Hotspot Taranto, il Sap chiede la chiusura: «Condizioni igieniche pessime»

Hotspot Taranto, il Sap chiede la chiusura: «Condizioni igieniche pessime»
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:18

Scoppia il caso hotspot di Taranto, ossia la struttura dove si svolgono le operazioni di soccorso, di prima assistenza sanitaria, di pre-identificazione, fotosegnalamento e di informazione sulle procedure dell’asilo per i migranti. A sollevare la polemica è la segreteria provinciale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) che racconta di condizioni di lavoro per gli agenti, soprattutto in questo periodo estivo, «incompatibili con qualsiasi elementare forma di protezione e benessere del personale».

In particolare, segnalano dal punto di vista igienico/sanitario una situazione ad alto rischio di infezioni: caldo estremo, topi, vermi e liquami costituiscono grave pericolo per la salute e la sicurezza del personale di servizio e per gli stessi ospiti. E per questo si chiede l’immediata chiusura del centro fino al suo completo adeguamento alle più elementari norme di sicurezza e igienico-sanitarie.

Ieri mattina si è tenuto un presidio davanti alla Prefettura di Taranto con la distribuzione di un volantino che denuncia «l’inadeguatezza dell’hotspot» e riporta una serie di rivendicazioni.

«Fallimento della politica migratoria»

«Assistiamo oramai da anni - sottolinea il segretario provinciale del Sap, Pasquale Magazzino - al fallimento della politica migratoria e a un sistema di accoglienza colabrodo. L’hotspot di Taranto ne è l’esempio lampante. La struttura viene utilizzata difformemente dagli altri centri adibiti a “punti di crisi”, senza che sia mai stata fatta chiarezza circa la ratio di questa scelta. L’hotspot tarantino dovrebbe essere un centro di temporanea accoglienza perché la struttura non è dotata di tutti i servizi e non è idonea per sostenere una permanenza così lunga di un numero significativo di persone».

Il sindacato invita il prefetto Demetrio Martino «ad ispezionare e verificare la salubrità della postazione di polizia prefabbricata adibita ad ufficio in uso al responsabile del personale delle forze dell’ordine, nonché constatare i disagi a cui sono sottoposti gli operatori di polizia che svolgono il servizio lungo il perimetro dell’hotspot in particolare modo nei mesi estivi».

La manifestazione

La manifestazione organizzata dal Sap di Taranto e con la presenza del dirigente nazionale, Francesco Pulli, è partita dalla Prefettura per poi spostarsi all’hotspot di cui si chiede la chiusura immediata fino a quando non sarà messo a sistema e non gli sarà assegnata una funzione specifica.

Solo due settimane fa, nel capoluogo jonico, sono arrivati 69 minori non accompagnati che facevano parte dei 314 migranti sbarcati dalla nave Geo Barents di “Medici senza frontiere”, approdata al porto di Taranto. L’amministrazione comunale, attraverso l’assessore ai Servizi Sociali Luana Riso e l’assessore alla Polizia Locale Cosimo Ciraci, ha prestato il supporto necessario alle operazioni di assistenza. Del gruppo facevano parte sette donne, di cui una incinta. Gli uomini adulti erano stati accompagnati all’hotspot.

La situazione più critica in queste ultime ore riguarda principalmente la Sicilia. Sbarchi senza sosta soprattutto a Lampedusa dove, dopo i 631 arrivati lunedì con 15 differenti approdi (gli ultimi due intorno alle 22 quando due gruppi di 73 e 74 sono stati rintracciati dagli uomini della Guardia di finanza a terra a cala Madonna e a 23 miglia dall’isolotto di Lampione), all’alba di ieri sono giunte altre 180 persone. Circa 600 migranti, ospiti dell’hotspot di Lampedusa, sono stati fatti salire sulla nave Diciotti della Guardia costiera con destinazione Porto Empedocle (Agrigento). Nella struttura di primissima accoglienza restano, al momento, circa 1.700 persone, a fronte dei 350 posti disponibili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA