Uno maggio Taranto, l'amarezza di Diodato: «A rischio il prossimo anno»

Uno maggio Taranto, l'amarezza di Diodato: «A rischio il prossimo anno»
Uno maggio Taranto, l'amarezza di Diodato: «A rischio il prossimo anno»
di Nicola SAMMALI
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 06:49

Una provocazione, o forse no. La storia di Uno Maggio Taranto potrebbe essere arrivata all’ultimo capitolo, e sarebbe un durissimo colpo per la città. Dopo le polemiche che hanno accompagnato il post Uno Maggio Taranto, è emersa tutta la delusione degli organizzatori per le critiche piovute sui social a causa del live ospitato nella tarda serata di lunedì a Spazioporto, dove si sono esibiti gli artisti che a causa della pioggia non sono riusciti a salire sul palco principale (Vinicio Capossela, Samuele Bersani, Niccolò Fabi, Ron, Marlene Kuntz, La Rappresentante di Lista, Studio Murena, Willie Peyote e Vasco Brondi, accompagnati dalla Uno Maggio Orchestra). I direttori artistici Michele Riondino e Antonio Diodato hanno espresso il loro rammarico, lasciando intendere che la voglia di andare avanti stia venendo meno. Il concerto sotto l’acqua che ha reso il Parco archeologico delle mura greche un pantano è andato avanti per qualche ora, tra non poche difficoltà, ma ha resistito, prima che la direzione artistica, intorno alle 19.30, ne annunciasse la definitiva sospensione.

Non c’erano più le condizioni di sicurezza per proseguire.

Alla delusione per l’interruzione anticipata della decima edizione di Uno Maggio Taranto si è aggiunta poi la frustrazione per il timore, piuttosto fondato, di non riuscire a coprire le spese. L’evento organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti è completamente autofinanziato e non gode, per scelta, di sponsorizzazioni eticamente lontane dai princìpi per cui è nato. Ne consegue che oltre alle magliette e alle bottiglie di vino, l’unico modo per sostenerlo è attraverso l’acquisto di panini, bibite e tramezzini ai bar distribuiti in tutto il parco. Il maltempo ha tenuto lontano il grande pubblico, ma più di un migliaio di giovani ha deciso comunque di equipaggiarsi al meglio e sfidare il fango. Così, spente le luci del palco, la musica è andata avanti a Spazioporto, con l’obiettivo di raccogliere, grazie alla disponibilità degli artisti, fondi a sostegno delle spese di Uno Maggio Taranto.

Cosa è successo

All’evento nel locale a Porta Napoli hanno partecipato circa 200 persone, tante quante sono state autorizzate dalla Questura, sempre per ragioni di sicurezza: la fila all’ingresso si è creata nel giro di poco tempo, ma non tutti sono riusciti ad accedere. I responsabili di Spazioporto (nonché organizzatori dell’Uno Maggio Taranto) hanno chiesto un contributo di 20 euro, spiegando in maniera chiara che sarebbero serviti ad aiutare il Comitato. Ma non è bastato. L’iniziativa, infatti, ha ricevuto critiche molto aspre sui social, scatenando la reazione sia di Riondino sia di Diodato. 
«Non so se ci sarà un altro UnoMaggio Taranto. Non so se avremo la forza di rialzarci ancora una volta», ha scritto Diodato in un post su Facebook.

«Mi è arrivata questa foto poco fa (la presidente dei Liberi e Pensanti, Simona Fersini, lo abbraccia in lacrime, ndc) e credo rappresenti bene ciò che ho provato ieri e altre volte in questi dieci anni. La paura, lo sconforto, talvolta la disperazione quando tutto sembra dover andare inevitabilmente storto, ma anche quell’inspiegabile sensazione di calore nell’anima, quella voglia di condividere qualcosa di profondo con un altro essere umano, senza filtri, quella cosa inspiegabile che tra le lacrime ti fa nascere un sorriso e ti fa pensare che in qualche modo ce la faremo».

Caustica, invece, la risposta di Riondino agli attacchi ricevuti: «Volevamo raccogliere dei fondi per Uno Maggio Taranto. Spazioporto non si è messo in tasca niente. Anzi, è paradossale e ridicolo che qualcuno possa malignare e pensare che ci potessimo mettere qualcosa in tasca: i proprietari di Spazioporto sono anche gli organizzatori di Uno Maggio, è come andare a rubare a casa propria. A coprire tutte le spese saremo noi e le nostre famiglie. E non si tratta di noi direttori artistici: qui a mettere i soldi sono anche operai, studenti, disoccupati. Basta dedicare i soldi dei nostri figli a una città che non riconosce il valore dei sacrifici. L’undicesima edizione sarà dedicata all’assenza di Uno Maggio Taranto». Ma Riondino ha voluto ringraziare le istituzioni (Prefettura, Questura, organi del Comune, vigili urbani, vigili del fuoco) per aver sostenuto la manifestazione, e anche i fratelli Adriano e Luciano Di Giorgio, proprietari del teatro Orfeo, che hanno dato la loro disponibilità ad ospitarli (ne riferiamo in altro articolo). Mentre a Taranto continua a piovere, c’è il rischio che a spegnersi sia una delle voci più libere in Italia.

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