Ricatto a luci rosse a una minorenne: due condanne

Ricatto a luci rosse a una minorenne: due condanne
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Giovedì 26 Maggio 2022, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:56

Due condanne per il ricatto a luci rosse ai danni di una minorenne. Questo il verdetto con il quale il Tribunale di Taranto, presieduto dal giudice Tiziana Lotito, ha condannato due fratelli. Il più giovane dovrà scontare cinque anni e sei mesi per i reati di violenza sessuale, estorsione e tentata estorsione. L'altro, che rispondeva solo di ricettazione, è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione.
Proprio il più giovane avrebbe dato vita ad un ricatto dai contorni davvero sconcertanti. Vittima quella ragazzina 13enne precipitata in un vero e proprio incubo.

Il ricatto


Lei aveva solo tredici anni quando regalò all'amichetto del cuore quattro foto piccanti. Immagini in cui compariva completamente nuda o solo con la biancheria intima. Un errore madornale perché quelle foto sono diventate lo strumento di un ricatto con protagonista il più giovane dei due fratelli, all'epoca dei fatti appena ventenne. L'amichetto del cuore, infatti, avrebbe consegnato a lui le foto piccanti della ragazzina. E da quel momento la vittima sarebbe stata perseguita e costretta a subire di tutto. Il ragazzo, infatti, avrebbe minacciato di diffondere le immagini. Per scongiurare quel rischio la malcapitata prima sarebbe stata spinta a rubare ai genitori.

Dalla sua casa, quindi, avrebbe fatto sparire diversi monili in oro che avrebbe consegnato al suo aguzzino. Oggetti che il giovane, a sua volta, avrebbe girato, almeno in parte, al fratello più grande. Poi, il ventenne avrebbe deciso di andare oltre. E avrebbe preteso di consumare rapporti sessuali con la tredicenne.

Un progetto che sarebbe riuscito a realizzare solo in minima parte. Ricatti su ricatti che la giovanissima, schiacciata dalla vergogna, inizialmente avrebbe subito. Avrebbe rubato ai genitori e avrebbe consegnato il bottino al ventenne. Avrebbe anche tentato di derubare la nonna. Poi, però, quando le pretese si sono fatte più pesanti ha deciso che non poteva andare avanti così. Dopo due anni di silenzi e pianti, ha preso il coraggio a quattro mani e ha raccontato tutto ai genitori. Ha spiegato tra le lacrime l'incubo in cui era precipitata e anche quei misteriosi furti in casa. Parlare per lei ha significato ribellarsi e liberarsi di un peso divenuto insopportabile. Per i due uomini, invece, è stato l'inizio dei guai. I due fratelli sono stati incriminati e da quel momento ha preso il via un lungo processo. Procedimento che è stato chiuso dal collegio guidato dal giudice Lotito con le due condanne. Il Tribunale ha anche disposto l'obbligo di risarcire i danni alla ragazzina e ai suoi genitori che si sono costituiti parte civile in giudizio mediante l'avvocato Alessandra Tracuzzi.
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