Operaio ex Ilva morì precipitando dalla gru: a processo sette dirigenti e l'azienda ArcelorMittal

Operaio ex Ilva morì precipitando dalla gru: a processo sette dirigenti e l'azienda ArcelorMittal
di Nazareno DINOI
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 20:04 - Ultimo aggiornamento: 20:05

Morì precipitando dalla gru all'interno dello stabilimento ex Ilva di Taranto: 7 dirigenti e la società ArcelorMittal a processo.

Il processo per la morte dell'operaio

Ci sarà quindi un processo per la morte dell’operaio di 38 anni, Cosimo Massaro, gruista nello stabilimento ex Ilva di Taranto che nel 2019 fu trascinato in mare insieme alla pesante struttura su cui stava lavorando abbattuta da un tornado. Ieri la giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Taranto, Rita Romano, ha rinviato a giudizio i sette dirigenti di ArcelorMittal e in solido la stessa società per azioni che devono rispondere di concorso in omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Dovranno difendersi Stefan Michel Van Campe, gestore per ArcelorMittal Italia dello stabilimento tarantino, Vincenzo De Gioia capo divisione "Sbarco materie prime parchi primari e rifornimenti"; il capo area Carmelo Lucca; il capo reparto Giuseppe Dinoi; Andrea Dinoi capo del reparto di manutenzione elettrica; Mauro Guitto, capo reparto manutenzione meccanica e infine Teodoro Zezza, capo del turno precedente rispetto a quello durante il quale avvenne l’incidente mortale. Erano stati indagati anche Domenico Blandamura, capoturno di esercizio del IV sporgente e Stefano Perrone, membro della squadra di esercizio nello stesso sporgente ma per loro il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione.

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Per il pubblico ministero, Filomena Di Tursi che ha chiesto e ottenuto il processo, non ci sono dubbi: «Tutti gli imputati, ciascuno nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze - scrive - consentivano l’utilizzo, su un complesso di vie di corsa versanti in pessimo stato di manutenzione, di apparecchiature di sollevamento non idonee all’uso da parte dei prestatori di lavoro, omettendo di procedere al ripristino dell’efficienza delle stesse».

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Il dito dell’accusa viene puntato particolarmente sulla gru su cui stava operando Massaro la quale, scrive ancora il pm nella richiesta di processo, «risultava in esercizio da oltre trent’anni in pessimo stato di conservazione».

Una condizione che già in passato aveva provocato un’altra tragedia analoga anche questa ricordata dalla pubblica accusa nella sua richiesta. Quella del 28 novembre del 2018 in cui rimase ucciso un altro gruista, Francesco Zaccaria, anche lui addetto alla manovra delle gru nello stesso sporgente del porto.

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Oltre alla presunta mancanza di manutenzione dei mezzi, gli imputati devono rispondere anche della sospetta inosservanza di misure di prevenzione legate alla situazione meteorologica, «consentendo – si legge negli atti –, la prosecuzione delle lavorazioni in quota malgrado le avverse condizioni meteo che esponevano il personale a inaccettabile rischio che non veniva minimamente valutato». Per problemi di connettività del sistema informatico della cancelleria del tribunale, il collegio difensivo composto dagli avvocati Francesco Paolo Sisto per Van Campe, Elisa Surbone e Angelo Loizzi per De Gioia, Egidio Albanese per per Lucca, Franz Pesare e Armando Pasanisi per Giuseppe Dinoi, Francesco Nevoli e Roberto Eustachio Sisto per Andrea Dinoi, Amoruso Maria Cristina e Enzo Sapia per Guitto, Antonio Liagi per Zezza e Guido Carlo Alleva per l’azienda, sarà informato oggi sulla data di inizio del processo.

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