Martina, il centro storico deturpato dai vandali

Martina, il centro storico deturpato dai vandali
di Michele LILLO
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Martedì 12 Aprile 2016, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 09:46
Mesi fa su queste pagine fu denunciato quanto fosse inconcepibile una mancanza di controlli tale da permettere il deturpamento e l’imbrattamento di alcuni tra i più suggestivi scorci del centro storico cittadino di Martina Franca.
Nel caso specifico l’esempio lampante era Via Arco Caroli, una bretella secondaria del centro storico che collega l’ingresso secondario alla Basilica di San Martino con Via Bellini.
In quel caso l’arco e anche la sede stradale versavano in uno stato a dir poco precario, colpiti in ogni dove dalla mano di alcuni vandali che con scritte (anche spray) avevano completamente invaso le bianche mura a tal punto da rendere obbligatoria la copertura di alcuni elementi artistici con vetrate utili a preservarli.
Dopo qualche giorno una “sommossa” di popolo ben organizzata portò alla ripitturazione della zona in questione, con gli scout cittadini in prima linea per riportare pulizia e ordine.
Seppure l’impegno sia assolutamente da premiare, così come la sensibilizzazione ai cittadini scaturente dall’aver messo mani direttamente a qualcosa di comune e pubblico, fu sottolineato come il controllo sul territorio da parte delle istituzioni avrebbe dovuto essere più mirato per evitare altri scempi simili, scempi che continuano a perpetrarsi.
Invece in Vico III Alfieri, piccola strada chiusa accessibile con semplicità dalle mura prospicienti Via Mercadante, ci sono altri muri imbrattati.
I segni del passaggio dei soliti stupidi vandali non sono meno invasivi di quelli segnalati in via Arco Caroli, anzi. Si tratta di intere mura di fabbricati antichi ricche di scritte che non lasciano spazio all’interpretazione, alcune riportanti frasi dialettali a conferma di quanto poco rispettosi siano gli stessi (giovani?) cittadini martinesi.
Ad arricchire un quadro assolutamente deprimente le scritte sugli infissi di abitazioni presenti, i vani dei contatori gas divelti e una icona rappresentante una pietà (tipico esempio di iconografia sacra presente in tanti punti della città antica) lasciata incustodita e senza una minima opera di recupero all’interno di questo totale abbandono.
Voci di passanti e abitanti parlano anche di bisogni fisiologici all’interno del vico oltre a schiamazzi ricorrenti, tutte manifestazioni di noncuranza che dovrebbero essere soggette a un controllo urgente e accurato per evitare che simili scenari possano segnare in modo indelebile la città attraverso il giudizio impietoso di coloro che giornalmente assistono al perpetrarsi di questi atti vandalici.
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