Giochi del Mediterraneo 2026, dopo gli scontri parte il dialogo: entro marzo 2024 tutti gli appalti

Giochi del Mediterraneo 2026, dopo gli scontri parte il dialogo: entro marzo 2024 tutti gli appalti
Giochi del Mediterraneo 2026, dopo gli scontri parte il dialogo: entro marzo 2024 tutti gli appalti
di Domenico PALMIOTTI
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Martedì 29 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:20

C’è una schiarita dopo settimane di polemiche e di conflitti. C’è la volontà di lavorare in modo serrato e collaborativo. C’è una scadenza, al massimo a marzo del prossimo anno, per appaltare i tre principali impianti sportivi di Taranto, e cioè stadio, piscina olimpionica e centro degli sport nautici, vela, canoa e canottaggio. C’è l’impegno a fare sullo stadio un approfondimento specifico il 7 settembre per vedere se demolirlo interamente e ricostruirlo tutto, oppure intervenire sull’esistente con una ristrutturazione e riqualificazione. 

È questo il risultato di due ore di colloquio, ieri pomeriggio negli uffici della Camera di Commercio, tra il commissario di Governo per i Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.

Che erano affiancati dalle rispettive strutture. In tutto una decina di persone. Col sindaco, c’erano l’assessore all’Urbanistica e alle infrastrutture strategiche, Mattia Giorno, il direttore generale del Comune, Carmine Pisano, e i capi di Gabinetto di Comune, Valeria Villani, e della Provincia, Greta Marraffa. 

Com'è andato il summit

Non è stato, quello di ieri, il primo incontro da quando Ferrarese è stato nominato commissario dal Governo. Mission: superare i ritardi e realizzare gli interventi per i Giochi. I due si erano già incontrati in passato. È stato però il primo dopo le recenti frizioni. E il punto di partenza, il dato che emerge dalla riunione, è appunto il clima disteso che adesso c’è e che prima non c’era. Le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti sia da Melucci che da Ferrarese una volta finito l’incontro testimoniano proprio questo. Una ritrovata distensione perché non c’è alternativa al lavoro di squadra e alla comune collaborazione se non si vuole fallire l’appuntamento di giugno 2026 e rimediare una brutta figura internazionale, visto che i Giochi richiameranno circa 4mila atleti da 26 Paesi dell’area mediterranea. 
Non tutto l’incontro, però, è stato rose e fiori. Non ci sono state nuove polemiche attorno al tavolo della Camera di Commercio, è vero, ma il commissario - stando a quello che si è appreso - ha comunque ricordato al sindaco che si sono accumulati ritardi importanti, che l’atteggiamento assunto sino a ieri dall’amministrazione comunale non ha portato certo bene e che, considerato che il commissario l’ha nominato il Governo a fronte di una situazione non più sostenibile, sarebbe stato opportuno intraprendere subito un percorso di collaborazione. Al quale, invece, si è arrivati solo ieri. In definitiva, Ferrarese ha ribadito a Melucci quanto scritto nella lettera del 23 agosto, quella con la quale ha calendarizzato l’incontro in CdC. 

In quanto alle opere su Taranto, il commissario ribadisce che stadio, piscina olimpionica e centro nautico sono gli interventi più delicati e complessi. Su questi, da ora in poi, si deve lavorare in modo serrato. L’intesa di ieri prevede che il Comune sia il soggetto istituzionale che deve completare i progetti, indire le conferenze dei servizi, acquisire i pareri necessari e poi trasmettere il tutto al commissario. Che, a sua volta, effettuerà la verifica di congruità su quanto ricevuto e predisporrà l’appalto, che sarà lanciato dalla società pubblica (è del Mef) Sport e Salute. Ferrarese l’ha individuata come centrale di committenza. A marzo 2024 le tre opere più importanti vanno mandate in appalto, afferma Ferrarese, in modo da avere due anni di lavoro e utilizzare poi la primavera del 2026 per i collaudi finali. 

La tempistica

La data di marzo 2024 vale anche per lo stadio Iacovone, anche se quest’opera non ha ancora - al contrario di piscina olimpionica e centro per vela, canoa e canottaggio - uno scenario progettuale definito. Infatti, anche dopo il faccia a faccia di ieri, restano in pista le due ipotesi: la demolizione dello stadio e la sua ricostruzione che vuole il sindaco - perché, sostiene, non si tratta solo di un’opera funzionale ai Giochi ma serve all’immagine della città - e la ristrutturazione e riqualificazione dell’impianto esistente, che caldeggia invece il commissario, per il quale due anni non sarebbero sufficienti a smantellare lo Iacovone e ricostruirlo di sana pianta. 
A quanto pare, Melucci sul tema nuovo stadio ha insistito molto. E il commissario non ha chiuso completamente le porte all’ipotesi. Vuole verificarla meglio. Approfondirla tecnicamente. Per questo si terrà un focus specifico il 7 settembre e lì si tireranno le somme decidendo quale strada percorrere.

Infine, dei progetti relativi a Taranto, quattro hanno il Pfte, il Piano di fattibilità tecnico-economica, in fase avanzata e quindi nei prossimi mesi potranno essere appaltati. Si tratta delle due palestre Ricciardi e Paolo VI, della piscina con due vasche da 50 metri, coperta e scoperta, a Torre d’Ayala (l’area è accanto alla Camera di Commercio) e del centro degli sport nautici nell’area dell’ex stazione torpediniere in Mar Piccolo, area che la Marina Militare ha ceduto all’Autorità portuale anche se il passaggio non è ancora formalmente avvenuto.
Ma per sciogliere questo nodo Ferrarese ha convocato ieri sera, per giovedì alle 16 sempre in CdC, un incontro con Melucci, il presidente dell’Autorità portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, e l’ammiraglio di divisione Flavio Biaggi, comandante di Marina Sud.

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