Ex Ilva, il ministro Urso ha incontrato gli operai davanti le porte d'ingresso. Poi la visita alla fabbrica. «Rilanceremo lo stabilimento»

Ex Ilva, il ministro Urso ha incontrato gli operai davanti le porte d'ingresso. Poi la visita alla fabbrica. «Rilanceremo lo stabilimento»
di Domenico PALMIOTTI
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Martedì 27 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:41

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, è oggi a Taranto dopo aver avviato Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, all’amministrazione straordinaria. Il ministro viene per spiegare il perché della scelta, che cosa succede da ora in poi e quali passi farà il Governo, e lo fa attraverso due momenti distinti: stamattina, alle 6.15, ha incontrato gli operai, dopo è andato in Prefettura per confrontarsi con le parti sociali: dai sindacati alle associazioni delle imprese a Federmanager.

Il ministro è poi entrato nella fabbrica per una visita agli impianti accompagnato dal neo commissario straordinario di Acciaierie d'Italia Giancarlo Quaranta. Presenti anche i sindacati e i deputati di Fratelli d'Italia Dario Iaia e Giovanni Maiorano. Urso si è trattenuto per alcuni minuti con gli operai, ascoltando le loro istanze e assicurando a sua volta l'impegno del governo per la continuità aziendale, prima di incontrare i delegati sindacali. Il ministro presiederà in mattinata un vertice sul Siderurgico nel salone di rappresentanza della Prefettura con sindacati, associazioni delle imprese e Federmanager, alla presenza del neo commissario di Adì e dei commissari straordinari di Ilva in As. Poi terrà un punto stampa e a seguire si recherà al binario 1 della stazione ferroviaria di Taranto per l'arrivo del Treno del Ricordo, un convoglio storico messo a disposizione da Fondazione FS Italiane e appositamente allestito con una mostra multimediale e l'esposizione delle masserizie degli esuli. 

"C'è l'obiettivo di rilanciare lo stabilimento ex Ilva nei prossimi mesi, nei prossimi anni, quando il sito sarà gestito me lo auguro da un player industriale importante e significativo che scommetta sul sito e quindi sul lavoro di Taranto per rilanciarlo e affermarlo in Italia e in Europa", ha detto il ministro. "Se questo lavoro comune sarà fatto - ha aggiunto - sono convinto che vinceremo questa sfida e se vinciamo la sfida di Taranto, che era l'emblema della decadenza industriale e ambientale del Paese, vuol dire che ci riusciamo in Italia". "Per questo non è - ha detto rivolgendosi a operai e rappresentanze sindacali unitarie - una sfida solo vostra, non è in palio solo il vostro lavoro, in palio è il lavoro italiano". 

Poi l'apertura al prestito ponte. «Ne ho parlato domenica con la commissaria Vestager a Copenaghen.

Pensiamo che questo prestito si possa realizzare dentro le regole europee e per far questo occorre anche un piano industriale che dimostri da subito che il prestito ponte possa essere restituito, perchè deve essere restituito. Questo servirà anche a dare garanzie alle imprese dell'indotto e ai lavoratori». «Se acconsentirà al prestito ponte - ha ribadito - vorrà dire che persino la Commissione europea è convinta che siamo nelle condizioni di rilanciare il sito siderurgico di Taranto».

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Il ministro vedrà anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. E sempre oggi il Tribunale di Milano esaminerà la situazione di Acciaierie per quanto riguarda la dichiarazione di insolvenza, che è correlata all’amministrazione straordinaria. 

Quaranta-sindacati: l'incontro

Ieri, intanto, il commissario dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, ha incontrato le sigle sindacali. È la seconda riunione del commissario dopo quella di venerdì con Aigi, l’associazione delle imprese dell’indotto, e Confindustria Taranto. E dalla riunione con i sindacati, Quaranta ha ottenuto fiducia e credito. I problemi dell’ex Ilva sono tanti e complicatissimi, ci vorrà tempo e tanto lavoro per affrontarli, però le organizzazioni dei lavoratori sono unanimi nel ritenere che da ieri si è avviato un nuovo corso. Certo, tutto da costruire e sviluppare, ma un primo punto è stato messo a segno: la svolta nei rapporti. C’è infatti uno spartiacque fra ieri, quando c’era l’amministratore delegato Lucia Morselli, e oggi che c’è il commissario Quaranta, che dovrà riportare la fabbrica sul mercato, e quindi a nuovi investitori, una volta che sarà stata ripristinata e rimessa in marcia. Sul cambio di clima, i sindacalisti sono netti e convergono. Ieri erano scontri e tensioni, zero dialogo. Oggi, invece, c’è confronto, disponibilità all’ascolto e voglia di ripartire in un’atmosfera di normalità. Dichiara Rocco Palombella della Uilm: «Per la prima volta, dopo tanti anni, entriamo in uno stabilimento dove non ci chiedono chi siamo e dicono identificatevi. Siamo entrati tutti con uno spirito diverso. Si respira aria non di austerity, ma di un’azienda che stenta ad andare avanti. Ma siamo convinti, se queste sono le premesse, di dare il nostro contributo. Senza differenze tra un dirigente e l’altro, tra un impiegato e l’altro, ma recuperando un rapporto di unità tra dirigenti, impiegati e soprattutto lavoratori, che in questo momento soffrono. Quaranta - sottolinea Palombella - è al lavoro per recuperare un condizione impiantistica. Non è in grado, in questo momento, di precisare quali sono gli interventi da fare, ma una cosa é certa: eviterà di fermare gli impianti. C’è un solo altoforno, il 4, a marcia ridottissima e il magazzino delle materie prime non è tale che può far risalire la produzione dell’altoforno. La prima cosa, quindi, è far raggiungere all’altoforno 4 un livello di produzione normale e poi pensare agli altri». 
«La convergenza c’è e abbiamo ribadito al commissario che serve dare un cambio ed una svolta a Taranto. Siamo in una situazione in cui si è cercato di affossare quest’azienda, noi oggi dobbiamo occuparci del rilancio», commenta Ferdinando Uliano della Fim Cisl, presente con Valerio D’Alò. «L’amministrazione straordinaria deve servire a questo - prosegue -. Oggi é un’azienda che non ha le condizioni impiantistiche di reggere una partenza e uno sviluppo. Abbiamo quindi chiesto che si inizi da qui e il commissario ha detto che prima bisogna fare una fotografia della situazione. Abbiamo poi chiesto al commissario che ci sia trasparenza e coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in tutte le fasi. Dobbiamo conoscere e avere consapevolezza delle difficoltà, perché solo insieme si esce da questa situazione». «Per poter ripartire - rileva Michele De Palma della Fiom Cgil - bisogna mettere in sicurezza i lavoratori, gli impianti e lo stabilimento. Credo che sia il punto fondamentale e vanno garantite le risorse necessarie da parte del Governo per poter realizzare questo lavoro straordinario. Ci vogliono le professionalità, le persone e le risorse che il Governo dovrà stanziare oltre i 320 milioni». De Palma aggiunge: «L’organizzazione del lavoro non mette in secondo piano i lavoratori dell’indotto rispetto ai lavoratori dipendenti. È del tutto evidente che il mancato funzionamento delle attività di manutenzione straordinaria e ordinaria che c’è stato in questi anni, deve essere la priorità assoluta. Il commissario é stato molto chiaro: mettiamo in sicurezza e facciamo ripartire». «È stato un incontro vero - sostiene Franco Rizzo dell’Usb -. Intendo dire che ci siamo detti le cose come stanno. Non gli incontri di questi anni, dove da un lato noi ci lamentavamo e denunciavamo mancanza di sicurezza e impianti che si fermavano e dall’altro la Morselli diceva che tutto andava bene. La situazione è radicalmente cambiata e ora c’è bisogno di accompagnarla. Non rilanciamo la fabbrica facendo 10 milioni di tonnellate da domani mattina. Avremo qualche anno davanti in cui bisognerà fare sacrifici, ma avremo quantomeno la speranza che si possa arrivare a questa sacrosanta decarbonizzazione e ritornare ad essere una fabbrica normale». Infine, Alessandro Dipino dell’Ugl metalmeccanici, sostiene che «siamo consapevoli che nessuno ha la bacchetta magica per trovare soluzioni immediate ai tanti danni provocati dalla gestione Morselli, che hanno portato la fabbrica al collasso e con essa tutto l’indotto, ma siamo fiduciosi che il percorso, seppur in salita, si possa intraprendere con un rapporto sinergico tra azienda e sindacati».

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