Manca il reparto giusto e il buttafuori muore a 39 anni: inchiesta per omicidio colposo

La tragica fine di Antonio Picciolo, morto il 9 gennaio per una emorragia cerebrale

Manca il reparto giusto e il buttafuori muore a 39 anni: inchiesta per omicidio colposo
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 18:28

Nominati i due consulenti tecnici d’ufficio che cercheranno, anche grazie all'autopsia, di capire se ci sono state eventuali responsabilità sanitarie nella morte di Antonio Picciolo, il 39enne deceduto il 9 gennaio scorso nel reparto di Rianimazione di Taranto.

La morte un mese fa

Il fatto è accaduto un mese fa. Antonio Picciolo stava lavorando come steward in una discoteca locale quando, verso le 23.30 di sabato 6 gennaio, ha accusato un forte mal di testa. I presenti hanno chiamato il 118 e gli hanno prestato le prime cure. Poi la corsa all’ospedale di Brindisi, la Tac, la scoperta di un’emorragia cerebrale, e il trasferimento, alle 4.40 del mattino, all’ospedale di Taranto, dove è morto il 9 gennaio. I consulenti tecnici del pm hanno chiesto il termine di 90 giorni per il deposito della perizia.

Un fascicolo per omicidio colposo

L’udienza si è tenuta questa mattina, alle 8.30, presso il Tribunale di Brindisi.

Il pubblico ministero Francesco Carluccio, titolare del fascicolo aperto per omicidio colposo in ambito sanitario (per ora contro ignoti), ha nominato quali propri consulenti tecnici i dottori Biagio Solarino e Luigi Chiumarulo che hanno poi eseguito l’autopsia. I quesiti dell’incarico sono legati alla morte di Antonio Picciolo: i consulenti dovranno, cioè, capire qual è stata la causa, o le cause, e se ci sono state delle condotte omissive da parte dei medici che abbiano provocato o concorso a provocare il decesso del paziente.

La famiglia Picciolo, nel frattempo, si è rivolta a Giesse Risarcimento Danni di Brindisi che, proprio questa mattina, tramite i suoi legali fiduciari, ha nominato un consulente di parte. “È ancora troppo presto per dire qualcosa – commenta Giuseppe Vacca, referente di Giesse – Riponiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e faremo il possibile per stare accanto alla famiglia, consapevoli che eventuali responsabilità sanitarie, nel caso ci fossero, emergeranno durante le indagini. La cosa importante, al momento, è dare risposte certe ai familiari per la morte di Antonio che ha lasciato un dolore e un vuoto inimmaginabili”.

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