Ex Ilva, tavolo con le associazioni dell’indotto: i commissari chiedono collaborazione

Quaranta, Fiori e Tabarelli hanno incontrato Casartigiani, Aigi e Confapi

La direzione dell'ex Ilva
La direzione dell'ex Ilva
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 14:45

Lo stato in cui versa Acciaierie d’Italia è disastroso e la fabbrica non si salva senza una collaborazione comune. Dopo aver incontrato lunedì sera Confindustria Taranto, ieri i commissari dell’amministrazione straordinaria, Quaranta, Fiori e Tabarelli, e il direttore generale Cavalli, hanno incontrato Aigi, Confapi e Casartigiani.

L'esito dell'incontro

Le prime due rappresentano le imprese dell’indotto, la terza, invece, i trasportatori. Alle associazioni, i commissari hanno confermato le enormi difficoltà esistenti e definito impresa molto ardua rimettere in sesto della fabbrica. Non hanno assicurato risorse immediate, perché non ce ne sono, ma preso l’impegno di portare avanti la certificazione dei crediti dei fornitori, da girare poi a Sace, e di pianificare gradualmente, e in base alle necessità, i nuovi ordini di lavoro. Se l’indotto tornerà al lavoro dopo due mesi e mezzo di stop, lo si capirà nelle prossime ore. Oggi Aigi terrà l’assemblea e deciderà il da farsi. Casartigiani ha dato già un primo segnale sospendendo ieri pomeriggio l’assemblea che i trasportatori, con i loro mezzi, avevano ripreso da lunedì sul piazzale della portineria C. Sarebbe dovuta continuare sino a venerdì, ma ci si ferma perché lunedì prossimo alle 20 il Governo, dopo i sindacati che vedrà alle 19, ha convocato Confindustria Taranto, Aigi, Confapi, Confartigianato, Cna, Fai-Conftrasporto e Federmanager. Al riguardo, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, afferma: “Palazzo Chigi ha convocato lunedì i sindacati e le imprese dell’indotto per manifestare loro la nostra intenzione di proseguire su questa strada, per presentare le prospettive per il rilancio di quei siti siderurgici e per rendere conto di quel che abbiamo fatto”. Di “eredità pesante”, che “si trascina da tempo” parla, a proposito dell’ex Ilva, Ferdinando Uliano, da ieri nuovo segretario generale Fim Cisl. “Per noi diventa importante rilanciare in tempi brevi il polo siderurgico di Taranto e degli altri stabilimenti. Oggi l’amministrazione commissariale - aggiunge - è un’occasione e un’opportunità per rilanciare quest’importante presidio industriale e occupazionale”.

Le dichiarazioni

Sull’incontro con i commissari, Fabio Greco, presidente di Aigi, dichiara che «abbiamo preso della disponibilità a intraprendere un percorso costruttivo con l’indotto e pensiamo che nelle prossime settimane avremo risposte più importanti. In collaborazione dobbiamo andare avanti. Per il pregresso se la vedrà Sace e quindi aspetteremo Sace, mentre per il nuovo, in base alle disponibilità, dobbiamo ripartire piano piano». Tuttavia da altre fonti si apprende che il confronto tra i commissari e i vertici di Aigi non è stato privo di tensione. La terna commissariale avrebbe contestato sia un documento portato da Aigi - relativo, pare, al riavvio delle attività e alle modalità di pagamento dei nuovi ordini -, che alcuni comunicati stampa fatti dall’associazione nei giorni scorsi. Paventate anche possibili azioni legali in quanto l’amministrazione straordinaria avrebbe riscontrato diversità fra quanto Aigi diceva alla società e quanto poi comunicava all’esterno. Inoltre, ai rappresentanti di Aigi sarebbe stato ricordato che non è possibile rivendicare ora tempi contenuti di pagamento delle fatture quando con la gestione guidata da Lucia Morselli si sono accettati 180-200 giorni. «on solo è un’azienda a terra, che di questo passo produrrà davvero ben poco nel 2024, ma i commissari ci hanno anche parlato di confusione interna e di come si stia rivelando difficile la certificazione dei crediti, per i quali resta la bancabilità delle imprese interessate», aggiunge una fonte partecipante al tavolo di ieri.

«La situazione dell’ex Ilva è molto critica, i commissari straordinari non hanno risorse e quindi per il nuovo la loro gestione sarà in base alle disponibilità poiché non si faranno nuovi debiti», sottolinea Stefano Castronuovo, coordinatore di Casartigiani Puglia. «Da parte dei commissari - prosegue Castronuovo - c’è disponibilità a dialogare e a trovare soluzioni di volta in volta. Il loro compito è questo. I commissari cercheranno di portare Acciaierie d’Italia fuori dall’impasse, ma sarà molto difficile se manca la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti».

Tesi ribadita anche da fonti di Confindustria Taranto: «I commissari hanno chiesto collaborazione. Ci hanno detto: il Governo ci ha messo qui per cercare di salvare l’azienda. Il nostro compito è questo. Tutto ciò che si è determinato, non è responsabilità nostra».

Sindacati divisi

C’è invece una spaccatura tra sindacati a proposito del confronto con Acciaierie sulla cassa integrazione per i diretti. La Fiom Cgil ha abbandonato la riunione. Ieri, evidenzia il sindacato, si stava discutendo dell’area manutenzione centrale e staff e di come conciliare numeri di cassa e necessità d’intervento, considerato che il decreto legge esenta dalla cassa chi si occupa di manutenzione, quando la Fiom ha deciso di lasciare. “In assenza del direttore di area e dei preposti dei reparti di manutenzione e di staff, gli unici che dovrebbero dare risposte alle tante emergenze presenti in fabbrica, abbiamo deciso di non partecipare ad un tavolo in cui avremmo dovuto discutere di numeri e non delle problematiche che da tempo denunciamo - rileva la Fiom -. Continuiamo a verificare una mancata programmazione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie necessarie a garantire la sicurezza, la tutela dell’ambiente e il rilancio produttivo dello stabilimento di Taranto”.

Di altro avviso la Uilm, per la quale “si sta lavorando su un programma trasparente e prestabilito per gestire i lavoratori in cassa integrazione, garantendo nel contempo il ritorno di coloro che sono impegnati nelle attività più urgenti. L’azienda ha comunicato che la percentuale attuale di cassa integrazione in fabbrica si attesta intorno al 30-40%” ma “si sta lavorando attivamente per ridurre tale percentuale, ampliando alcune attività”.

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