Ex Ilva, solo acconto sugli stipendi dei lavoratori dell'indotto. Oggi l'incontro con il commissario Quaranta

Ex Ilva, solo acconto sugli stipendi dei lavoratori dell'indotto. Oggi l'incontro con il commissario Quaranta
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 10:32

Gran parte delle imprese dell'indotto di Acciaierie d'Italia, l'ex Ilva, hanno erogato solo acconti dello stipendio di gennaio. Solo poche hanno pagato per intero e ci sono aziende che devono ancora saldare la tredicesima. Poi da fine gennaio è scattata massiccia la cassa integrazione e quindi il problema retributivo il mese prossimo non si porrà. Tuttavia, il quadro ben riassume le difficoltà economiche delle aziende che ruotano attorno al polo siderurgico, che dal 20 gennaio hanno fermato il lavoro in fabbrica a causa dei mancati pagamenti.
E non è un caso che, avuti ieri a Taranto i primi incontri con i dirigenti dello stabilimento, oggi il neo commissario dell'amministrazione straordinaria di Acciaierie, Giancarlo Quaranta, veda i rappresentanti di Aigi alle 10 e di Confindustria Taranto alle 12 per passare poi lunedì alle 11 ai sindacati: Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl. Cosa oggi l'indotto chiederà al commissario, è facilmente intuibile: quando si sbloccheranno i primi pagamenti. Perché questa è la condizione preliminare per tornare in attività. In verità, nel secondo decreto legge, specifico sull'indotto, il Governo ha individuato una soluzione. Le imprese cedono i crediti, gli istituti (Mediocredito centrale si era già fatto avanti) li prendono in carica, la società pubblica Sace presta la garanzia a copertura. Solo che questo meccanismo risulterebbe inceppato perché Acciaierie non ha fornito a Sace le informazioni necessarie per attivare la garanzia. Adesso, quindi, si tratta di sciogliere il nodo della certificazione. «Siamo arrivati a un mese e due giorni di fermo - dice a Quotidiano Fabio Greco, presidente di Aigi -, ma non penso che finiamo qui. Andremo probabilmente oltre, perché non credo che ci daranno i soldi. In assemblea abbiamo deciso di tenere le bocce ferme sino all'1 marzo».
Il fatto che Quaranta veda subito indotto e sindacati segue la linea caldeggiata dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, per il quale, oltre a far ripartire gli impianti, è fondamentale ripristinare il dialogo sociale, sinora mancato con la gestione uscente. «Fare un incontro a Taranto - dichiara Rocco Palombella della Uilm - è un qualcosa di importante. Si comincia col piede giusto, con la consapevolezza che la situazione è drammatica e ci sono macerie. Gli impianti sono quasi tutti fermi. Non hanno ricevuto manutenzione. Se il commissario non sarà accompagnato da interventi da parte del Governo, se non ci sarà una coralità del Governo, sicuramente sarà un'impresa ardua. Ma la speranza c'è. Il commissario conosce bene la fabbrica, gli impianti, le persone. Ora va ricostruita la linea di gestione dell'azienda».

Riacceso l'altoforno

Ieri, intanto, si è avuto qualche primo segno di ritorno alla normalità. È stato riavviato l'altoforno 4, che era rimasto fermo nelle 24 ore precedenti per lavori "sulla parte alta del forno, sul piano tubiere e sul campo di colata", così come spiegato dall'azienda, e lunedì riparte il Treno Nastri 2, fermo da giorni, mentre sono ancora inattivi gli altiforni 1 e 2 e l'acciaieria 1.
Sulla nomina di Quaranta a commissario e sull'ampio consenso registrato (nelle ultime ore si sono espressi positivamente Federmanager, la federazione dei dirigenti di azienda, Casartigiani e il Comitato unitario delle professioni di Taranto), Urso è tornato ieri nel question time al Senato.
«Abbiamo in poche ore nominato il commissario, riconosciuto da tutti, dai sindacati come dalle associazioni, come la migliore scelta possibile, con l'obiettivo immediato di mettere in salvaguardia lo stabilimento, rilanciare la produzione ed effettuare il revamping degli altiforni contribuendo al rilancio della siderurgia nel Paese», ha dichiarato il ministro.
Altro obiettivo sarà quello di preparare la società al ritorno al mercato e agli investitori privati. Urso ha quindi confermato che anche le altre quattro aziende del gruppo - AdI Energia, AdI Servizi Marittimi, Tubiforma e Socova, quest'ultima in Francia - andranno in amministrazione straordinaria al pari di Acciaierie così come chiesto dal commissario. «Mi appresto ad accogliere la richiesta di estendere l'amministrazione straordinaria alle altre aziende del gruppo», ha annunciato il ministro. E ieri, peraltro, Quaranta ha scritto all'ad uscente di Acciaierie, Lucia Morselli, affermando che "riguardo le società controllate, procederò alla salvaguardia delle stesse conformemente alla normativa vigente". Morselli gli aveva scritto chiedendo di chiarire "le sorti delle altre società operative del gruppo, la cui attività è ancillare rispetto a quella di Acciaierie d'Italia s.p.a.".
Inoltre, sul piano parlamentare si lavora al perfezionamento del decreto legge 4/2024 sull'amministrazione straordinaria che assorbirà i contenuti del dl 9/2024 sull'indotto. Il dl va in aula al Senato dal 5 al 7 marzo, e non più il 27 febbraio perché, spiega il relatore Salvo Pogliese, senatore di FdI, «il Governo presenterà, speriamo entro oggi, probabilmente uno o più emendamenti per affrontare due tematiche. La prima è quella di mettere ordine in una situazione un po' peculiare e delicata. In questo momento ci sono Ilva in amministrazione straordinaria 2015, proprietaria degli impianti, e Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria che li gestisce. Stanno cercando di mettere ordine, trovando la soluzione migliore rispetto a chi deve fare cosa e alle competenze dell'una e dell'altra. Poi - rileva Pogliese - c'è il tema dell'avanzo di amministrazione di 1,6 miliardi della Regione Puglia, che Emiliano vorrebbe mettere a disposizione, ma c'è un aspetto di aiuti di Stato e di infrazioni comunitarie, per cui stanno cercando di trovare una soluzione. E saremmo felici se questo si potesse fare. Aspettiamo gli emendamenti oggi, ma vi sono problemi tecnici non indifferenti».
E Urso aggiunge: «Stiamo definendo gli emendamenti che saranno votati la prossima settimana dalla commissione competente che sta esaminando il decreto legge a tutela dell'indotto e dei lavoratori. Ci stiamo occupando di come consentire il rilancio produttivo dello stabilimento per quanto riguarda sia l'acquisizione delle materie prime necessarie, che le risorse che serviranno per essere subito efficace l'azione del commissario».
 

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