Delio Rossi: "Scommetto sulla salvezza del Lecce. A Empoli, una fetta di serie A"

Delio Rossi, ex allenatore del Lecce
Delio Rossi, ex allenatore del Lecce
di Antonio IMPERIALE
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Domenica 26 Marzo 2023, 05:00
Un passaporto. Forse per l’estero, anche se gli piacerebbe tornare in panchina in Italia. Valuta i contatti, Delio Rossi, il tecnico riminese che vive a Roma aspettando di rituffarsi nella mischia pallonara in questo finale di stagione, «perché senza panchina si sta proprio male», confida. Facile capirlo. Specialmente quando la carta d’identità calcistica racconta, a 63 anni, fra gli altri, i giorni del “Profeta” a Salerno, la promozione in B ed il decimo posto in A con il Lecce, il tuffo notturno nella magica Fontana con la Lazio di Lotito, la prima qualificazione laziale in Coppa Uefa e poi in Champions League, e la vittoria in Coppa Italia. E poi Palermo, anni splendidi in quella serie A con la qualificazione in Champions League, lo sbarco nella finale di Coppa Italia, poi Firenze, poi la Sampdoria, la salvezza in A, il Bologna di Corvino per la promozione nella massima serie, ancora Palermo,in B, la A mancata per la penalizzazione, e da ultimo l’Ascoli fra i cadetti, un avvio amaro, il divorzio a Natale.
Era il 2020. Da allora un’attesa che sembra lunga, interminabile, alla faccia del ricco curriculum, con le nuove generazioni che incalzano, fanno più moda, bruciano i tempi. Il buon Delio tifa Lecce da quegli anni 2002-2004, gli anni dei record, quasi un auspicio per la squadra allenata da Marco. «Tifo per il Lecce e per tutte le squadre con le quali ho lavorato e che mi porto nel cuore».
Mister Rossi spesso ha parlato di un Lecce destinato a emulare il Sassuolo, cittadinanza stabile in serie A, provincia felice, lui che la conosce bene. E quando gli si fa notare dell’allarme acceso dalle quattro sconfitte una dietro l’altra, senza la ciliegia di un gol, trasmette subito serenità. «Io in questo Lecce credo fortemente - dice -. Otto punti di vantaggio sul precipizio del terz’ultimo posto non sono la certezza matematica della salvezza, ma certamente un cospicuo titolo da amministrare sulle squadre a rischio, nelle restanti undici giornate. Bisogna restare tranquilli e pensare positivo».
Dopo la sosta per le nazionli, si comincia subito con gli scontri diretti, ancora in Toscana: dopo la Fiorentina, il 3 aprile i giallorossi saranno di scena ad Empoli. «Sarà un incontro particolarmente significativo, quello del Castellani, contro una provinciale che ha trovato un suo assetto per vivere bene la serie A ma che in classifica ad oggi ha solo un punto in più del Lecce e della Salernitana. L’Empoli ha condiviso con il Lecce l’incremento significativo sul mercato di alcuni giocatori, secondo transfermarkt. In vetrina, nell’Empoli, il portiere Vicario, e poi Baldanzi e Parisi, mentre nel Lecce volano alto le quote di Hjulmand e Strefezza, soprattutto, ma anche di Baschirotto, altra importante rivelazione e i giovani Gonzalez e Gendrey. Le convocazioni nelle Nazionali, dove il Lecce è presente con ben nove giocatori nelle rappresentative dei diversi paesi, con il bravissimo portiere Falcone, in prestito dalla Sampdoria, nel giro della nostra Nazionale maggiore, e il giovane milanista Colombo nell’under 21 azzurra, la dicono lunga sull’importanza di questo ritorno leccese in serie A nella dimensione del futuro, grazie al grande lavoro del prezioso Pantaleo Corvino appena premiato come miglior direttore sportivo italiano. E a conferma del successo della linea verde leccese c’è certamente il primo posto in classifica della Primavera allenata da Coppitelli. Una stagione magica per il Lecce del presidente Sticchi Damiani e della sua compagnia merita un approdo salvezza con qualche giornata di anticipo, per pensare già al domani con la mente libera». 
Il Lecce che non segna, sarà riuscito a curare il male in questa pausa? Rossi sottolinea una difficoltà. «Baroni ha dovuto fare i conti con l’altra faccia di quello che abbiamo detto prima, con la gioia di avere tanti giocatori impegnati nelle Nazionali. Importante sarà comunque soprattutto la condizione di quelli che i gol hanno dimostrato di saperli segnare e farli segnare agli altri. Nelle big se manca un elemento di spicco al suo posto gioca un compagno di pari valore, nel Lecce ovviamente le alternative hanno valori un po’ diversi rispetto a certi titolari. Questo non è un giudizio già negativo sugli altri. Poi, per quanto riguarda i calciatori stranieri, per una giusta valutazione occorre attendere il secondo anno, bisogna avere pazienza per farli calare anche culturalmente e mentalmente nelle nostre realtà. Ma se Corvino li ha scelti avrà avuto i suoi buoni motivi. Ed è già una garanzia».
Dopo Empoli, il Lecce affronterà tre grandi, sino alla fine del torneo, il Napoli in casa il venerdì santo, e in trasferta il Milan e la Juventus; quindi, tre scontri salvezza, tutti al Via del Mare, la Sampdoria, il Verona, lo Spezia. «Il Lecce è bizzarro, è l’unica squadra ad aver pareggiato a Napoli, dove ha vinto solo la Lazio, i giallorossi hanno vinto anche a Bergamo, salvo poi a infilare il mese nero di marzo. Comunque, avere in casa le dirette concorrenti è un bel vantaggio. Sono sicuro che il Lecce non aspetterà la fine per la grande festa»
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