Ricatto a luci rosse: imprenditore nella rete

Ricatto a luci rosse: imprenditore nella rete
di Lino TAFURO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Gennaio 2017, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 17:55
Ricatto online a luci rosse ad un piccolo imprenditore di Carmiano. A mettere in atto la tentata estorsione è stata sicuramente una banda di professionisti che opera tra l’Italia e la Costa d’Avorio, stato dell’Africa occidentale. La richiesta di denaro - ben 18mila euro - è arrivata inaspettata da quella che sul web si presentava come una giovane donna formosa, che si spoglia all’improvviso durante una breve videochiamata, dopo aver ottenuto l’amicizia virtuale del malcapitato.
Ma andiamo con ordine: l’altro ieri sera, attorno alle 20, quella che sembra una bella ragazza chiede l’amicizia su Facebook all’uomo di Carmiano. La vittima, il piccolo imprenditore agricolo, non resiste alla curiosità e accetta la richiesta della donna. I due iniziano a chiacchierare per mezzo della chat: lei dice di avere 24 anni e sembra colta. Sostiene di aver studiato all’Università di Lecce.
La favola, però, dura poco e si trasforma ben presto in un terribile incubo per il piccolo imprenditore. Il quale, nel presentare la denuncia alla stazione dei carabinieri di Carmiano, ha raccontato che all’improvviso la giovane donna ha effettuato una videochiamata e quando lo schermo si è illuminata è comparsa vestita solo di slip e reggiseno. Pochi secondi sono bastati e la donna si sfilata di dosso pure quelli, rimanendo completamente nuda su un letto.
A questo punto la videochiamata si è interrotta, ma dopo pochi secondi la ragazza ha richiamato, solo che questa volta dall’altra parte non si vedeva né sentiva nulla.
Anche la seconda videochiamata sarebbe stata breve. L’uomo deve aver pensato che fosse tutto finito e invece il peggio doveva ancora arrivare: dopo qualche minuto sul suo profilo è giunto un messaggio minaccioso: la ragazza scriveva di essere in possesso di un video che lo ritraeva mentre praticava atti di autoerotismo davanti a sua sorella, una bambina di appena sette anni. Allegato al messaggio c’era anche un video in cui, effettivamente, il volto era quello dell’uomo, ma non il resto del corpo.
Poi la richiesta: la cifra da versare per non finire sul profilo della moglie e dei conoscenti, additato come marito infedele o come pedofilo, varia a seconda dell’attività dichiarata dall’uomo contattato.
E l’imprenditore deve essere apparso come un “buon partito” se la donna è arrivata a chiedergli di versare attraverso il money transfert la considerevole cifra di 18mila euro. La somma subito, oppure avrebbe diffuso sui profili di amici e parenti, ma anche su siti come YouTube, il video osceno, facendolo finire in seri guai.
E quando l’uomo ha risposto di non possedere tutti quei soldi, la donna - o chi si celava dietro quella identità evidentemente fasulla - ha effettivamente diffuso il video osceno che, montato ad arte, raffigurava l’uomo mentre si masturbava davanti a minorenni. A questo punto, ll’uomo spaventato ha aperto una trattativa sui soldi da versare, accordandosi su una piccola cifra per far eliminare quel video compromettente dal web. L’uomo ha preso tempo e nel frattempo è andato in caserma a denunciare l’accaduto ai carabinieri.
Le indagini ora partono proprio da quel conto, intestato a una donna della Costa d’Avorio, dove il malcapitato avrebbe dovuto versare la cifra. Intanto, proprio mentre l’uomo era in caserma, la ricattatrice lo ha contattato per sapere se avesse effettuato il versamento pattuito. forse un altro indizio per i militari che ora danno la caccia alla banda delle estorsioni on-line.