Gru in mare, muore operaio: indagato anche un top manager di ArcelorMittal

Gru in mare, muore operaio: indagato anche un top manager di ArcelorMittal
di Francesco CASULA
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Lunedì 15 Luglio 2019, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 12:47
C'è anche Stefan Michel Van Campe, gestore per ArcelorMittal Italia dello stabilimento siderurgico di Taranto, tra gli otto indagati per la morte di Cosimo Massaro, 40enne operaio dell'ex Ilva di Taranto precipitato in mare con la gru il 10 luglio scorso. È quanto emerge dalla convalida del sequestro dell'area firmata dai pm Raffaele Graziano e Filomena Di Tursi che stanno coordinando le indagini della Guardia Costiera, dei Carabinieri e degli ispettori dello Spesal per fare luce sulla dinamica e sulle eventuali responsabilità penali della catena gerarchica.

Nel registro degli indagati, oltre a Van Campe nella sua qualità di «datore di lavoro e gestore dell'unità produttiva di Taranto», compaiono anche i nomi altri sette dipendenti di Arcelor. Si tratta di Vincenzo De Gioia capo Divisione «Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti», Carmelo Lucca capo Area «Sbarco Materie Prime» dello stabilimento, Giuseppe Dinoi capo Reparto di esercizio, Domenico Blandamura capoturno di esercizio del IV sporgente, Stefano Perrone membro della squadra di esercizio del IV sporgente, Mauro Guitto capo del Reparto manutenzione meccanica di ArcelorMittal, e infine Andrea Dinoi capo del Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica.

I pm Graziano e Di Tursi contestano due ipotesi di reato. La prima è quella di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro: in sostanza avrebbero consentito «l'utilizzo di apparecchiature di sollevamento (gru di banchina) non idonee all'uso da parte dei prestatori di lavoro, omettendo si legge nel capo di imputazione di collocare impianti destinati a prevenire infortuni sul lavoro». Il provvedimento di sequestro è stato notificato venerdì pomeriggio, prima del ritrovamento del corpo di Cosimo Massaro: la seconda ipotesi di reato di lesioni gravissime contenuta nel documento, quindi, si aggraverà con l'accusa di omicidio colposo alla luce del recupero della salma. I pm hanno spiegato che il sequestro dell'area è necessario «per l'accertamento dei fatti» e quindi per la «prosecuzione delle indagini volte a ricostruire, anche attraverso lo svolgimento di accertamenti tecnici o richieste di incidente probatorio, la compiuta dinamica» dell'incidente e ancora delle «condizioni di esercizio delle apparecchiature di sollevamento.

Per l'area sequestrata, quindi, la procura ha nominato come custode giudiziario Pasquale Todaro ingegnere che ricopre il ruolo di Capo area Parchi Primari dello stabilimento ArcelorMittal. Come già annunciato, però, il numero di indagati nella vicenda è destinato ad aumentare: oltre ai dirigenti della fabbrica, infatti, nella vicenda potrebbero essere coinvolti tecnici esterni che hanno operato nelle fasi di ripristino e manutenzione della gru sulla quale a novembre 2012 morì un altro operaio gruista, Francesco Zaccaria.

Come confermato dal procuratore Capristo nel corso della conferenza, infatti, quella gru è stata sottoposta a lavori di manutenzione e a operazioni di collaudo: qualcuno, insomma, dovrà rispondere delle autorizzazioni concesse a una struttura che per due volte ha ucciso un lavoratore nelle stesse, seppure estreme, condizioni meteorologiche. Non solo. Nell'inchiesta potrebbero entrare anche i nomi di chi gestisce il sistema di allerta meteo: gli inquirenti, infatti, stanno accertando la catena di informazioni diffuse in merito all'allerta meteo per determinare se vi siano state omissioni o negligenze.
Nodi dell'inchiesta che potrebbero sciogliersi già nelle prossime ore: questa mattina, infatti, la procura notificherà gli avvisi di garanzia in vista dell'autopsia sul corpo di Massaro e l'elenco dei nomi potrebbe aumentare.
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