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Verso Lecce-Salernitana. Il doppio ex Delio Rossi: «Entrambe le squadre sono chiamate a reagire»

di Antonio IMPERIALE
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 26 Gennaio 2023, 05:00 | 4 Minuti di Lettura

Centocinquantatre volte in panchina con la Salernitana, ottantasei con il Lecce. La promozione in B e in A con i campani, la promozione in A con il Lecce. A Salerno lo battezzarono “Profeta”, e lo elessero cittadino onorario, lui che è riminese di nascita. Che effetto fa questa partita targata serie A che va in scena la notte dell’ultimo venerdì di gennaio, il giorno nel quale compie 63 anni? Inevitabile chiederglielo, a Delio Rossi. «C’è un’emozione che viene da dentro, dalla mia storia personale, che arriva da lontano, dalla via dei ricordi, correvano gli anni Novanta a Salerno, a Lecce vivevo i primi anni del terzo millennio. Anni indimenticabili, su un versante, sull’altro. Io già mi emoziono ogni volta che seguo una delle squadre che ho allenato, verso le quali porto affetto, in questo caso tutto ha un po’ un sapore speciale. La seguirò certamente, questa partita. Non ricordo di aver giocato mai un Lecce-Salernitana in serie A. Ho giocato invece in B su un fronte e sull’altro».
E ricorda il campionato 1994-95, sulla panchina dei campani: il pareggio di settembre contro il Lecce di Spinosi. E poi il colpaccio al Via del Mare, 2-1 sui giallorossi leccesi che in panchina avevano Lenzi. Sulla panchina leccese, invece, il 21 settembre del 2002 vinse per 2-1 sulla Salernitana di Zeman, risultato rovesciato nel ritorno. E fu l’anno della promozione in A. Il presente è un venerdì, obiettivo comune la salvezza. «E’ un giorno strano il venerdì, com’è strano questo calcio che viviamo. E’ una partita apertissima. Bisognerà vedere la reazione della Salernitana alla “vicenda Nicola”. La reazione del Lecce allo stop di Verona». 

Il momento dei granata

Salernitana e Lecce arrivano da una sconfitta, tutte e due. Il Lecce dopo una serie positiva di sei giornate, la Salernitana dopo il “caso Nicola”, l’allenatore della salvezza della scorsa stagione prima esonerato e poi richiamato. «Una vicenda incredibile - dice Rossi -. Nicola è stato bravissimo. Se Pioli ha compiuto un miracolo l’anno scorso regalando al Milan lo scudetto, Nicola ne ha compiuti due salvando all’ultimo istante la Salernitana. Era partita bene la squadra campana, in questa stagione. Magari un 8-2 è un risultato che mortifica, che lascia il segno, ma un allenatore non lo si esonera per questo, si cambia tecnico magari se ci si rende conto che non ha più il controllo della squadra, se è lontano dagli obiettivi fissati, ma la sconfitta clamorosa non può essere colpa dell’allenatore che mi pare stia facendo assolutamente il proprio dovere. Un caso del genere può mettere in difficoltà il tecnico davanti ai propri calciatori». Ed ecco la disamina sul Lecce: «Il Lecce si sta esprimendo su certi livelli, col Milan ha giocato una grande partita, poi è arrivata la gara di Verona ma come non bisogna esaltarsi, così non bisogna deprimersi. Il Lecce sta bene comunque sul piano psicologico. Sta benissimo Baroni. Il rapporto giocatori-tecnico-società qui è una garanzia. Adesso dopo quello di Verona, Baroni ed i suoi hanno due altri scontri diretti molto importanti. Dopo la Salernitana ci sarà una Cremonese che si sta esprimendo bene. Sono partite chiave. Quell’anno della nostra serie A, volammo verso il decimo posto battendo una dopo l’altra Juventus e Inter, ma la salvezza la conquistammo battendo gli scontri diretti».

Il Lecce e la quota salvezza

Dà un peso importante, Rossi, alla quota 20 dalla quale il Lecce riparte. «La salvezza - dice - oscillerà dai 36 ai 40 punti, al Lecce ne serviranno dai 16 ai 20. Con il calcio frenetico, una partita ogni tre giorni, si fa sempre decisiva l’ampiezza e la qualità delle rose, che in questi ultimi giorni saranno ancora riadeguate, per potere fare i conti con infortuni e squalifiche. Stanno provvedendo sia i leccesi che magari hanno soprattutto problemini di “copertura”, visto l’esito felice della campagna estiva, sia la Salernitana. Il Lecce ha un suo gioco e conta sull’esperienza e la qualità di Strefezza e Di Francesco, sul fronte offensivo, dove magari occorre essere più indulgenti con Banda e con gli stranieri che hanno bisogno dei loro tempi per fare emergere le qualità che Corvino ha individuato». I conti sulla salvezza? «Vedo a grande rischio la mia Sampdoria per la quale faccio il tifo avendola allenata, dal Verona arrivano segnali importanti, così come dalla Cremonese che stenta a vincere. I punti sono ancora tanti. E proprio la Salernitana di Nicola ci ha insegnato che la speranza deve restare in piedi sino al fischio finale della stagione. Il Lecce ha un suo futuro. Con l’attuale impianto societario, lo vedo diventare abitante stabile della serie A. Quando si parla di provincia felice, ci si riferisce soprattutto a Empoli o Sassuolo. L’Empoli che è un bella realtà si continua ad includerlo fra le squadre che corrono per la salvezza. Diverso il Sassuolo, realtà stabile, con un grande settore giovanile. Il nuovo Sassuolo per me sarà proprio il Lecce, che magari richiama anche una grande realtà come l’Udinese». Intanto per il futuro immediato, e non solo, è importante questa Lecce-Salernitana «Partita intrigante, per certi versi affascinante. Gara aperta, che può essere vinta da chi sbaglia di meno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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