Estorsione e molestie continuate: a processo un 49enne. Aveva minacciato di diffondere foto e video hot della ex

Estorsione e molestie continuate: a processo un 49enne. Aveva minacciato di diffondere foto e video hot della ex
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Mercoledì 11 Ottobre 2023, 20:59 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 21:46

Un tentativo di mettere in pratica la vendetta a sfondo sessuale. Il revenge porn, ossia il reato di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti. Restò soltanto una minaccia quella di diffondere foto e filmati dei loro incontri a luci rosse. E per questo il protagonista di questo presunto ricatto risponde solo di tentata estorsione e di molestie. E da questa accusa dovrà difendersi nel processo al via il 10 aprile dell’anno prossimo.
Tanto ha stabilito la giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero della Procura di Brindisi, Giovanni Marino. Respinta la richiesta della difesa di emettere una sentenza di non luogo a procedere al cospetto della mancanza di riscontri alla ricostruzione fornita dalla vittima. Una donna di 59 anni della provincia di Brindisi, che diede il via all’inchiesta sporgendo denuncia a marzo scorso ma che ha deciso di non costituirsi parte civile per preservare la sua privacy e la sua vita familiare che sarebbe stata messa a dura prova dalle pressanti richieste dell’ex, un uomo di 49 anni, di riallacciare una storia di amore e di sesso andata avanti quattro anni.

La storia clandestina 


E che come gran parte delle storie clandestine, la passione scatenata dagli incontri clandestini lascia credere che durino vita natural durante, salvo poi arrivare inevitabilmente al capolinea. I casi di aggressione fisica a volte degenerati nei femminicidi, dimostrano quanto il maschio italico sia ancora culturalmente lontano dall’idea di accettare il tramonto di una relazione, se la decisione arriva da una donna. In questo caso l’uomo sarebbe ricorso al ricatto - ed è questa circostanza che dovrà accertare il processo con il dibattimento in aula - non perdendo l’occasione e creandole di proposito, per farle presente che se non avessero riallacciato la loro storia avrebbe resi pubblici i loro momenti intimi ritratti in foto e filmati.
Non solo.

Altra minaccia a cui sarebbe ricorso l’imputato, sperando che l’amore e la passione ormai appassiti sbocciassero di nuovo alimentati dalla violenza e dalla insistenza, sarebbe stata quella di mettere al corrente i familiari ed il marito della donna. 


Parole e minacce che tuttavia non sono servite a raggiungere lo scopo. Tutt’altro. La donna ha tenuto duro, non ha fatto passi indietro e alla fine è arrivata alla conclusione di dovere sporgere denuncia per fermare quelle minacce di rovinarle la vita arrivate dall’ex amante.
Questo il fronte dell’accusa, ora spetterà al processo in aula stabilire se le accuse siano fondate. Se sia generata così quella relazione extraconiugale, se la verità sia quella raccontata dalla donna o contenga altre circostanze.
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