Il Castello Aragonese svela una nuova sala

La sala inaugurata ieri
La sala inaugurata ieri
di Francesca RANA
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Venerdì 15 Luglio 2022, 05:00

Una nuova attrazione arricchisce l'itinerario di visite guidate al Castello Aragonese di Taranto. La sala “Dumas-Manscourt” consentirà agli appassionati di immaginare “Il Conte di Montecristo” in una cella dove nel 1799 furono imprigionati o il generale Alexandre Dumas (il papà dello scrittore omonimo e autore del celebre romanzo)  o il generale Jean-Baptiste Manscourt du Rozoy, ispiratori inconsapevoli del protagonista del libro Edmond Dantes, ed allo stesso tempo ammirare i reperti trovati lì intorno, fino a 3,70 metri di profondità, nello scavo di Federico Giletti di un vecchio pozzo usato fino al XVIII secolo dopo Cristo. I due generali comunicavano tra le celle affacciate nella Piazza D'Armi e non è possibile stabilire in quale precisamente si trovasse ognuno. In una, è rimasto l'ufficio cerimonie e visite e nell'altra, musealizzata, si rievocano la prigionia di entrambi e i rinvenimenti di tre secoli di vita quotidiana.

La presentazione

Il lavoro e l'impegno di Francesco Ricci, curatore infaticabile, spinsero il Rotary Taranto Magna Grecia a pianificare l'allestimento nell'anno 2019/2020 e ieri mattina Zanna Maggio, consorte di Angelo Maggio, presidente in quel periodo, ha tagliato il nastro dopo la presentazione ufficiale. Frammenti di brocche, piatti, ciotole, versatoi, ed una moneta deniers francese, in bronzo, in circolazione tra il 1774 ed il 1792, incuriosiscono non meno di una feritoia bifida aragonese, rivolta verso il fossato, trasformato nei secoli nell'attuale Canale Navigabile, proprio dove è ancora ormeggiata la goletta Nave Palinuro.

Le dichiarazioni

«Lo studio - spiega Sabrina Grassi, archeologa e restauratrice - è iniziato nel 2018 e l'allestimento vero e proprio a fine 2021. Circa due mesi fa, abbiamo iniziato ad allestire e scegliere i reperti. Prima, questa sala non era visitabile. Abbiamo restaurato i reperti nel laboratorio di archeologia, nel Castello». I primi restauri di ambienti interni, iniziati nel 2004, furono concretamente possibili grazie ai dipendenti civili Pasquale Salamina e Michele Piccolo, ricordati ogni volta con gratitudine, ed in particolare Pasquale Salamina, di recente andato in pensione, è venuto a vedere i risultati dopo aver lavorato duramente, in gruppo, ad esempio quando suggerì di capovolgere ogni tessera fittile e contribuì a rifare il pavimento nell'attuale “Sala Dumas-Manscourt”, senza far acquistare altri materiali alla Marina Militare.

Il comandante di Marina Sud, Salvatore Vitiello, ha ricordato in generale i lavori, i più recenti al Maschio, realizzati con personale militare e civile, e la funzione di agorà nella città dei due mari. L'ammiraglio Ricci, un tempo comandante di Maridipart, ha riepilogato anni di restauri e si è soffermato sull'aspetto architettonico, archeologico e storico di questa nuova sala, e sul ruolo di Amici del Castello prima e Rotary Taranto Magna Grecia dopo nella valorizzazione, sempre in collaborazione tra Marina Militare ed odierna Soprintendenza per il Patrimonio Culturale Subacqueo, subentrata alla Soprintendenza Archeologica della Puglia nella riforma Franceschini. Il funzionario archeologo, Laura Masiello, ha supervisionato la ricerca archeologica di Federico Giletti, beneficiaria, ad intermittenza di contributi di mecenati privati e pubblici, ed ha descritto il valore di questi ritrovamenti: «Il lavoro si deve fondamentalmente a Federico Giletti e Sabrina Grassi. La storia archeologica inizia nello scavo nell'ambiente 20. Lo scavo ha messo in luce un sistema idrico connesso al piano pavimentale aragonese. Il pozzo è stato scavato sfidando tutte le norme di sicurezza - sorride ironicamente - ed ha riportato alla luce circa 1000 reperti ceramici. Quando l'impianto idraulico è stato de-funzionalizzato e non era più utilizzato, è diventato un immondezzaio. Ceramiche e resti di pasto descrivono la storia, lunga, del tempo, tra il XV e XVIII secolo. Ringrazio ancora la pazienza del Rotary club verso noi archeologi, a volte molto puntigliosi. L'esposizione vi darà idea di ceramiche utilizzate, alcune di pregio, riconducibili a fabbriche di Manduria e Laterza. Restituiscono una serie di informazioni importantissime su vita quotidiana, usi, costumi, regime alimentare. Il senso è restituire dignità ai rifiuti» Le visite, gratuite, ricordava il luogotenente Osvaldo Mosca, ora sono possibili solo su prenotazione allo 099 7753438 e mediamente ci sono due guide ogni giorno a disposizione a turno di gruppi di una trentina di visitatori. L'itinerario muta in base a numero di persone ed altri fattori, alla scoperta di attività attuali, configurazione aragonese, fortezza rinascimentale, aneddoti e curiosità.

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