del Consiglio». Così il senatore Pd, Andrea Marcucci, in un'intervista al quotidiano L'identità. «Nell'alleanza elettorale -continua- metterei chi aderisce ad un programma europeista, riformista e che assume l'eredità dell'agenda dell'attuale governo. Per me si deve cominciare da Calenda, Renzi, Sala, se deciderà di darci una mano, Di Maio, se sarà interessato, le liste civiche, gli ecologisti»

Ore 08.16 - «La linea di Azione è netta: si vada avanti con Draghi senza 5S fino a fine legislatura. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di correre alle elezioni in mezzo a una crisi che diventerebbe subito uno tsunami, per poi ritrovarci con l'ennesima maggioranza incapace di governare». Così Carlo Calenda su twitter.

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