Avrebbe dovuto rappresentare la maggiore attrazione del programma delle festività natalizie a Barletta ma ora, a causa di un preavviso di diniego pervenuto nei giorni scorsi da parte della soprintendenza di Bat e Foggia, l'allestimento della casa di Babbo Natale all'interno del Castello è fortemente a rischio.
A sollevare il tema sono stati i consiglieri del Partito Democratico che, in una nota, hanno tratteggiato i contorni di una vicenda che «raffigura una realtà ben diversa da quella descritta dal sindaco Cannito che qualche giorno fa annunciava l'imminente apertura del villaggio programmata per il 6 dicembre».
Cosa è successo?
«La casa di Babbo Natale nel Castello – hanno evidenziato i democratici – è tutt'altro che allestita.
La denuncia dei consiglieri
Casa di Babbo Natale e non solo. Nella nota, i consiglieri dem hanno anche sottolineato come «quanto sta accadendo sia l'ennesimo esempio del pressapochismo dell'amministrazione Cannito che, tra le altre cose, ha pensato bene di promuovere un bando per la comunicazione dell'intero programma di eventi natalizi dalla durata di appena 3 giorni lavorativi. Un lasso di tempo abbastanza ristretto per permettere una risposta ampia e plurale».
In attesa di comprendere quello che sarà il destino dell'evento programmato all'interno del Castello, il comune ha reso nota la graduatoria degli assegnatari dei fondi destinati all'allestimento dell'intero cartellone natalizio. Cinquemila dei 70mila euro a disposizione sono stati concessi all'associazione "Barlett e avest" che con il supporto di Salvatore Alboreo promuoverà la realizzazione del tradizionale falò dell'Immacolata. A comunicarlo sono stati lo stesso Alboreo e il presidente dell'associazione "Barlett e avest" Raffaele Dipietro che, in una lettera aperta alla cittadinanza, hanno evidenziato come dopo le polemiche che lo scorso anno portarono all'annullamento dell'evento, si sia «lavorato per arrivare alla data del 7 dicembre con un progetto che preserva la tradizione e rispetta la legge e l'ambiente». Anche in questo caso non sono mancate le polemiche, con l'associazione Retake che con un post sui propri canali social ha criticato la decisione. «Forse - hanno scritto - la priorità è illuminare il cielo per qualche ora piuttosto che le menti».
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