Ex Ilva, riesplode la protesta dell’indotto: «Risposte o al via i licenziamenti»

Ex Ilva, riesplode la protesta dell’indotto: «Risposte o al via i licenziamenti»
Ex Ilva, riesplode la protesta dell’indotto: «Risposte o al via i licenziamenti»
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 3 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 13:36

L’indotto siderurgico che si raccoglie attorno all’associazione Aigi rialza il tiro della protesta dopo aver preso atto, nella call dell’altro ieri coordinata dal ministero delle Imprese, che “Sace e Banca Ifis non vogliono caricarsi dei crediti maturati dalle aziende verso Acciaierie perché sostengono che questi crediti non sono certi”, dice Fabio Greco, presidente di Aigi, al termine dell’assemblea di ieri.

Le iniziative di protesta

E quindi le nuove iniziative, annuncia, sono «la costituzione di un pool legale per verificare se ci sono eventuali responsabilità in capo al vecchio cda di Acciaierie, compresi sindaci e revisori dei conti, e sospensione immediata del minuto mantenimento (ovvero una serie di operazioni di manutenzione, ndr) e di ogni attività che riguarda gli impianti di Acciaierie da parte di qualsiasi impresa associata ad Aigi».

Il minuto mantenimento è la forma di collaborazione che Aigi ha assicurato ad Acciaierie da quando l’indotto ha deciso di interrompere il lavoro in fabbrica in quanto il pregresso milionario non è stato pagato.

Gli incontri

«Il commissario dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie, Giancarlo Quaranta - prosegue Greco - ci ha contattato e avremo un incontro domani pomeriggio per capire meglio la situazione, visto quello che è accaduto ieri nel tavolo tecnico con Mimit, Sace, Banca Ifis e gli altri soggetti coinvolti. Abbiamo dato tempo sino al 6 marzo per avere le risposte certe che aspettiamo, altrimenti partiranno le pratiche per i licenziamenti collettivi per i nostri dipendenti». Secondo Greco, quanto emerso dalla call di venerdì va in direzione opposta agli sforzi del Governo e alle misure per l’indotto inserite nel decreto e perfezionate con i suggerimenti delle associazioni delle imprese. «A Sace e a Banca Ifis - rileva Greco - ho detto: signori, nel non voler prendere i crediti delle imprese, state dichiarando qualcosa di non concordato, state mandando all’aria un mese di lavori e di riunioni. Ci hanno parlato di crediti astratti. Ma a parte che un termine del genere non l’ho mai udito, mi chiedo dove stavate quando, negli ultimi tre anni, sono stati firmati i bilanci di Acciaierie, società dov’era anche Invitalia, che fa capo al ministero dell’Economia. Poi a Banca Ifis, che non ha ripreso a pagare, ho chiesto: adesso che arriva il 30 marzo e voi farete la richiesta di rientro dell’anticipo, cosa succederà quando le stesse imprese non pagheranno perché non hanno i soldi? La riunione di venerdì? Ci siamo lasciati male. Ci hanno detto di parlare col commissario e con la Regione Puglia, ma l’ok che il Governo ha dato alla Regione per l’indotto, a valere sui fondi dell’avanzo di amministrazione, è massimo di 300mila euro a impresa, perché questa, secondo loro, sarebbe la somma non può essere valutata come aiuto di Stato».

Le nomine

Che il nodo dei crediti dell’indotto permanga, nonostante il lavoro fatto in commissione Industria del Senato con gli emendamenti, ne sono consapevoli sia il Governo che l’amministrazione straordinaria di Acciaierie. È questione, si osserva, che sta gestendo direttamente il Governo e nel rapporto con le associazioni delle imprese, Governo, banche e imprese devono trovare la quadra. Queste, purtroppo - si evidenzia - sono le cose negative di un’amministrazione straordinaria. Che intanto ieri, con decreto del ministro Adolfo Urso, si é estesa anche alle società della holding. Il Mimit ha comunicato che su istanza del commissario straordinario Giancarlo Quaranta, il ministro ha sottoscritto il decreto di estensione della procedura di amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia spa alle società AdI Tubiforma srl, AdI Energia srl (è quella a cui fanno capo le centrali elettriche dello stabilimento di Taranto), AdI Servizi Marittimi srl (gestisce le navi che trasportano materie prime e prodotti) e AdI Socova sas (che ha sede in Francia). Urso ha nominato commissari delle società gli stessi incaricati per Ilva in amministrazione straordinaria, e cioè Francesco di Ciommo, Daniela Savi, e Alessandro Danovi. Ma con l’amministrazione straordinaria entrano in gioco anche i diritti maturati dai dipendenti e non solo i crediti delle imprese.

Il sindacato

E infatti ieri la Uilm ha comunicato che “in queste ore vi è stato un aumento di fughe in avanti che stanno creando apprensione tra noi. Tuttavia, desideriamo ribadire che è inutile alimentare tali preoccupazioni. Come alcuni di voi potrebbero aver appreso - dice la Uilm ai lavoratori -, i giudici hanno fissato l’udienza per l’accertamento dello stato passivo e le domande dei creditori per il 19 giugno. Ciò richiede che tutti i soggetti che vantano un credito nei confronti di Acciaierie d’Italia, salvo eventuali nuove disposizioni che potrebbero arrivare fino a quella data, debbano necessariamente depositare istanza di insinuazione allo stato passivo 30 giorni prima della data suddetta”. La Uilm annuncia di essere pronta a supportare i lavoratori, di attendere comunicazioni dall’azienda e sottolinea: “Vi invitiamo a mantenere la calma e a rimanere informati solo tramite le fonti ufficiali. Restiamo fiduciosi che affronteremo questa situazione con determinazione e unità”.

Va detto tra l’altro che gli attuali dipendenti di Acciaierie non hanno ancora ottenuto i crediti portati nel 2015, quando fu dichiarata l’altra amministrazione straordinaria, nello stato passivo di Ilva.

Il problema cassa integrazione

Intanto, i lavoratori delle imprese che da fine gennaio sono andati in cassa integrazione, non hanno ancora ricevuto dall’Inps l’erogazione della somma. Fonti sindacali annunciano che si aspetterà ancora qualche altro giorno, dopodiché non si esclude un sit in di protesta davanti alla sede dell’Inps. Anche se, si osserva, trattandosi di erogazione diretta da parte dell’istituto e non di anticipazione delle imprese con rimborso della somma da Inps, quest’ultimo, almeno in avvio, effettua una serie di controlli sulle aziende. Infine, Aigi, con Greco, contesta il fatto che i sindacati stiano «facendo il cambio mansione agli operai diretti e vanno a fare i lavori che sugli impianti dovremmo fare noi». «Il cambio mansione ha riguardato qualche decina di lavoratori, dipendenti di Acciaierie, che erano in cassa integrazione ed è stato fatto su base volontaria» è la replica dei sindacati.