Il Lecce si gode la magia di Sansone e la zampata di Piccoli. Ora sotto col Torino

L'esultanza dei calciatori del Lecce
L'esultanza dei calciatori del Lecce
di Lino DE LORENZIS
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Martedì 24 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:33
Quando non si riesce a vincere una partita allora bisogna cercare di non perderla. È quanto è successo ieri sera al Lecce al Bluenergy Stadium dove i giallorossi hanno conquistato un punto pesante in chiave-salvezza nella delicata sfida con l’Udinese, finita in parità, 1-1.
I giallorossi hanno rischiato di tornare a casa a mani vuote pur avendo dimostrato di essere, in questo momento della stagione, superiori rispetto alla più quotata Udinese di Andrea Sottil. Però, si sa, nel calcio a volte un episodio può cambiare la storia di una partita e la squadra friulana - dopo aver sofferto per tutto il primo tempo la migliore organizzazione di gioco del Lecce e la pericolosità dei suoi attaccanti - per trentaquattro minuti ha cullato il sogno di conquistare la prima vittoria della stagione grazie al calcio di rigore trasformato al 4’ della ripresa dallo specialista Thauvin. Va detto però che la concessione del tiro dagli undici metri ha fatto molto discutere. Nella circostanza infatti l’arbitro Tremolada di Monza, all’esordio in serie A, è apparso molto generoso nei confronti dei friulani, come sentenziato anche dall’ex arbitro Marelli, esperto in materia al servizio della “squadra” di Dazn
La squadra allenata da Roberto D’Aversa però non si è persa d’animo e nonostante l’ennesimo torto arbitrale subito nel corso di questa stagione (dall’espulsione di Baschirotto a Monza fino all’ammonizione di Kaba a Torino contro la Juventus) si è riversata nella metà campo avversaria decisa ad agguantare il pareggio. Capitan Strefezza e compagni non hanno mai smesso di lottare, poi ci ha messo del suo anche il tecnico abruzzese quando, al 22’ della ripresa, ha deciso di rendere la sua squadra ancora più offensiva con l’ingresso in campo di Banda e Dorgu rispettivamente al posto di Oudin e Gallo. Da quel momento il Lecce ha accantonato il consueto 4-3-3 per passare al 4-2-3-1. Poco dopo D’Aversa ha richiamato in panchina pure gli esausti Krstovic e Strefezza per lanciare nella mischia i più freschi e vogliosi Sansone e Piccoli. Una mossa premiata a sette minuti dal novantesimo quando l’ex trequartista del Bologna, dopo aver superato in dribbling un avversario, ha tirato fuori dal cilindro una pennellata di quelle che appartengono solo ai campioni del calcio. Una traiettoria del pallone fuori dalla portata del portiere Silvestri e fuori anche dalla portata dei centrali difensivi dell’Udinese, entrambi beffati dalla zampata vincente di Roberto Piccoli, 22 anni, da Bergamo, al primo centro con la maglia del Lecce. Un gol in acrobazia che chiunque avrebbe festeggiato andando a raccogliere l’abbraccio dei propri tifosi, a maggior ragione perché segnato proprio sotto il settore occupato dai sostenitori della squadra salentina. E invece no, Piccoli dopo aver gonfiato la rete ha pensato subito ad impossessarsi del pallone e a riportarlo a metà campo per la ripresa del gioco. «Andiamo a vincerla», ha urlato ai compagni di squadra l’ex atalantino che raffigura il classico “dodicesimo” uomo, ovvero colui che entra in campo dalla panchina e lotta come un leone per aiutare la squadra. Proprio dai piedi di Piccoli, in prossimità del novantesimo, è partito l’assist che Banda però non è riuscito a tramutare in gol, a due passi dalla linea di porta. La rete del sorpasso non è arrivata ma resta comunque il segnale lanciato dai ragazzi di D’Aversa: questo Lecce non molla mai. E la classifica sorride ai giallorossi che ora si apprestano ad ospitare il Torino.
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