Una nuova attrazione arricchisce l'itinerario di visite guidate al Castello Aragonese di Taranto. La sala “Dumas-Manscourt” consentirà agli appassionati di immaginare “Il Conte di Montecristo” in una cella dove nel 1799 furono imprigionati o il generale Alexandre Dumas (il papà dello scrittore omonimo e autore del celebre romanzo) o il generale Jean-Baptiste Manscourt du Rozoy, ispiratori inconsapevoli del protagonista del libro Edmond Dantes, ed allo stesso tempo ammirare i reperti trovati lì intorno, fino a 3,70 metri di profondità, nello scavo di Federico Giletti di un vecchio pozzo usato fino al XVIII secolo dopo Cristo. I due generali comunicavano tra le celle affacciate nella Piazza D'Armi e non è possibile stabilire in quale precisamente si trovasse ognuno. In una, è rimasto l'ufficio cerimonie e visite e nell'altra, musealizzata, si rievocano la prigionia di entrambi e i rinvenimenti di tre secoli di vita quotidiana.
La presentazione
Il lavoro e l'impegno di Francesco Ricci, curatore infaticabile, spinsero il Rotary Taranto Magna Grecia a pianificare l'allestimento nell'anno 2019/2020 e ieri mattina Zanna Maggio, consorte di Angelo Maggio, presidente in quel periodo, ha tagliato il nastro dopo la presentazione ufficiale. Frammenti di brocche, piatti, ciotole, versatoi, ed una moneta deniers francese, in bronzo, in circolazione tra il 1774 ed il 1792, incuriosiscono non meno di una feritoia bifida aragonese, rivolta verso il fossato, trasformato nei secoli nell'attuale Canale Navigabile, proprio dove è ancora ormeggiata la goletta Nave Palinuro.
Le dichiarazioni
«Lo studio - spiega Sabrina Grassi, archeologa e restauratrice - è iniziato nel 2018 e l'allestimento vero e proprio a fine 2021. Circa due mesi fa, abbiamo iniziato ad allestire e scegliere i reperti. Prima, questa sala non era visitabile. Abbiamo restaurato i reperti nel laboratorio di archeologia, nel Castello». I primi restauri di ambienti interni, iniziati nel 2004, furono concretamente possibili grazie ai dipendenti civili Pasquale Salamina e Michele Piccolo, ricordati ogni volta con gratitudine, ed in particolare Pasquale Salamina, di recente andato in pensione, è venuto a vedere i risultati dopo aver lavorato duramente, in gruppo, ad esempio quando suggerì di capovolgere ogni tessera fittile e contribuì a rifare il pavimento nell'attuale “Sala Dumas-Manscourt”, senza far acquistare altri materiali alla Marina Militare.