Lecce, l'ex Delio Rossi: "Il 4-3-3? Servono esterni da corsa"

Lecce, l'ex Delio Rossi: "Il 4-3-3? Servono esterni da corsa"
di Antonio IMPERIALE
4 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:48

Il mare di Peschici, il suo mare. La solita irrinunciabile estate, per lui riminese che vive a Roma “vicino al Centro Sportivo della Lazio”, dove trascorse quattro anni importanti alla corte di Lotito. E da Peschici Delio Rossi osserva un calcio dal quale aspetta ancora una chiamata, con la solita grande voglia di rimettersi in gioco. "E’ il calcio del post-Covid che fa fatica, che si muove ancora fra mille incertezze, impossibile parlare di un campionato con le squadre in fase di costruzione, di definizione, in ritiro ci sono andati giocatori che magari cambieranno bandiera fra qualche giorno, comunque al via della stagione".

Delio Rossi, Firenze, Bologna e il magico biennio giallorosso

Lo inviti a parlare del Lecce, e per lui è sempre un’emozione profonda, per le stagioni vissute nel Salento, per la promozione in serie A ed il decimo posto conquistato nella massima divisione, per la presenza di Pantaleo Corvino, un rapporto straordinario, insieme due sbarchi nel massimo campionato, uno con il Lecce, uno con il Bologna. Insieme anche a Firenze, dove fu proprio il Leo di Vernole a volere ancora l’allenatore riminese "Ma qui mi chiamò in una brutta situazione e lui dopo poco andò via. Quella di Bologna è una storia recente. Il Bologna voleva tornare in A ad ogni costo. Mi chiamò nel finale, all’inizio di maggio, chiedendomi il miracolo dei play off. Dovetti recuperare il coraggio della squadra, isolare i giocatori da un ambiente insofferente, che voleva ad ogni costo riprendersi la sua serie A. Ce la facemmo. E fu la seconda promozione vissuta con il grande Leo, dopo quella leccese del 2003 con il Lecce. Una storia quasi all’alba del nuovo secolo. "Mi chiamò nel 2002, facemmo grandi cose, dopo la retrocessione. Si raccoglievano i frutti degli straordinari colpi messi a segno da Leo, dall’esplosione della Primavera con Roberto Rizzo, nella quali pescai fra gli altri Vucinic, Bojinov, Konan e già contavamo su gente come Chevanton e Giacomazzi. Infilammo diciassette risultati utili".

Il rapporto con Pantaleo Corvino resta un rapporto molto profondo

 "Ho conosciuto la famiglia, moglie, figli, nipoti. Ho conosciuto Leo nelle altre dimensioni, nelle altre città, ma il vero Corvino è quello che sta a Lecce, nel Lecce, e che ha il coraggio e l’orgoglio di giocarsi sempre la difficile scommessa del profeta in patria. Per il Lecce, però, lui so che darebbe la vita. E’ decisamente molto bravo". Delio Rossi è convinto anche della bontà della scelta tecnica che Corvino ha fatto con Marco Baroni. "Prevedo che il Lecce subirà meno gol. Servono spazi più ristretti rispetto al passato recente, ci vogliono giocatori con certe caratteristiche, non elaborazioni lente, macchinose, come in taluni casi nel passato. Baroni è molto realista". Il 4-3-3 di Baroni, come quello di Rossi? "Baroni è davvero uno che ci sa fare - dice Delio Rossi. Il 4-3-3? Ci sono diversi modi di interpretarlo". Il Lecce avrà Coda centrale ma aspetta ancora i due esterni che Corvino sta cercando. Sui profili migliori, per quadrare il cerchio, Rossi entra nello specifico: "L’ideale è un giocatore che abbia grande gamba, per una corsa di quaranta-cinquanta metri, che quando avanza il “centrale” sappia buttarsi in mezzo al campo. Per questo succede magari che uno con grandi doti tecniche come Falco non sia l’ideale.

Insigne invece è uno atipico, l’ideale è Chiesa, uno con le sue caratteristiche, con la sua forza". Si parla magari di una ipotesi Paganini dopo un’annata sottotono. "E’ uno che conosce bene la categoria, Paganini. Ma Pantaleo e Baroni sanno bene quello che vogliono".

Può essere l’anno del baby Rodriguez?

"Il madrileno è certamente interessante. I giovani di talento quando arrivano ti fanno vedere subito solo tutti gli aspetti positivi, è la conferma nel tempo, la maturazione sotto tutti le angolazioni che conta". Qualcuno critica Corvino per il suo operare molto sui mercati esteri, anche quelli meno conosciuti. "Ma la forza di Leo è proprio questa. Lui ha una rete all’estero di grande competenza e fiducia, specialmente in Sudamerica e nei Balcani e poi decide sempre con il suo occhio e con la sua capacità di valutazione personale". La stagione del Lecce comincia in Coppa Italia proprio contro il Parma di Buffon, uno dei motivi più suggestivi del campionato, quella del portiere della Nazionale che chiude la carriera in B, nella sua squadra d’esordio. Parte un campionato senza il Chievo, con un Monza ancora più ambizioso, con il Cosenza ritrovato. "Quella del Chievo è stata una favola supportata da creatività, gestione finanziaria, imprenditoriale esemplare, ora la favola purtroppo è finita, il Lecce è fra le grandi, con Parma e Monza, poi magari ci sono le sorprese come nella scorsa stagione la Salernitana. Nel campionato i valori fra grandi e le altre sono molto ravvicinati rispetto alla serie A. Dobbiamo aspettare la fine del calcio mercato per parlare con meno approssimazione dei valori reali. Sarà comunque una stagione di grandi passioni".

© RIPRODUZIONE RISERVATA