Francesco Pannofino in Puglia a teatro: «I miei erano di qui, torno a casa. Boris? Spero ci sia una nuova stagione»

Francesco Pannofino in Puglia a teatro: «I miei erano di qui, torno a casa. Boris? Spero ci sia una nuova stagione»
di Alessandra LUPO
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Martedì 27 Febbraio 2024, 05:00

Partono questa sera alle 21 dal Teatro Kennedy di Fasano le sei date in Puglia di “Chi è io?”, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni che vede in scena Francesco Pannofino insieme agli attori Eleonora Ivone, Emanuela Rossi e Andrea Pannofino, questi ultimi rispettivamente moglie e figlio del celebre attore e doppiatore da tutti amato per il ruolo di René Ferretti nella serie tv Boris. Le prossime tappe saranno domani a Conversano, il 29 a Gioia del Colle, il primo marzo a Bitonto, dove lo spettacolo è già sold out, sabato a Canosa e il 3 marzo a San Severo. Stavolta Pannofino sarà nelle vesti di Leo Mayer, uno psichiatra intento a ripercorrere la sua esistenza come in un sogno accompagnato dalle persone che ama. Il suo è un tumulto di paure, debolezze e passioni in un vortice di annegamento. “Chi è io?” è uno show televisivo di successo nel quale si intervistano personaggi anticonformisti e dai molti risvolti. 
 

Pannofino, iniziamo da questa produzione che la vede protagonista insieme a parte della sua famiglia. L’avete definita una commedia teatrale divertente e metafisica, una commedia psicologica, che agisce su spettatori, pazienti, personaggi, presentatori e terapeuti. Che spettacolo è?
«Sì, è uno spettacolo che certamente coinvolge moltissimo lo spettatore. Il nucleo centrale è un viaggio nel cervello umano attraverso i personaggi in scena: due donne, un giovane e lo psichiatra, ossia il personaggio che interpreto io». 
Avete appena debuttato, com’è andata?
«Abbiamo debuttato a Caserta venerdì scorso. Fino a giovedì abbiamo recitato nel vuoto. Poi è arrivato il pubblico. Come in ogni spettacolo tutta la compagnia e l’autore hanno timore di quel momento e devo dire che è andata benissimo: il pubblico è stato molto coinvolto e anche attento perché diciamo cose importanti, il testo di Angelo Rondoni è profondo, intelligente e ognuno di noi ci si può ritrovare anche se poi non mancano momenti di leggerezza». 
La Puglia è la prima regione della tournèe.
«Sì, e ne sono molto orgoglioso, perché i miei genitori erano di origine pugliese: di Locorotondo mia madre e di Cisternino mio padre».
Quindi stasera a Fasano oltre alla sua famiglia sul palco sarà vicinissimo alla casa dei suoi avi...
«In realtà in Puglia ho molti parenti e il teatro sarà pieno di cugini e zii che hanno già preso i biglietti. Tra l’altro al Kennedy di Fasano ci sono già stato per altri spettacoli e conosco bene l’atmosfera. Poi, io adoro la Puglia e mi sento pugliese pur essendo nato in Liguria e avendo vissuto a Roma. Ma le vacanze da bambino erano qui e poi i miei avevano preso una casa a Torre Canne, dove andiamo ad abitare quando siamo nei dintorni. La Puglia per me è casa, c’è un sacco di gente che mi vuole bene e ci torniamo sempre volentieri». 
La sua carriera è stata in buona parte legata al doppiaggio cinematografico, lei ha dato voce a grandi del cinema come da Tom Hanks in Forrest Gump ma anche Denzel Washington, George Clooney, Kurt Russell e Wesley Snipes. E poi è arrivato Boris un’opera, la serie che l’ha resa un personaggio amato dal grande pubblico e che è un’opera meta-televisiva, se vogliamo. Ora questo spettacolo che è una produzione teatrale ma porta in scena anche la tv. Lei continua a muoversi in campi espressivi non esattamente convenzionali. 
«Sì, mi piace molto raccontare il nostro mondo e le sue contraddizioni. Ci sono circostanze e paradossi che spesso al pubblico sfuggono ma noi che conosciamo bene il nostro lavoro invece cogliamo. Mi piace fare dell’ironia, anche sulla televisione e il modo di farla. Non tutta naturalmente ma anche in questo spettacolo ci sono dei passaggi che riguardano uno show televisivo abbastanza strano in cui tutti possono riconoscersi guardando la televisione».
Ha qualcosa di nuovo a cui sta lavorando?
«Beh, questo spettacolo è appena partito quindi mi concentrerò su questo, poi se vuole chiedermi se rifacciamo Boris...»
Lo farete?
«Io spero di sì. Ma non dipende da me».
Quante volte al giorno glielo chiedono? 
«Sempre e io sono dalla parte di chi me lo chiede perché anch’io spero che si rifaccia. Un personaggio meraviglioso come René Ferretti è difficile da incontrare nella carriera di un attore, è stata una fortuna incredibile».
L’ultima volta avete annunciato la quarta stagione proprio da qui.
«Sì, eravamo tra i pochi fortunati che lavoravano durante il lockdown e giravamo un film a Lecce, The Christmas Show. Quando mi diedero l’ok a dare l’annuncio arrivò una troupe e girammo quel video in piazza Sant’Oronzo».
Beh, intanto in bocca al lupo per lo spettacolo di stasera.
«Grazie, e dai dai dai!».
 

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