Referendum no triv, tensione alle stelle. L'esposto del M5s: «Bellanova induce all'astensionismo: è reato»

Referendum no triv, tensione alle stelle. L'esposto del M5s: «Bellanova induce all'astensionismo: è reato»
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Giovedì 31 Marzo 2016, 15:58

Non si placano i venti di guerra sul referendum sulle trivelle del 17 aprile. Sull'invito all'astensionismo alla fine scatta la denuncia, con tanto di esposto presentato ai carabinieri e indirizzato al procuratore di Roma dal senatore salentino M5S Maurizio Buccarella. E salentino è l'obiettivo del parlamentare pentastellato: la viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, "rea" di aver rilasciato un'intervista in cui sottolinea come «la cosa più saggia da fare il 17 aprile - si legge nell'esposto - è non andare a votare».

Nell'intervista, risalente al 27 marzo scorso, Bellanova sostiene che la posizione espressa sia propria e del Pd. «Tale asserzione, tanto più perché particolarmente qualificata poiché proveniente da una parlamentare con specifico ruolo ministeriale, a parere dell'esponente - si legge nell'esposto - viola palesemente la disciplina normativa sanzionatoria in materia elettorale e referendaria». Nella denuncia vengono richiamate le seguenti norme: l' art. 98 del DPR 361/1957, il cosiddetto Testo Unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati), che prevede come sia punibile «con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 600.000 a 4.000.000 di lire, il pubblico ufficiale e comunque chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile che, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera, fra l'altro, ad indurre gli elettori all'astensione»; l' art. 51 comma 2 della Legge numero 352 del 25/05/1970 contenente norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sull'iniziativa legislativa del popolo.
«Tali disposizioni normative sanzionatorie - si legge dunque nella denuncia - sono quindi e con ogni evidenza poste a presidio della libertà di partecipazione democratica dei cittadini in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie e scoraggiano, punendole, quelle condotte dei soggetti qualificati in virtù del proprio ruolo o funzione istituzionale o ufficio pubblico, che inducono gli elettori all'astensione e cioè alla rinuncia, alla non partecipazione all'esercizio democratico del voto sia esso di carattere elettivo così come referendario». E Bellanova, «abusando del suo ruolo e pubblicamente a mezzo stampa - si legge nell'esposto - si esprime non già come "privata cittadina" o semplice iscritta al partito, bensì con l'attribuzione, espressamente citata nello stesso pezzo giornalistico, di parlamentare e viceministro dello Sviluppo economico, peraltro con delega all'energia».

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